Dopo 50 anni di prigionia l’orca Lolita sarà finalmente liberata in un santuario nell’oceano
Dopo 50 anni di prigionia in una vasca, l'orca Lolita – o meglio, Tokitae – sarà finalmente liberata, anche se i tempi e soprattutto le modalità restano ancora poco chiari. Ad annunciare la lieta novella il Miami Seaquarium, dove lo splendido mammifero marino viveva sin dal 1970. Assieme a Corki II è attualmente l'orca più anziana tenuta in cattività. Per moltissimi anni le organizzazioni animaliste si sono battute per la liberazione sua e quella di altre orche fatte prigioniere per macinare soldi nei parchi acquatici, strappate alle famiglie e all'oceano, trasformate in ridicoli pagliacci privi di dignità per allietare il pubblico pagante, complice di questa follia (non ancora eradicata). Per giungere a questo storico traguardo è stato fondamentale il “lavoro ai fianchi” dell'organizzazione Friends of Lolita, nata proprio con lo scopo di riportare nel suo habitat l'orca, ma anche l'ingente somma di denaro versata dall'imprenditore Jim Irsay, che alla fine sono riusciti a convincere la proprietà dell'acquario a prendere questa decisione. Ma come detto, ci sono degli aspetti da valutare.
Innanzitutto ci vorrà parecchio tempo, dai 18 ai 24 mesi, come affermato dal Miami Seaquarium. Trattandosi di un'orca con qualche “acciacco” e di una certa età, almeno per quanto concerne gli esemplari in cattività (in natura questi cetacei possono vivere anche 90 anni), ogni mese è prezioso per restituirla al suo oceano. Va comunque tenuto presente che organizzare il trasferimento di un animale così grande richiede sicuramente molti uomini e mezzi specializzati, come dimostrato anche dalla liberazione dei due beluga Little Grey e Little White. Un altro aspetto da valutare è proprio il luogo della liberazione.
Si parla di riportarla nel tratto di oceano dal quale fu strappata l'8 agosto del 1970, la baia di Penn Cove innanzi a Seattle (Stato di Washington). Il problema è che si tratta di un animale che ha vissuto quasi tutta la sua vita rinchiusa in una vasca – aveva 4 anni quando fu catturata -, pertanto non è chiaro come potrebbe comportarsi nuovamente in natura, se fosse in grado di procacciarsi da sola il cibo. Proprio per questo la liberazione dei mammiferi marini tenuti a lungo in cattività prevede la creazione di veri e propri santuari, come avvenuto per i sopracitati beluga. Non è chiaro come sarà e dove sarà esattamente quello destinato a Lolita.
Al netto di questi elementi, la sua liberazione è sicuramente una notizia meravigliosa, che pone fine a decenni di atroci sofferenze. L'orca viveva da moltissimi anni senza la compagnia di un esemplare della sua specie, ovvero da quando l'orca Hugo morì a causa di un aneurisma cerebrale. Era il lontano 4 marzo 1980. Da allora ha vissuto con altri cetacei, come un globicefalo, un grampo, un delfino comune e numerosi lagenorinchi dai denti obliqui. Il suo ultimo compagno, Li'i, appartiene proprio a questa specie. Quando Lolita verrà liberata resterà l'ultimo cetaceo del Seaquarium di Miami e la speranza è che si possa fare qualcosa anche per questo delfinide.
Lolita, il cui nome originale era Tokitae, fu catturata nel 1970 assieme ad altre sette orche (Jumbo, Ramu IV, Clovis, Lil'Nooka, Chappy e Winston); furono tutte trasferite all'acquario di Seattle per la vendita ad altri parchi acquatici. Lolita fu scelta dalla struttura della Florida, dove si è esibita in “spettacoli” per il pubblico ludibrio fino a qualche tempo fa. Si ritiene sia rimasta incinta diverse volte quando si trovava con Hugo, ma non ha mai dato alla luce un piccolo vivo. È l'ultima orca “residente del Sud” tenuta in cattività e la speranza è che la sua liberazione faccia da volano anche per riportare in luoghi idonei anche tutti gli altri mammiferi marini tenuti prigionieri. Purtroppo si è arrivati tardi per Kiska, l'orca “più sola del mondo” – viveva senza alcuna compagnia da ben 44 anni – è morta in Canada un paio di settimane fa.