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Dormire allunga la vita, ma solo se il tuo sonno ha questi cinque ingredienti

Lo rileva una nuova ricerca scientifica che verrà presentata al Congresso mondiale di Cardiologia da un team di clinici della Harvard Medical School di Boston.
A cura di Valeria Aiello
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Dormire bene protegge non solo il cuore, ma allunga anche la vita. Lo afferma una nuova ricerca che verrà presentata in occasione del Congresso mondiale di Cardiologia a New Orleans, in Lousiana, il prossimo 6 marzo. L’analisi, anticipata dall’American College of Cardiology (ACC), ha rilevato che un buon sonno ha evidenti benefici a lungo termine, ma solo se il riposo notturno presenta determinati ingredienti, o meglio, cinque diversi fattori di qualità. Questi fattori, ha spiegato il co-autore dello studio Frank Qian, ricercatore clinico presso la Harvard Medical School e medico di medicina interna presso il Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, possono allungare la vita anche di cinque anni.

Dormire bene può allungare la vita anche di cinque anni

Per l’analisi, Qian e colleghi, hanno esaminato i dati di 172.321 persone (età media 50 e 54% donne) che, tra il 2013 e il 2018, hanno partecipato al National Health Interview Survey, un sondaggio condotto ogni anno dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC ) degli Stati Uniti e dal National Center for Health Statistics per valutare la salute degli americani e che include anche domande sul sonno e le abitudini del riposo notturno. Queste informazioni, collegate ai dati National Death Index (fino al 31 dicembre 2019), hanno permesso ai ricercatori di esaminare sia la qualità del sonno dei partecipanti, sia di identificare quali fossero i fattori più benefici sulla salute generale.

In particolare, i ricercatori hanno valutato cinque diversi fattori di qualità del sonno, ovvero i cinque comportamenti che sono risultati associati a una vita più lunga:

  • durata del sonno ideale da sette a otto ore a notte;
  • difficoltà ad addormentarsi non più di due volte a settimana;
  • difficoltà nel restare addormentati non più di due volte a settimana;
  • non usare farmaci per dormire;
  • sentirsi ben riposati dopo essersi svegliati almeno cinque giorni alla settimana.

Ad ogni fattore è stato assegnato un punteggio (da zero a uno per ciascuno), per un massimo di cinque punti, che indicava la massima qualità del sonno. “Se le persone hanno tutti questi comportamenti di sonno ideali, è più probabile che vivano più a lungo –  ha detto Qian – . Pertanto, se riusciamo a migliorare il sonno in generale e identificare precocemente i disturbi del sonno, potremmo essere in grado di ridurre la mortalità prematura”.

I benefici del buon sonno

Tenendo conto dei fattori che potrebbero aver aumentato il rischio di morte nei partecipanti, come il fumo, il consumo di alcolici e altre condizioni mediche, i ricercatori hanno osservato che rispetto alle persone che avevano fattori di qualità del sonno da zero a uno, coloro che li presentavano tutti e cinque avevano il 30% di probabilità in meno di morire per qualsiasi causa, il 21% di probabilità in meno di morire per malattie cardiovascolari, il 19% di probabilità in meno di morire di cancro e il 40% di probabilità in meno di morire per cause diverse da malattie cardiache o cancro. Secondo Qian, questi altri decessi sono probabilmente dovuti a incidenti, infezioni o malattie neurodegenerative, come la demenza e il morbo di Parkinson, ma sono necessarie ulteriori ricerche per arrivare ad attribuire tale relazione.

Lo studio ha inoltre messo in evidenza una sostanziale differenza tra gli uomini e le donne che hanno riportato tutte e cinque le misure qualità del sonno: per gli uomini, l'aspettativa di vita era maggiore di 4,7 anni mentre per le donne è risultata superiore ai 2,4 anni, rispetto a coloro che non avevano nessuno o solo uno dei cinque fattori. L’analisi non ha però determinato perché, pur avendo una stessa qualità del sonno, gli uomini abbiano avuto il doppio dell’aumento dell’aspettativa di vita rispetto alle donne, il che rende necessaria la progettazione di nuovi studi per affrontare le carenze di questa prima analisi.

Ciò che è però emerso, mette in luce come “anche fin dalla giovane età, sviluppare queste buone abitudini del sonno per dormire a sufficienza, assicurandosi di avere troppe distrazioni, e avere una buona igiene del sonno in generale, abbia notevoli benefici sulla salute generale a lungo termine” ha evidenziato Qian, aggiungendo che, per questo studio, sono stati stimati i guadagni nell’aspettativa di vita a partire dai 30 anni, sebbene il modello possa essere utilizzato anche per prevedere i guadagni in età avanzata. “È importante – ha concluso il ricercatore – che i giovani capiscano che molti comportamenti legati alla salute si accumulano nel tempo. Proprio come ci piace dire ‘non è mai troppo tardi per fare esercizio o smettere di fumare’, non è mai troppo presto per iniziare a dormire bene. E per iniziare a parlare e valutare più spesso il nostro sonno”.

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