Epidemia di polmonite misteriosa in Cina, Pregliasco a Fanpage.it: “Può essere di tutto”
In questi giorni è balzata agli onori della cronaca internazionale la notizia della diffusione di una misteriosa epidemia di polmonite in Cina, che ha interessato soprattutto il nord del Paese asiatico. L'anomalo aumento dei casi di malattie respiratorie è tale da aver portato ai ricoveri di moltissimi piccoli, soprattutto nelle grandi città. Il 21 novembre, come spiegato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in un comunicato, è stata inoltre registrata la presenza di focolai di “polmonite non diagnosticata” da ProMed e non è chiaro se essa sia correlata all'aumentata incidenza di altre patologie respiratorie segnalata nei giorni precedenti dalla Commissione sanitaria nazionale cinese (NHC). Fra queste infezioni note l'influenza, la COVID-19 provocata dal coronavirus SARS-CoV-2, il virus respiratorio sinciziale (RSV) e la polmonite da batterio Mycoplasma pneumoniae, il più comunemente coinvolto nelle polmoniti primarie nei giovani e nei giovanissimi.
C'è dunque in atto una situazione non chiarissima e la stessa OMS ha richiesto alle autorità sanitarie di Pechino di fornire tutte le informazioni al riguardo. Con l'esperienza della pandemia ancora in corso, i cui primi casi furono registrati a Wuhan alla fine del 2019, le autorità sanitarie internazionali non intendono lasciare nulla di intentato. Per capire meglio cosa sta succedendo e quali sono i rischi Fanpage.it ha intervistato il virologo Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant'Ambrogio e Professore associato di Igiene Generale e Applicata presso la sezione di Virologia del dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano.
Professor Pregliasco, in Cina si parla di focolai di "polmonite non diagnosticata" e ospedali sopraffatti dal numero di bambini malati con malattie respiratorie. Cosa ne pensa?
Le informazioni sono ancora frammentarie. Può essere di tutto. Partirei da quello che dobbiamo fare noi. Il cittadino europeo, italiano, deve solo prendere atto che virus e batteri ci sono e bisogna stare in campana. Questo come elemento di consapevolezza. Di questi segnali in passato ce ne sono stati tanti prima del Covid, però rimanevano fra le istituzioni, tra i ricercatori. Oggi c'è una sensibilità maggiore. Siamo scottati e quindi arriva sui media. Ben venga questo andare sui media, nel senso che quello che poi ci interessa come cittadini, ad oggi, è avere la contezza che le malattie infettive ci sono, rimarranno e ci “romperanno” anche nel futuro.
Questa volta, curiosamente, è stata proprio l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a rompere la tradizione, nel senso che ha reso pubblica la richiesta di informazioni alla Cina attraverso un comunicato, quando in passato questi scambi restavano confinati nei canali confidenziali
Le istituzioni internazionali, l'ONU, l'OMS e le altre devono stressare la Cina perché, ad oggi, abbiamo il dubbio che non ci abbiano detto tutto in modo trasparente all'inizio della storia del Covid. È presumibile, non è detto che sia andata così, ma le informazioni suggeriscono questo.
Da cosa potrebbero essere provocati questi focolai anomali?
L'ultima comunicazione indica una combinazione di più virus, probabilmente Covid, influenza, forse RSV e il batterio Mycoplasma, che sono i possibili, probabili candidati.
La Cina ha dichiarato di non aver rilevato alcun “patogeno nuovo o insolito” dagli esami condotti sui campioni dei bambini. Recentemente in Occidente ci sono state epidemie significative proprio di virus sinciziale, sindromi parainfluenzali etc etc. Gli esperti sostengono che possano essere scoppiati anche per le riaperture dopo i lockdown, che hanno comportato un abbassamento delle difese a causa del sistema immunitario meno allenato, diciamo così.
In Cina stanno vivendo in ritardo ciò che noi abbiamo già vissuto. Perché loro hanno aperto dopo. È un po' come un film, noi siamo già verso la fine, ma loro stanno indietro. E i bimbi si prendono tutto insieme.
Il fatto che l'epidemia stia colpendo i bambini e non gli adulti può indicarci qualcosa?
È normale, i bambini sono "vergini". È una carriera di tutti i bambini quella di infettarsi. Noi adulti, bene o male, magari non con lo stesso virus ma con uno simile, un'infezione pregressa ce l'abbiamo. Invece i bambini no.
Recentemente negli USA è scoppiata un'epidemia di infezioni respiratorie nei cani di eziologia sconosciuta. I veterinari non sanno cosa la sta provocando. Sospettano che possa essere mutato un virus o un batterio con cui convivevano da tempo e che ora è diventato più virulento, patogenico. È possibile che una cosa del genere possa essere accaduta anche in Cina?
Assolutamente sì. Anche con il Covid è andata così. È nato quasi sicuramente da una variazione, da un'evoluzione di un virus animale.
Ma c'è il sospetto che possa essere coinvolto un patogeno nuovo, che la Cina stia tenendo nascosto qualcosa?
Chi lo sa. Potrebbe essere così, perché noi bene o male abbiamo visto che già c'era la presenza del coronavirus nei liquami raccolti nel passato, a dicembre, molto prima dell'annuncio della pandemia. Campioni di sangue di donatori sono risultati positivi già prima di gennaio. Gli elementi ci sono che possono farci pensare male. Tutto questo però rimane sempre nel vago.
Però all'epoca furono gli adulti i primi a essere colpiti, non i bambini a riempire gli ospedali
Era un fatto di contagio. La forza del Covid è che la gran parte dei casi è asintomatica, ancora adesso. Fa più male negli adulti, negli anziani nei soggetti a rischio. Sono quelli che subiscono gli effetti più pesanti
Tra i patogeni responsabili di queste polmoniti viene indicato il Mycoplasma pneumoniae. Da quel che sappiamo i sintomi di questi bambini ricoverati in Cina sono febbre alta, senza tosse e con noduli polmonari. È tipico di questo batterio?
Sì, è tipico.
Potrebbe essere un patogeno differente che dà effetti simili?
Non tra quelli conosciuti
Lei per cosa propende?
Per un segnale che potrà essere governato e gestito. Io lo spero. Il Covid ci faceva dire “è solo un'influenza”. Potrebbe essere solo il ritardo nelle riaperture, ma è tutto da scoprire.