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Doneresti un rene in cambio di 50.000 dollari? La proposta negli Stati Uniti per accorciare le liste

Presentato a settembre 2024 al Congresso degli Stati Uniti, l’End Kidney Deaths Act propone di assegnare un compenso di 50.000 dollari a chiunque decida di donare un rene a sconosciuti. L’obiettivo sarebbe aiutare gli oltre 100.000 americani in lista d’attesa per un rene ma la proposta ha innescato un dibattito molto acceso.
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Si chiama End Kidney Deaths Act – letteralmente Atto per la fine delle morti da rene – e sta infiammando il dibattito pubblico negli Stati Uniti. Si tratta di un disegno di legge che propone di ripagare con 50.000 dollari chiunque doni un rene da vivo. L'obiettivo è quello di risolvere una delle emergenze sanitarie più urgenti degli Stati Uniti: l'insufficienza di reni a fronte delle lunghissime liste d'attesa delle persone che ne avrebbero bisogno.

Secondo i dati di United Network for Organ Sharing (UNOS) negli Stati Uniti più di 100.000 persone sono in attesa di un organo per il trapianto e ogni giorno 17 persone muoiono perché non riescono a ottenere l'organo di cui necessitano in tempo. Il rene è in assoluto l'organo più richiesto. Lo dimostrano gli ultimi tentativi (falliti) di risolvere il problema attraverso la i trapianti di reni di maiale geneticamente modificati. Tuttavia, il nuovo disegno di legge, risveglia questioni etiche che sembravano risolte da tempo. Primo tra tutti: quanto è etico e pericoloso pagare le persone in cambio dei loro organi?

Il disegno di legge

L'End Kidney Deaths Act propone di assegnare a chiunque doni un rene a un estraneo un credito d'imposta federale del valore di 10.000 dollari all'anno per cinque anni, per una ricompensa totale di 50.000 dollari. I primi a riceverli saranno coloro che sono da più tempo in lista d'attesa. In questo modo, dicono i suoi sostenitori, si potrebbero salvare circa 60.000 vite all'anno e i cittadini americani risparmierebbero 25 miliardi di dollari sulle tasse.

Il disegno di legge, che a settembre è arrivato alla Camera dei rappresentati presentata dai due repubblicani (Nicole Malliotakis e Don Bacon) e due democratici (Josh Harder della California e Joe Neguse), è nato da un'idea di un gruppo di donatori volontari. Tra questi c'è Elaine Perlman, alla guida della Coalition to Modify NOTA: si tratta di un gruppo di attivisti che si sta battendo per modificare il NOTA (National Organ Transplant Act), la legge che nel 1984 ha vietato qualsiasi forma di pagamento ai donatori di organi.

La questione etica sul pagamento di organi

Secondo i sostenitori del nuovo disegno di legge, oggi la donazione volontaria di reni sarebbe disincentivata da una serie di condizioni soprattutto economiche: donare un organo – sostengono – oggi costerebbe quasi 50.000 dollari tra le spese per il viaggio e quelle necessarie durante il recupero dall'intervento. Hanno anche citato un documento che lo dimostrerebbe.

Vista in questi termini, la proposta dell'End Kidney Deaths Act più che un pagamento proporrebbe un rimborso per i donatori. Tuttavia, non la pensano in questo modo i tanti che si stanno opponendo all'approvazione del disegno di legge. D'altronde la questione è piuttosto delicata: secondo gli oppositori, questa legge potrebbe avere una serie di effetti collaterali molto pericolosi. Tra questi il timore che le persone povere siano spinte a sottoporsi a un intervento pericoloso per la loro salute o che il fatto di essere pagati priverebbe il gesto dei quell'altruismo che costitusce la ragione principale delle donazioni di organi.

Tuttavia i sostenitori del disegno di legge sono convinti che queste motivazioni siano ingannevoli. Lo spiega in un suo recente articolo Dylan Matthews, un redattore del giornale americano Vox, che nel 2016 ha donato un rene a sconosciuti. Secondo recenti statistiche – osserva – l'intervento chirurgico esporrebbe i donatori a rischi davvero minimi. Rischi sicuramente inferiori a quelli che vivono le oltre 100.000 persone in attesa di un rene, sono convinti i firmatari del disegno. Eppure la questione resta complessa.

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