È vero che i terremoti avvengono sempre di notte? La sismologa spiega perché è una falsa credenza

Nella notte tra mercoledì 12 e giovedì 13 marzo l'area dei Campi Flegrei, a ovest di Napoli, è stata interessata da una nuova scossa di terremoto, questa volta più intensa del solito. Si tratta di un nuovo episodio legato agli sciami sismici che periodicamente si verificano in questa regione, uno dei centri vulcanici più attivi al mondo e per questo soggetto a un continuo bradisismo. Si tratta di un fenomeno che causa l'innalzamento e abbassamento periodico del suolo rispetto al livello del mare, movimento che può sfociare, anche in base alla velocità con cui avviene, in sciami sismici più o meno intensi.
Rispetto alle ultime scosse registrate tra il 15 e il 19 febbraio 2025, però il terremoto di questa notte è stato più violento per diverse ragioni: la scossa, di magnitudo 4.4, registrata alle ore 01:25 di giovedì 13 marzo è stata infatti la più intensa degli ultimi 40 anni. Le due più forti registrate a febbraio dal bollettino dell'Osservatorio Vesuviano Ingv – il mese con la maggiore attività degli ultimi 40 anni con i suoi 1813 eventi – non superavano infatti magnitudo 3.9. Oltre alla magnitudo, la stessa del terremoto che ha colpito l'area a maggio 2024, ha inciso anche la durata: questa volta infatti, a parità di magnitudo, la scossa è stata più lunga.
C'è però un dato che sembra accomunare molti eventi sismici, ovvero l'orario in cui si verificano. Molte persone sono infatti convinte che i terremoti capitino più frequentemente di notte che di giorno. Ma è davvero così? Fanpage.it ne ha parlato con Lucia Margheriti, direttrice dell'Osservatorio nazionale terremoti dell'Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia).
I terremoti capitano più spesso di notte?
È vero che alcuni dei terremoti più violenti avvenuti negli ultimi anni in Italia si sono verificati di notte: ad esempio, il terremo dell'Aquila del 6 aprile 2009 è avvenuto alle 3.32, così come il terremoto che ha sconvolto il Centro Italia si è verificato più o meno alla stessa ora. Ricordiamo tutti l'orologio di Amatrice fermo alle 3:36, diventato poi simbolo di quel terremoto e delle sue 299 vittime. Allo stesso modo – anche se fortunatamente non paragonabile in intensità – la scossa più recente che ha colpito i Campi Flegrei si è verificata a notte inoltrata, alle 01:25.
Ma, a ben guardare, molti terremoti, anche gravi, si sono verificati in pieno giorno. Anche solo limitandoci agli ultimi 25 anni, erano le 9.00 quando si verificò la prima scossa del terremoto del 29 maggio 2012 in Emilia-Romagna, in cui persero la vita 20 persone. Così come in pieno giorno, il 18 gennaio 2017, furono registrare le ultime scosse della sequenza sismica del Centro Italia iniziata nel 2016.
Cosa dice la geologia: la risposta dell'esperta
In realtà, infatti, "Da un punto di vista scientifico la frequenza dei terremoti non è assolutamente legata all'orario o al momento della giornata – spiega Margheriti – quando siamo a casa, a riposo e fermi è molto più facile percepire le scosse di bassa entità, anche quelle che stando fuori casa, in movimento, non avremmo avuto modo di avvertire. Ma da un punto di vista scientifico non c'è nessuna ragione che motiverebbe una maggiore frequenza dei terremoti di notte.
"Ricordiamo che le scosse sistemiche – prosegue l'esperta – sono il risulto della tettonica a placche, ovvero dai movimenti delle varie sezione della crosta terreste una rispetto all'altra e quindi degli sforzi che si accumulano al suo interno: quando questi sforzi superano la resistenza della rocce si verificano i terremoti. Ma la tettonica a placche non è assolutamente influenzata dall'alternanza tra giorno e notte".
Quindi, in realtà, secondo la geologia non si tratterebbe altro che di un caso. Questa idea comune sarebbe infatti dovuta più a una percezione collettiva, motivata dal fatto che le scosse notturne sembrano essere più forti perché la maggior parte delle persone è a casa, in totale silenzio, in condizioni in cui è più facile avvertirle.
Inoltre, gli eventi che si verificano di notte, magari mentre stiamo dormendo, hanno normalmente un impatto psicologico maggiore perché ci sorprendono in un momento in cui siamo più vulnerabili e ci sentiamo più indifesi. La convinzione secondo cui quindi i terremoti notturni siano più frequenti di quelli diurni sarebbe motivata più da fattori psicologici che non geologici o scientifici.