Elezioni USA 2024, come faranno gli astronauti a votare dallo spazio per Harris o Trump
Il voto dei rappresentanti politici nelle moderne democrazie è un diritto e dovere di qualunque cittadino, ma non sempre è facile esercitarlo o permetterlo, soprattutto se durante le elezioni ci si trova lontani dal proprio comune di residenza (ad esempio all'estero) in circostanze eccezionali. Un caso emblematico è quello degli astronauti mentre sono impegnati nelle missioni spaziali, che chiaramente impediscono di tornare a casa come e quando lo si desidera per esercitare il proprio diritto di voto. Per questo motivo, sin dagli albori dell'esplorazione spaziale si è posto il problema di offrire un'opportunità a chi desiderasse esprimere la propria preferenza durante una tornata elettorale. Oggi gli astronauti della NASA a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) possono votare tramite una scheda elettorale elettronica, pertanto anche "fra le stelle" fervono i preparativi per le imminenti elezioni del presidente degli Stati Uniti del 5 novembre 2024, quando Donald Trump e Kamala Harris si sfideranno per la Casa Bianca.
I primi voti dallo spazio
I primi astronauti a votare dallo spazio furono i cosmonauti russi Georgy Dobrovolsky, Vladislav Volkov e Viktor Patsayev nel 1971 durante la missione Soyuz 11, mentre erano a bordo della stazione spaziale Salyut 1 (la prima mai costruita e mandata in orbita). I tre, loro malgrado, ebbero anche un altro tragico primato: furono i primi (e gli unici) esseri umani a perdere la vita nello spazio, a causa della depressurizzazione della capsula del rientro. Ma torniamo al diritto di voto. All'epoca lo si esercitava fondamentalmente per procura, semplicemente comunicando a una persona di fiducia al centro di comando sulla Terra la propria preferenza, che successivamente veniva inoltrata per il conteggio. Chiaramente si tratta di un sistema vetusto che non garantisce la segretezza del voto a distanza, oggi decisamente più semplice e snello grazie al supporto delle schede elettorali elettroniche, che permettono di votare in qualunque posto ci sia una connessione internet (Stazione Spaziale Internazionale compresa).
Il caso Blaha e il primo voto degli astronauti americani
Gli astronauti americani hanno dovuto attendere fino al 1997 per poter esprimere il proprio voto durante una missione spaziale. A sollevare il caso per la prima volta fu l'astronauta della NASA John Blaha, mentre era bordo della stazione spaziale russa MIR nel 1996. Il veterano, con all'attivo sei missioni sullo Space Shuttle, voleva votare per le elezioni presidenziali di quell'anno (la sfida vinta da Bill Clinton), ma non ci riuscì. La NASA, come spiegato da IFLScience, aveva predisposto un piano per il voto a distanza, ma la procedura fu bloccata dal Segretario di Stato del Texas perché in quello stato non era stato ancora predisposto il voto elettronico. Questa circostanza diede il via a normare le procedure per gli astronauti in tutti gli USA, così nel 1997 David Wolf passò alla storia come il primo degli “uomini delle stelle” americani a poter esprimere il proprio voto dallo spazio, nel caso specifico dalla MIR. Per la cronaca, si trattava delle elezioni locali a Houston.
Come si vota oggi sulla Stazione Spaziale Internazionale
La procedura attuale è stata recentemente spiegata nel dettaglio dalla NASA, in vista dell'attesissimo confronto elettorale del 5 novembre tra l'ex presidente Donald Trump per i repubblicani e la vicepresidente in carica Kamala Harris per i democratici. Ci sono innanzitutto due opzioni: il voto anticipato e la votazione elettronica. La prima prevede la compilazione e la consegna anticipate della scheda elettorale, come fatto ad esempio nel 2012 da Sunita Williams e Kevin Ford prima di volare sulla ISS; la seconda si basa una scheda elettorale elettronica. Per ottenere la scheda gli astronauti devono compilare la Federal Post Card Application, un documento per il voto a distanza che può richiedere qualunque cittadino americano. Una volta ottenuto si può procedere alla votazione da remoto tramite connessione criptata, anche dallo spazio.
Per gli astronauti della NASA, sulla ISS l'intero processo viene gestito dal programma Space Communication and Navigation (ScaN). Dopo aver espresso la propria preferenza da un computer, i dati delle schede elettorali elettroniche viaggiano attraverso la Near Space Network e dal Tracking and Data Relay Satellite System nello spazio vengono trasmessi sulla Terra a un'antenna della White Sands Test Facility a Las Cruces, nel New Mexico. Da qui i dati vengono trasferiti al Johnson Mission Control Center di Houston (Texas) e infine trasferiti al segretario responsabile del voto, il referente elettorale della contea in cui risiede l'astronauta. La scheda è completamente criptata e solo il segretario e l'astronauta firmatario possono leggere il nome del candidato prescelto. Un processo un po' più laborioso di una semplice e-mail, ma a completa tutela della privacy e della segretezza del voto espresso fra le stelle.