Enorme filamento sul Sole scaglia una CME verso la Terra, tempesta solare attesa il 29 gennaio: il video
Un enorme filamento solare si è manifestato sulla nostra stella nella notte tra il 25 e il 26 gennaio. L'enorme lingua di plasma – particelle di gas cariche elettricamente o ionizzate – ha inoltre generato un'espulsione di massa coronale (CME) nello spazio; il materiale solare è stato proiettato in parte in direzione della Terra. A causa di questo fenomeno si attende dunque una possibile tempesta geomagnetica per il 29 gennaio; fortunatamente, secondo i calcoli degli scienziati, dovrebbe trattarsi di un evento minore. A stupire sono soprattutto le immagini del filamento, una spettacolare eruzione di gas ionizzati catturata dallo strumento SUVI (Solar Ultraviolet Imager) del satellite GOES-R (Geostationary Operational Environmental Satellite-R series), utilizzato dagli scienziati per studiare il Sole in varie lunghezze d'onda dell'ultravioletto.
Il filmato, condiviso dagli scienziati di LMSAL, un Dipartimento del Lockheed Martin Advanced Technology Center (ATC) deputato alla progettazione e costruzione di strumenti per lo studio de Sole, mostra l'emersione del filamento nella regione superiore della stella. La durata del fenomeno è stata di diverse ore, compresa tra le 23:00 del 25 gennaio e le 10:00 del mattino del 26. Nel video time-lapse si può vedere l'enorme colonna di plasma mentre si erge altissima nello spazio, per migliaia di chilometri. I filamenti, come spiegato da spaceweatherlive.it, “sono nuvole di gas ionizzato sulla superficie solare schiacciati tra le regioni magnetiche di polarità opposta”. Nelle immagini appaiono come linee scure a causa del fatto che la loro temperatura è inferiore rispetto a quella delle regioni circostanti. La loro densità è invece maggiore.
È lo stesso principio delle macchie solari, che appaiono come aree più scure della fotosfera perché sono più “fredde” (si parla di circa 3.700 °C contro i 5.500 °C delle altre regioni). I campi magnetici turbolenti della stella giocano un ruolo fondamentale in tutti questi fenomeni; i brillamenti o eruzioni solari, ad esempio, nascono proprio dalla riconnessione delle linee di questi campi, che si rompono e riconnettono improvvisamente liberando nello spazio un'enorme quantità di energia. È paragonabile a quella sprigionata dall'esplosione simultanea di milioni di bombe atomiche.
I filamenti, come indicato, originano da regioni magnetiche con polarità opposte. “Sono strutture che si osservano nella regione di transizione e corona solare, che appaiono scure se osservate sul disco o brillanti se proiettate oltre il lembo (in questo caso sono chiamate protuberanze) e presentano temperature più basse e densità più alte del plasma circostante”, evidenzia l'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Possono durare anche diverse settimane, mentre quello del 25-26 gennaio si è manifestato per alcune ore.
Queste lunghe lingue di plasma possono essere accompagnate da un'espulsione di massa coronale (CME), come accaduto ad esempio il 25 giugno 2024 a causa di un enorme filamento emerso nella regione meridionale del Sole. Quando questo flusso di plasma alla base del vento solare viene indirizzato verso la Terra, può dar vita alle tempeste geomagnetiche. In questo caso la maggior parte del gas ionizzato dovrebbe schivare la Terra, pertanto gli esperti si aspettano al massimo una tempesta di minore di Classe G1. "La maggior parte della CME viaggerà a sud del nostro pianeta, ma i meteorologi della NOAA ritengono che potrebbe sfiorare la Terra mentre passa. In tal caso, potrebbe verificarsi una tempesta geomagnetica di classe G1 il 29 gennaio", ha spiegato spaceweather.com.
La NOAA sottolinea che le tempeste solari deboli possono comunque determinare potenziali disturbi alla rete elettrica e ai satelliti, inoltre gli animali che si spostano e migrano attraverso la magnetoricezione possono manifestare alterazioni nel comportamento. Con una simile tempesta non c'è alcuna possibilità di vedere una nuova aurora boreale sull'Italia.