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Drammatico aumento delle malattie croniche nei bambini in pochi anni: cosa sta succedendo

Ricercatori statunitensi hanno determinato che nel giro di venti anni sono aumentate sensibilmente nei bambini condizioni come asma, ADHD/ADD, convulsioni e problemi di salute mentale come ansia e depressione.
A cura di Andrea Centini
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Nel giro di venti anni la diffusione delle malattie croniche nei bambini è aumentata in modo significativo, passando da una prevalenza del 23 percento nella fascia d'età 5 – 17 anni a oltre il 30 percento. Ciò significa un incremento di 0,24 punti percentuali ogni anno. È quanto emerso da un nuovo studio condotto negli Stati Uniti che ha valutato la prevalenza di patologie croniche e limitazioni funzionali tra il 1999 e il 2018 in bambini, adolescenti e giovani adulti. Molti di questi pazienti potrebbero essere curati efficacemente con le terapie disponibili, tuttavia non tutti hanno accesso ad una assistenza sanitaria di qualità. Il dato, pur specifico per gli USA, potrebbe essere replicabile in altri Paesi occidentali; al netto delle significative differenze nel funzionamento del sistema sanitario a stelle e strisce, infatti, i ricercatori spiegano che le cause di questo aumento riflettono una “complessa interazione tra biologia individuale, contesto e ambiente della comunità e sistemi sanitari”. Sono dunque coinvolti fattori che vanno al di là del solo sistema sanitario in vigore.

A determinare che l'incidenza delle malattie croniche e delle limitazioni funzionali nei bambini è aumentata dell'8 percento nel giro di appena 20 anni è stato un team di ricerca statunitense composto da scienziati della Division of General Internal Medicine & Health Services Research presso l'Università della California di Los Angeles, del Brigham and Women's Hospital di Boston, del Boston Children's Hospital e della Scuola di Medicina dell'Università di Harvard. I ricercatori Lauren E. Wisk e Niraj Sharma sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato statisticamente i dati di oltre 236.000 partecipanti di età compresa tra 5 e 25 anni, tutti coinvolti nello studio National Health Interview Survey (NHIS), grazie al quale era disponibile un ampio database sulle loro condizioni cliniche. Il campione era rappresentativo della popolazione nazionale statunitense nella fascia di età di riferimento.

Come indicato, dall'analisi dei dati è stato osservato un aumento rilevante di patologie croniche e disfunzioni tra bambini e adolescenti con un'età compresa tra i 5 e i 17 anni. Più nello specifico, La prevalenza ha avuto un incremento dal 22,57 percento nel biennio 1999/2000 al 30,21 percento in quello 2017/2018. Questo aumento si traduce in 130.000 bambini in più all'anno affetti da patologie croniche e limitazioni funzionali. Tra quelle indicate dagli esperti figurano ADHD/ADD, autismo e asma. Per quanto concerne la fascia d'età dei giovani adulti, tra i 18 e i 25 anni, la prevalenza è aumentata anche di più nello stesso arco temporale, ovvero dal 18,5 percento al 29 percento. In questo caso l'incremento annuo è stato di 0,33 punti percentuali, con 80.000 pazienti in più ogni 12 mesi. In questa fascia d'età asma, convulsioni, epilessia e prediabete rappresentano le malattie croniche con maggiore frequenza. Le limitazioni funzionali più diffuse rilevate dallo studio erano principalmente legate a problemi di salute mentale come ansia, depressione e difficoltà nella gestione delle emozioni, ma erano diffusi anche problemi muscolari, scheletrici e al linguaggio.

“La maggior parte dei giovani con patologie croniche ha bisogno di accedere ai servizi sanitari e sociali per il resto della propria vita, ma il nostro sistema sanitario non è strutturato per trasferire con successo i giovani dalle cure pediatriche a quelle focalizzate sugli adulti e molti di questi giovani rischiano di disimpegnarsi dalle cure e di sperimentare peggioramenti della malattia”, ha affermato in un comunicato stampa la professoressa Wisk. “Dovremmo investire nell'assistenza a questi giovani affinché si sottopongano in modo appropriato all'assistenza sanitaria per tutto il corso della loro vita, al fine di proteggere la loro salute e il loro benessere e facilitare la loro massima partecipazione nella società per quanto riguarda istruzione, vocazione, gruppi sociali e spazi comunitari”, ha chiosato la scienziata. I ricercatori hanno osservato che la maggiore prevalenza di queste condizioni colpiva giovani e bambini di famiglie in condizioni socioeconomiche disagiate e con una maggiore probabilità di avere un'assicurazione sanitaria pubblica e non privata (considerato uno dei grandi problemi del sistema sanitario statunitense).

Tra le cause di questo significativo incremento si considerano cambiamenti ambientali e nello stile di vita, come il seguire diete alimentari disequilibrate e una maggiore sedentarietà; il crescente deterioramento della salute mentale tra i giovani, acutizzato dalla recente pandemia, i cui dati non sono comunque rientrati nello studio; e anche un miglioramento nei metodi diagnostici e nella consapevolezza di determinati problemi, che in passato venivano trascurati. Sono tuttavia presenti alcuni limiti dello studio da non sottovalutare. I dettagli della ricerca “Prevalence and Trends in Pediatric-Onset Chronic Conditions in the United States, 1999-2018” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Academic Pediatrics.

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