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Due Super Terre scoperte in orbita attorno a una stella “vicina”: scienziati entusiasti

A 33 anni luce dal nostro pianeta sono state scoperte due Super Terre attorno a una stella piccola e fredda. Per gli scienziati sono bersagli prioritari.
A cura di Andrea Centini
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Credit: NASA/JPL-Caltech
Credit: NASA/JPL-Caltech

Un sistema multiplanetario con due Super Terre è stato scoperto nel cuore della Via Lattea, ad “appena” 33 anni luce dal nostro pianeta. Una distanza ridotta dal punto di vista squisitamente astronomico. Per Super Terra si intende un qualsiasi pianeta roccioso con una massa compresa tra 1,9 e 10 masse terrestri. In questo caso i due oggetti, chiamati HD 260655 b e HD 260655 c, hanno rispettivamente masse 2 e 3 volte superiori a quelle della Terra. Purtroppo entrambi i corpi celesti orbitano al di fuori della zona abitabile (o di Goldilock); si tratta della fascia di spazio attorno alla stella di riferimento che potenzialmente permette l'esistenza di acqua liquida sulla superficie di un pianeta. In pratica, i pianeti in questa fascia non si trovano né troppo vicini né troppo lontani dall'astro. Le due Super Terre risultano invece piuttosto prossimi alla stella HD 260655, una nana di classe M, fredda e piccola. Ciò esclude la possibilità che sulle due Super Terre sia presente la vita, perlomeno quella che conosciamo noi.

A descrivere i due pianeti extrasolari (esopianeti) appena scoperti è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Massachusetts Institute of Techonology, meglio conosciuto con l'acronimo di MIT. I ricercatori, coordinati dalla dottoressa Michelle Kunimoto, membro del prestigioso Kavli Institute for Astrophysics and Space Research dell'istituto statunitense, hanno intercettato i corpi celesti analizzando i dati del “cacciatore di pianeti” della NASA Transiting Exoplanet Survey Satellite o TESS, erede del compianto Telescopio Spaziale Kepler. Questo strumento è specializzato nell'identificare gli esopianeti attraverso la tecnica del transito, ovvero dalle variazioni di luminosità che si verificano su una stella dovute al passaggio dei pianeti. In pratica, da mini eclissi. Da questa e altre informazioni, come ad esempio quanto la stella viene “stirata” dall'attrazione gravitazionale esercitata dai corpi celesti, gli scienziati possono estrapolare dati preziosi sui pianeti, come ad esempio le masse e le dimensioni. HD 260655 b, ad esempio, risulta essere circa 1,2 volte più grande della Terra, mentre HD 260655 c è leggermente più grande, 1,5 volte.

Incrociando i dati del TESS con quelli d'archivio registrati da altri strumenti, come lo spettrometro ad alta risoluzione “Echelle” sul telescopio Keck alle Isole Hawaii e lo spettrometro CARMENES dell'Osservatorio di Calar Alto (Spagna), la dottoressa Kunimoto e i colleghi hanno anche determinato che il pianeta più vicino orbita attorno alla stella in soli 2,8 giorni, mentre il secondo impiega poco meno di una settimana, 5,7 giorni. Ciò significa che un anno, su queste Super Terre, dura meno di 3 e 7 giorni terrestri. La vicinanza alla stella determina temperature estreme sulle loro superfici, pari a 435° C per HD 260655 b e 284° C per HD 260655 c. Se ci fosse vita, non sarebbe certo quella che conosciamo noi sulla Terra. Gli scienziati non escludono tuttavia che possano esserci altri mondi rocciosi attorno alla stella nana, magari a una distanza tale da permettere l'esistenza di acqua liquida.

Nonostante si tratti di mondi roventi, i due pianeti sono comunque un eccezionale obiettivo per studiare le atmosfere degli esopianeti, soprattutto adesso che è stato lanciato il Telescopio Spaziale James Webb, che tra i suoi principali obiettivi ha proprio gli studi atmosferici dei mondi alieni. “Entrambi i pianeti in questo sistema sono considerati tra i migliori bersagli per lo studio atmosferico a causa della luminosità della loro stella”, ha dichiarato la dottoressa Kunimoto in un comunicato stampa del MIT. “C'è un'atmosfera ricca di volatili intorno a questi pianeti? E ci sono segni di acqua o specie a base di carbonio? Questi pianeti sono fantastici banchi di prova per quelle esplorazioni”, ha aggiunto con entusiasmo la scienziata. Non resta che attendere la piena operatività del James Webb, recentemente colpito da un micrometeoroide. I dettagli della ricerca sui due esopianeti sono stati presentati al meeting dell'American Astronomical Society, attualmente in corso di svolgimento.

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