video suggerito
video suggerito

Enfisema polmonare: cos’è, quali sono le cause e i trattamenti della patologia di David Lynch

L’enfisema polmonare è tra le patologie croniche più serie provocate (anche) dal fumo di sigaretta, che altera e distrugge gli alveoli fino a provocare la fame d’aria. Quali sono i sintomi, le cause e le complicazioni della malattia respiratoria.
A cura di Andrea Centini
80 CONDIVISIONI
Immagine

L'enfisema polmonare è una severa malattia che colpisce gli alveoli polmonari, gli elementi chiave dell'apparato respiratorio nei quali avviene il delicato scambio gassoso tra anidride carbonica e ossigeno, e più ampiamente, tra l'aria e il sangue. Nei pazienti affetti da questa patologia gli alveoli – e in parte anche i bronchioli ai quali sono legati – si dilatano e diventano meno elastici, fino all'atrofia e alla perdita di funzionalità. Il risultato è la riduzione della superficie che permette lo scambio tra l'ossigeno introdotto dall'aria che inspiriamo e la CO2 in circolo che espiriamo, con conseguenti difficoltà respiratorie (dispnea) e dunque fiato corto, uno dei sintomi caratteristici assieme a respiro sibilante, affanno e dilatazione toracica. Tra i rischi maggiori vi è la compromissione del tessuto polmonare con conseguente collasso dell'organo (pneumotorace), a causa delle grandi bolle che si formano a seguito della distruzione degli alveoli.

La principale causa scatenante dell'enfisema polmonare è il fumo (attivo e passivo), seguito da esposizione professionale e ambientale a gas, fumi, polveri e altre sostanze inalabili irritanti. Recentemente ha annunciato di essere stato colpito da enfisema polmonare il celebre e visionario regista statunitense David Lynch, proprio a causa del suo vizio del fumo. L'uomo, settantottenne, ha dichiarato di potersi permettere solo qualche breve passeggiata prima che la fame d'aria lo colpisca, per questo ritiene difficile di poter tornare sul set. L'aspettativa di vita per le persone colpite da enfisema polmonare è molto variabile e dipende dalla gravità della malattia, dalla rapidità con cui ci si sottopone a una terapia e da quando si smette di fumare. Si spazia da speranze di sopravvivenza simili a quelle di una persona normale per i casi lievi e trattati tempestivamente a pochi anni di vita per quelli gravi e non seguiti.

Cos’è l’enfisema polmonare

La parola enfisema ha etimologia greca e significa letteralmente “soffiare dentro”. Il riferimento è alla dilatazione e alla presenza di veri e propri buchi (o bolle) nel tessuto polmonare, legati alla distruzione degli alveoli che non sono altro che minuscole sacche irrorate da numerosi vasi sanguigni che permettono gli scambi gassosi. La perdita dei piccoli alveoli genera spazi più grandi che riduce la superficie dei polmoni e intrappola l'aria “vecchia”, ostacolando e bloccando l'arrivo di quella fresca e ricca di ossigeno. In alcune persone queste bolle possono persino occupare metà polmone. Come specificato dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS), l'enfisema polmonare è una malattia respiratoria che generalmente colpisce entrambi i polmoni; è cronica e col tempo tende a peggiorare, portando a “modifiche irreversibili e danni al tessuto polmonare”. Il Ministero della Salute indica infatti che essa è caratterizzata dalla progressiva “distruzione, dilatazione e perdita di elasticità degli alveoli”, condizione che compromette la funzione principale dei polmoni, ovvero favorire lo scambio tra ossigeno e anidride carbonica (CO2) e dunque la respirazione. Gli alveoli, presenti a grappoli agli apici dei bronchioli, sono infatti circondati da capillari dove ricevono il sangue venoso ricco di CO2 da espirare. Al contempo, durante lo scambio, il sangue si arricchisce dell'ossigeno introdotto con l'inspirazione, pronto a essere veicolato al resto dell'organismo. È un meccanismo affascinante e perfetto, che può alterarsi e incepparsi per diverse ragioni, sfociando in sintomi e complicazioni potenzialmente letali. L'enfisema polmonare e la bronchite cronica (infiammazione dei bronchi) sono i due fattori alla base della condizione medica conosciuta come broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).

Quali sono i sintomi dell’enfisema

Il sintomo principale dell'enfisema polmonare è la dispnea, o più semplicemente la difficoltà a respirare. All'inizio – e per molti anni – si può essere affetti da enfisema senza accorgersi di nulla, spiega la Mayo Clinic, poi a un certo punto si inizia a notare il fiato corto, un affanno anomalo. Prima durante l'esercizio fisico e le attività che richiedono impegno, sforzo e fatica, successivamente anche a riposo. La fame d'aria può diventare così debilitante da abbattere in modo significativo la qualità della vita dei pazienti. Tra gli altri sintomi segnalati dall'ISS figurano anche tachicardia (battito cardiaco più rapido); respiro ansimante e sibilante con possibile difficoltà a parlare; torace dilatato “a botte” – come se si stesse sempre inspirando – a causa della presenza delle suddette sacche d'aria; tosse cronica con espettorato (catarro) più frequente al mattino; e cianosi di labbra e unghie, ovvero una colorazione bluastra e violacea dovuta alla presenza di sangue poco ossigenato e ricco di CO2. Tra gli altri sintomi segnalati dal Ministero della Salute ci sono tachipnea (respiri affannosi) e affaticamento e assottigliamento del diaframma, il più importante muscolo respiratorio sito alla base della cavità toracica (che la separa da quella addominale). Possibile anche un anomalo calo ponderale, ovvero la perdita di peso. I sintomi tendono a peggiorare nel corso del tempo – gli alveoli perduti non possono essere recuperati – quindi si raccomandano controlli medici regolari, sia ai polmoni ma anche ad altri organi che possono risentire della carenza di ossigeno.

Le cause

Come già indicato, il vizio del fumo rappresenta la causa principale di enfisema polmonare. Le sostanze chimiche tossiche e irritanti in esso presenti catalizzano infatti l'infiammazione e la progressiva distruzione degli alveoli polmonari, fino a comprometterne la funzionalità. Proprio per questo smettere di fumare è il modo migliore per prevenire questa e moltissime altre patologie. Farlo immediatamente dopo la diagnosi garantisce inoltre una migliore efficacia della terapia e dunque una prognosi più favorevole. In genere i primi sintomi da enfisema polmonare da tabacco compaiono tra i 40 e i 60 anni, come indicato dalla Mayo Clinic. Tra gli altri fattori di rischio noti vi sono l'esposizione professionale e ambientale prolungata a fumi, gas, polveri, vapori e altri composti volatili in grado di infiammare e irritare le vie respiratorie (basti pensare a chi lavora in officine dove abbondano i gas di scarico dei motori o alle aree fortemente inquinate); l'immunodeficienza, ovvero un sistema immunitario debilitato; e fattori genetici e familiari. Alcune malattie come l'asma possono essere predisponenti per l'enfisema polmonare, così come la bassa concentrazione di una proteina chiamata alfa 1 anti-tripsina o AAT, coinvolta nella protezione del tessuto polmonare. Il suo deficit, in parole semplici, aumenta il rischio di danni ad alveoli e bronchioli.

La diagnosi per capire se si ha un enfisema

In genere chi è affetto da enfisema polmonare si reca dal medico quando si accorge delle difficoltà respiratorie, ovvero quando la patologia è già in fase piuttosto avanzata. Spesso infatti si tende a evitare attività faticose per scongiurare la comparsa della dispnea, magari immaginando un effetto dell'età, fino a quando il fiato corto non si manifesta anche a riposo. Innanzi ai sintomi sibillini il medico può prescrivere una serie di esami ad hoc in grado di valutare la tolleranza alla fatica e confermare la diagnosi: fra essi figurano la spirometria per valutare i volumi e flussi d'aria; radiografia toracica; TAC per valutare il danno polmonare in dettaglio; emogasanalisi per determinare i livelli di CO2 e ossigeno nel sangue; e piccole prove di resistenza come il test del cammino. Possono essere richiesti anche analisi del catarro espulso, esami cardiologici (ecocardiogramma ed elettrocardiogramma) e altri test in base alle condizioni del paziente. Dai dati raccolti il medico può formulare la diagnosi e approntare la terapia più adeguata per il trattamento della condizione. La Mayo Clinic raccomanda di consultare immediatamente un medico se il fiato corto non permette di salire le scale, se sotto sforzo le labbra e la lingua diventano blu e se si prova una certa confusione mentale.

Quali sono le terapie per trattare l'enfisema

Come già specificato, i danni agli alveoli polmonari determinati dall'enfisema sono irreversibili. Non esiste una cura per la condizione, né per la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) di cui fa parte. Tuttavia è possibile rallentare la progressione della malattia e alleviare i sintomi in modo significativo. I farmaci broncodilatatori, ad esempio, aiutano a rilassare le via aeree, ridurre la tosse e migliorare la respirazione, mentre gli steroidi riducono l'infiammazione dei tessuti danneggiati. Possono essere somministrati anche antibiotici all'occorrenza. Smettere di fumare immediatamente, seguire un'alimentazione corretta e sfruttare tecniche di respirazione può portare benefici significatici contro la fame d'aria. In taluni casi possono essere raccomandati l'ossigenoterapia e il trattamento con aerosol. Per enfisemi più gravi si può ricorrere alla chirurgia per rimuovere le parti di tessuto polmonare più danneggiate o addirittura al trapianto d'organo.

80 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views