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Donna guarisce dall’HIV grazie a un trapianto di cellule staminali: è il terzo caso al mondo

Dopo il “paziente di Berlino” e il “paziente di Londra”, anche una donna è completamente guarita dall’HIV grazie a un trapianto di cellule staminali.
A cura di Andrea Centini
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Grazie a un trapianto di cellule staminali una donna di mezza età è completamente guarita dall'infezione da HIV, il virus responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS). Si tratta del terzo caso al mondo noto per la completa remissione dall'HIV a seguito di un trapianto di staminali: il primo riguardava il cosiddetto “paziente di Berlino”, un uomo che è stato in remissione dall'HIV per 12 anni (è deceduto a causa di una leucemia nel settembre del 2020); il secondo, chiamato il “paziente londinese”, risulta invece in remissione dall'HIV da oltre due anni e mezzo. Il nuovo caso è dunque il primo che coinvolge una donna, un'americana di etnia mista risultata sieropositiva una decina di anni fa.

La paziente stava rispondendo bene alla terapia antiretrovirale, in grado di “tenere a bada” l'HIV e permettere una vita relativamente normale, pertanto avrebbe continuato a convivere col virus come altri milioni di pazienti colpiti dall'infezione. Ma la comparsa di una malattia ha completamente cambiato il corso degli eventi. Nel 2017, infatti, le fu diagnosticata una leucemia mieloide acuta (LMA), una forma di cancro che colpisce il midollo osseo potenzialmente fatale. Una delle terapie d'elezione prevede proprio l'impiego di cellule staminali, ma essendo di etnia mista risultava difficile trovarne di compatibili nelle banche dei donatori. Così i medici coinvolti nello studio International Maternal Pediatric Adolescent AIDS Clinical Trials (IMPAACT), condotto in collaborazione con il Center for International Blood and Marrow Transplant Research (CIBMTR), StemCyte e AIDS Clinical Trials Group (ACTG), hanno deciso di optare per il trapianto di cellule staminali del sangue del cordone ombelicale, noto per avere molti meno problemi di compatibilità.

Fortuna ha voluto che nel DNA di queste cellule staminali fosse presente una mutazione genetica chiamata CCR5Δ32, che altera l'espressione del corecettore CCR5, la porta d'accesso utilizzato dalla maggior parte dei ceppi del virus dell'HIV per invadere le cellule umane. In parole semplici, la mutazione è una sorta di barriera che impedisce l'invasione del virus responsabile dell'AIDS. Poiché il sangue del cordone ombelicale impiega diverso tempo per generare un numero sufficiente di globuli bianchi per potenziare il sistema immunitario e combattere le infezioni, i medici di IMPAACT hanno somministrato alla donna anche cellule staminali ottenute dal sangue periferico di un suo parente. Grazie a questa procedura, a tre mesi dal trapianto la paziente aveva un esercito completo di cellule immunitarie derivate dalle staminali cordonali, che nel giro di poco tempo non solo l'hanno portata a sconfiggere la leucemia, ma anche il virus dell'HIV, tanto che è stata dichiarata in remissione dall'infezione. Da allora non ha più assunto farmaci antiretrovirali.

Uno degli aspetti interessanti di questo studio risiede nel fatto che anche il “paziente di Berlino” e il “paziente londinese” avevano avuto bisogno di un trapianto di cellule staminali a causa di un cancro del sangue. I due uomini e la donna, dunque, si sono liberati dell'HIV grazie al trattamento oncologico. Alla luce di questi risultati si ritiene che la terapia possa essere efficace per almeno una parte dei pazienti che convivono con l'HIV, ma non per tutti. Gli stessi autori della ricerca sottolineano infatti che, il trapianto di cellule staminali del cordone ombelicale con mutazione CCR5Δ32, dovrebbe essere preso in considerazione per ottenere la remissione dell'HIV solo nei pazienti sieropositivi che ne hanno bisogno per altre ragioni, come appunto una grave neoplasia del sangue. I dettagli dello studio, disponibili sul sito di IMPAACT, sono stati presentati alla Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections 2022 ma non sono ancora stati pubblicati su una rivista scientifica.

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