video suggerito
video suggerito

Droga psicoattiva abbatte depressione, ansia e disabilità legate a un trauma cranico: lo studio

Uno studio ha determinato che l’ibogaina, una droga psicoattiva illegale in Italia, è in grado di ridurre sensibilmente i sintomi di depressione, ansia e disturbo post traumatico causati da una lesione cerebrale, oltre a “cancellare” la disabilità funzionale. I risultati della ricerca.
A cura di Andrea Centini
171 CONDIVISIONI
Immagine

Uno studio ha determinato che l'ibogaina, una droga psicoattiva, si è dimostrata estremamente efficace nell'abbattere i disturbi funzionali e neuropsichiatrici innescati da significative lesioni cerebrali traumatiche (TBI), come quelle derivate da un trauma cranico. Più nello specifico, oltre ad aver “cancellato” la disabilità, l'uso della sostanza stupefacente è stato associato a un drastico miglioramento dei sintomi di ansia, depressione e disturbo da stress post-traumatico (PSTD). L'ibogaina è un alcaloide estratto principalmente dalle radici della pianta chiama iboga (Tabernanthe iboga), un arbusto perenne originario dell'Africa centro-occidentale. Da secoli, se non millenni, viene impiegata nei rituali religiosi e in cerimonie tradizionali di diversi Paesi africani, tra i quali il Camerun, il Gabon e la Repubblica del Congo. È ad esempio al centro della religione Bwiti. La ragione risiede nel fatto che questa sostanza psicoattiva, agendo sul sistema nervoso centrale, ha un forte potere allucinogeno e dissociativo, che anche a piccole dosi è in grado di innescare visioni e viaggi psichedelici.

Agli inizi degli anni '60 si scoprì che questa sostanza era in grado di arrestare la dipendenza e tenere a bada i sintomi dell'astinenza da eroina e altri oppiodi, pertanto viene impiegata contro le tossicodipendenze nei centri specializzati di diversi Paesi. In molti altri, tuttavia, si tratta di una sostanza stupefacente del tutto illegale. Lo è ad esempio in Italia, negli Stati Uniti e in Svizzera, ma non in Messico. Nonostante le restrizioni, la ricerca sulle sostanze psicoattive ha ripreso slancio negli ultimi anni, facendo emergere risultati clinici interessanti. Come emerso da recenti studi, infatti, sostanze psicotrope analoghe all'ibogaina come l'acido lisergico (meglio conosciuto con l'acronimo di LSD) e la psilocibina (il principio attivo dei cosiddetti funghetti allucinogeni o magici) hanno dimostrato una certa efficacia contro disturbi mentali. Ad esempio, una recente ricerca guidata da scienziati dell'Institute of Psychiatry, Psychology, and Neuroscience presso il King's College di Londra ha dimostrato che la psilocibina può trattare la depressione grave. Partendo da tutti questi presupposti, un team di ricerca internazionale ha deciso di testare l'efficacia dell'ibogaina su pazienti colpiti da lesione cerebrale traumatica (TBI), una delle principali cause di disabilità al mondo.

A condurre lo studio è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati statunitensi del Dipartimento di psichiatria e scienze comportamentali della Scuola di Medicina dell'Università di Stanford, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Università di Palo Alto, del Veterans Affairs Palo Alto Health Care System, dell'azienda canadese Ambio Life Sciences e di altri istituti. I ricercatori, coordinati dal professor Nolan R. Williams, docente di psichiatria e scienze comportamentali presso il Laboratorio di stimolazione cerebrale dell'ateneo californiano, hanno coinvolto nello studio trenta militari veterani delle Forze Speciali (SOF), tutti affetti da disabilità funzionale e disturbi neuropsichiatrici (da lievi a moderati) a causa di traumi cranici subiti durante le operazioni di combattimento. I partecipanti sono stati portati in varie cliniche del Messico per il trattamento con l'ibogaina (più il magnesio), dove la sostanza è legale.

All'inizio dello studio i partecipanti avevano un punteggio del Disability Assessment Schedule 2.0 (WHODAS-2) dell’OMS di almeno 30; ciò significa che, in generale, avevano disabilità da lieve a moderata, ma alcuni avevano punteggi molto più alti. A causa del grave trauma cranico subito in combattimento erano colpiti da varie condizioni: in 23, ad esempio, avevano un disturbo da stress post-traumatico; 14 soffrivano di ansia e 15 erano dipendenti da alcol. Non mancavano pensieri suicidari (19) e in sette avevano tentato il suicidio. Dopo il trattamento con l'ibogaina il punteggio medio WHODAS-2 è sceso repentinamente al di sotto di 20; ciò significa che la disabilità era diventata “borderline o lieve”, come spiegato da IFLScience. Miglioramenti significativi sono stati osservati anche nella funzione esecutiva e nella cognizione dei militari. A un mese dall'inizio della terapia i benefici sono stati enormi, col punteggio sceso a 5,1, equivalente ad assenza di disabilità. Inoltre sono crollati i sintomi di depressione (-87 percento), disturbo da stress post traumatico (- 88 percento) e ansia (- 81 percento) e migliorati la concentrazione, l'elaborazione delle informazioni, la memoria e altre funzioni cognitive.

“Nessun altro farmaco è mai stato in grado di alleviare i sintomi funzionali e neuropsichiatrici della lesione cerebrale traumatica”, ha dichiarato il professor Williams in un comunicato stampa. “I risultati sono drammatici e intendiamo studiare ulteriormente questo composto. Oltre a trattare il trauma cranico, penso che questo potrebbe emergere come un farmaco di riabilitazione neurologica più ampio. Penso che si rivolga a tutta una serie di diverse aree del cervello e possa aiutarci a capire meglio come trattare altre forme di disturbo da stress post-traumatico, ansia e depressione che non sono necessariamente legate al trauma cranico”, ha chiosato l'esperto.

Come indicato, i risultati dovranno essere confermati da trial clinici più approfonditi e con un numero più ampio di partecipanti, considerando i limiti di questo studio (i partecipanti possono infatti aver beneficiato anche dalla “vacanza” in Messico, non solo dalla terapia). I dettagli della ricerca “Magnesium–ibogaine therapy in veterans with traumatic brain injuries” sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Medicine.

171 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views