video suggerito
video suggerito

Due orche hanno fatto sparire da sole mille squali bianchi: adorano il loro fegato

Da alcuni anni due esemplari maschi di orca, Port e Starboard, stanno creando scompiglio tra le popolazioni di squali bianchi – e altre specie – innanzi alle coste del Sudafrica. In una delle aree precedentemente note tra le più ricche di questi grandi predatori, nel 2024 sono stati avvistati solo dieci esemplari. I cetacei attaccano gli squali per una ragione: divorare il loro fegato.
A cura di Andrea Centini
0 CONDIVISIONI
Le orche attaccano e uccidono uno squalo bianco. Credit: Sea Search Research & Conservation / screenshot youtube /  https://youtu.be/aK0iqgO_inE / Christian Stopforth
Le orche attaccano e uccidono uno squalo bianco. Credit: Sea Search Research & Conservation / screenshot youtube /  https://youtu.be/aK0iqgO_inE / Christian Stopforth

Le acque innanzi al Sudafrica sono tra i principali hotspot di squali bianchi (Carcharodon carcharias) al mondo, dove in molti vengono a studiarli o semplicemente ammirarli come turisti. Tra le aree più abbondanti di questi maestosi predatori vi erano quelle di Gansbaai, città della provincia del Capo Occidentale affacciata sulla baia di Walker, a sua volta immersa nell'Oceano Atlantico. Qui, negli scorsi anni, se ne contava una popolazione di circa mille esemplari; nel 2024 gli ittiologi hanno documentato la presenza di soli dieci squali bianchi. La ragione di questa scomparsa, incredibilmente, è attribuita alla misteriosa e improvvisa apparizione di due orche (Orcinus orca), Port e Starboard, due esemplari maschi che dal 2015 hanno iniziato a frequentare assiduamente le acque di Gansbaai e zone limitrofe.

Da allora gli scienziati hanno iniziato a trovare un numero sempre maggiore di carcasse di squali sulle spiagge sudafricane, non solo bianchi, ma anche squali manzo nasolargo (Notorynchus cepedianus), squali bronzei (Carcharhinus brachyurus) – i più numerosi tra quelli uccisi – e altre specie. Il primo squalo bianco a essere ritrovato senza vita è stato un esemplare femmina lungo meno di 3 metri, individuato all'inizio di febbraio del 2017. La maggior parte degli esemplari deceduti, perlomeno quelli le cui carcasse risultavano perlopiù integre, aveva la medesima, grande e chirurgica ferita dietro le pinne pettorali. È stato determinato che le due orche, dal comportamento peculiare, uccidono i pesci cartilaginei in quel modo per una precisa ragione: rimuoverne e divorarne il fegato, la parte che evidentemente apprezzavano di più.

Un'orca attacca e uccide uno squalo bianco, cibandosi del suo fegato. Credit: Christiaan Stopforth, Drone Fanatics SA
Un'orca attacca e uccide uno squalo bianco, cibandosi del suo fegato. Credit: Christiaan Stopforth, Drone Fanatics SA

Come raccontato al Guardian dalla biologa marina Alison Towner dell'Università di Rhodes, specializzata proprio nello studio degli squali bianchi, i ricercatori hanno iniziato ad accorgersi di strani spostamenti di questi animali, alcuni dei quali venivano rilevati a centinaia di chilometri di distanza dai luoghi in cui erano avvistati e monitorati abitualmente. Dopo il ritrovamento di tre carcasse di squalo bianco in soli cinque giorni, per due mesi interi gli esperti non ne videro nemmeno un esemplare a Gansbaai. Era chiaro che le uccisioni fossero in qualche modo collegate alla scomparsa dei grandi predatori, che evidentemente si davano ala fuga dall'area per la presenza di un grave pericolo. Esso era (e lo è tuttora) rappresentato proprio dalla presenza di Port e Starboard, che danno una caccia spietata agli squali proprio per nutrirsi del loro fegato. Basti sapere che nelle acque di Mossel Bay, nel 2023, questi due mammiferi marini sono stati in grado di attaccare e uccidere 17 squali in appena due ore (non squali bianchi).

Dopo ogni uccisione, gli squali bianchi tornavano qualche tempo dopo a ripopolare l'area di Gansbaai in numero sempre inferiore, sino ai numeri drammatici registrati nel 2024, con appunto solo dieci avvistamenti. A maggio del 2022 è stato documentato per la prima volta – grazie a un video ripreso da un drone – l'attacco di Starboard a uno squalo bianco, un esemplare di circa 3 metri. Nelle immagini si vede il possente cetaceo mentre morde la cintura pettorale del pesce per strapparne e divorarne il fegato. In quel caso c'erano più esemplari di orca attorno allo sventurato squalo bianco. Poiché è noto che questi predatori sono in grado di trasmettere le tecniche di caccia ad altri esemplari, come una vera e propria cultura, non si può escludere che diversi altri esemplari di orca lungo le coste sudafricane stiano attuando questi assalti conto i selaci. In pratica, capovolgono i pesci e li prendono a morsi poderosi dietro le pinne. La tecnica comunque non è usata solo da Port e Starboard; nel 2023 un sub ha filmato un attacco per il fegato anche contro un maestoso squalo balena.

Video thumbnail

Dopo alcuni anni dall'inizio degli attacchi la dottoressa Towner e i colleghi sono riusciti ad assistere in prima persona a queste predazioni delle orche sugli squali, evidenziando che i pesci sopravvivono un paio di minuti (in una tremenda agonia) dopo essere stati privati del fegato. Le orche lo adorano perché è una parte particolarmente ricca di grassi e nutrienti, che fornisce molta energia. Ma questa moria di squali bianchi e la loro conseguente scomparsa sta avendo un impatto significativo sugli equilibri degli ecosistemi locali. Ad esempio sono aumentate sensibilmente le popolazioni di foca orsina del Capo e di squali bronzei, che sono tra le principali prede dei grandi bianchi. A causa di questa mancanza di predatori, gli scienziati spiegano che le foche sono “diventate più audaci” e ora predano pure dei pinguini minacciati di estinzione. L'assenza degli squali sta anche favorendo la diffusione di alcune malattie, dato che la selezione naturale è stata alterata.

Credit: Christiaan Stopforth, Drone Fanatics SA
Credit: Christiaan Stopforth, Drone Fanatics SA

Gli scienziati hanno sì sottolineato gli effetti negativi della comparsa di queste due orche nello scenario sudafricano, ma evidenziano anche la grave minaccia che incombe su tutti gli squali del pianeta, a causa della caccia indiscriminata perpetrata dall'uomo. Con 100 milioni di esemplari uccisi ogni anno, le popolazioni di molte specie sono crollate in mezzo secolo e alcune sono state portate sull'orlo dell'estinzione. Secondo alcuni studiosi potrebbe esserci lo zampino dell'uomo anche sull'apparizione improvvisa di Port e Starbord. I due esemplari maschi, come mostrano le foto dell'articolo, hanno infatti la pinna dorsale piegata di lato, una caratteristica frequente nelle orche tenute in cattività; alcuni esperti non escludono che le due orche potessero far parte di un qualche programma e poi sono state reimmesse in natura, dove col loro comportamento peculiare stanno creando i problemi noti lungo le coste sudafricane. Chiaramente non ne hanno alcuna colpa, dato che sono animali che agiscono in base alla propria natura e ai propri istinti. Sarebbe comunque inquietante se anche in questa storia ci fosse la mano dell'uomo.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views