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Dosi elevate di stimolanti associate a deliri e allucinazioni: rischio psicosi molto più alto

Un team di ricerca statunitense ha scoperto una forte associazione tra un dosaggio elevato di anfetamine e il rischio di manifestare attacchi psicotici come deliri e allucinazioni. Le anfetamine (o amfetamine) sono stimolanti prescritti per contrastare diverse condizioni mediche, oltre che sostanze stupefacenti.
A cura di Andrea Centini
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I ricercatori hanno trovato una forte associazione statistica tra dosi elevate di stimolanti e un rischio significativo di attacchi psicotici, che risulta essere oltre cinque volte superiore in chi le assume. Più nello specifico, l'associazione è stata trovata con le anfetamine o amfetamine, sostanze stupefacenti inserite in tabella 1 in Italia assieme a morfina, eroina, LSD, ketamina, psilobicina e altre. Nonostante abbiano un elevato rischio di abuso e dipendenza, le anfetamine hanno anche diverse applicazioni mediche come stimolanti. Vengono ad esempio prescritte per la gestione del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD), come farmaco anoressizzante per il contrasto all'obesità, come antidepressivi e contro la narcolessia. Studi precedenti avevano trovato associazioni tra psicosi, mania e assunzione di stimolanti, tuttavia non avevano indagato a fondo il dosaggio. Il nuovo studio evidenzia proprio l'impatto negativo delle dosi elevate.

A condurre lo studio di associazione, che non mostra rapporti di causa – effetto e che dunque dovrà essere suffragato da ulteriori indagini, è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del McLean Hospital di Belmont (Massachusetts), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Divisione di farmacoepidemiologia e farmacoeconomia del Brigham and Women's Hospital, del Dipartimento di psichiatria della Scuola di Medcina dell'Università di Harvard e del Dipartimento di psichiatria del Massachusetts General Hospital. I ricercatori, coordinati dalla dottoressa Lauren V. Moran della Divisione dei disturbi psicotici del McLean Hospital, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato statisticamente le cartelle cliniche di migliaia di persone con età compresa tra i 16 e i 35 anni (la fascia più colpita da attacchi psicotici), ricoverate presso il nosocomio psichiatrico di Belmont tra il 2005 e il 2019. Nello specifico hanno valutato le probabilità di insorgenza di psicosi in oltre 1.300 pazienti ricoverati proprio per un primo episodio psicotico e in 2.700 soggetti del gruppo di controllo ricoverati per depressione, ansia e altre ragioni, mettendole in relazione con la recente assunzione di anfetamine.

Incrociando tutti i dati è emerso che chi aveva assunto anfetamina (prescritta dal medico) il mese precedente presentava un rischio sensibilmente superiore di attacco psicotico. Ricordiamo che per psicosi si intende un disturbo psichiatrico severo caratterizzato da pensiero alterato, deliri, allucinazioni, linguaggio disorganizzato e movimenti non coordinati “che indicano perdita di contatto con la realtà”, come sottolineato dagli autorevoli Manuali MSD per operatori sanitari. Il rischio di psicosi è risultato essere del 63 percento superiore per qualsiasi dosaggio di anfetamina e del'81 percento più elevato per le dosi elevate. Un dosaggio superiore a 30 milligrammi di destroamfetamina è risultato associato a un rischio di psicosi circa 5,3 volte più alto.

“I farmaci stimolanti non hanno un limite massimo di dosaggio sulle loro etichette e i nostri risultati mostrano che è chiaro che la dose è un fattore nel rischio di psicosi e dovrebbe essere una considerazione fondamentale quando si prescrivono stimolanti”, ha dichiarato la dottoressa Moran in un comunicato stampa. “Questo è un effetto collaterale raro ma grave che dovrebbe essere monitorato sia dai pazienti che dai loro medici ogni volta che questi farmaci vengono prescritti”, ha chiosato la scienziata, aggiungendo che gli specialisti dovrebbero prendere in considerazione i farmaci con un analogo effetto che nello studio non hanno innescato psicosi. Ad esempio, con il metilfenidato “non è stato osservato alcun aumento significativo del rischio” di psicosi. Sottolineiamo che si è trattato di uno studio di associazione che non mostra rapporti di causa – effetto, inoltre lo studio è stato condotto solo con pazienti psichiatrici, pertanto i risultati potrebbero essere differenti nella popolazione generale. I dettagli della ricerca “Risk of Incident Psychosis and Mania With Prescription Amphetamines” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Psychiatry online.

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