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Dimezzato il rischio di impatto dell’asteroide 2024 YR4, era diventato il più pericoloso: i nuovi dati

Nel corso della notte tra 19 e il 20 febbraio la NASA ha aggiornato i dati sul rischio di impatto dell’asteroide 2024 YR4. Si è passati dal 3,1% di qualche ora prima all’1,5% (1 probabilità su 67 di colpirci nel 2032). Perché il rischio continua a fluttuare e quando avremo la certezza di evitare o confermare l’eventuale collisione.
A cura di Andrea Centini
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L'ultimo aggiornamento della NASA indica che ora l'asteroide 2024 YR4 ha l'1,5 percento di probabilità di colpire la Terra il 22 dicembre 2032, cioè 1 probabilità su 67. Tra il 18 e il 19 febbraio 2025 il sasso spaziale scoperto alla fine dello scorso anno era diventato il più pericoloso di sempre a minacciare la Terra. Secondo i dati del Center for Near Earth Object Studies (CNEOS) del Jet Propulsion Laboratory della NASA e del Near-Earth Object Coordination Centre (NEOCC) dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), infatti, il rischio di impatto previsto per il 22 dicembre 2032 era salito rispettivamente al 3,1 e al 2,8 percento. Ciò significa che ha superato il famigerato (99942) Apophis che nel 2004 arrivò a una probabilità di collisione del 2,7 percento.

C’è comunque una differenza significativa tra i due corpi celesti: Apophis ha infatti un diametro di 370 metri, mentre quello di 2024 YR4, non ancora definito con precisione, è compreso tra i 40 e i 90 metri secondo i calcoli degli esperti. Proprio per questo motivo il primo era stato inserito con un punteggio di 4 sulla scala di Torino (uno strumento ufficiale dell’Unione Astronomica Internazionale per classificare il rischio di impatto dei corpi celesti), mentre il secondo con un punteggio di 3. La valutazione della scala di Torino si riferisce infatti anche ai danni causati in caso di collisione, che sarebbero molto più significativi se dovesse colpirci Apophis (a questo link i calcoli relativi ai potenziali danni di 2024 YR4). Fortunatamente, almeno per il prossimo secolo, tale rischio è stato scongiurato. Per quanto concerne 2024 YR4, molto probabilmente, dovremo attendere il 2028 per saperlo con precisione, quando il sasso spaziale si riavvicinerà al nostro pianeta e la sua orbita potrà nuovamente essere osservata nel dettaglio dalla strumentazione terrestre. Ora infatti si sta allontanando verso Marte e può essere monitorato solo con potentissimi telescopi, come il Very Large Telescope (sempre in Cile) e il Telescopio Spaziale James Webb, che lo metterà nel mirino all’inizio di marzo e a maggio.

Nel corso della notte italiana tra il 19 e il 20 febbraio c’è tuttavia stato un piccolo “colpo di scena”, dopo che le probabilità di impatto di 2024 YR4 nell’ultimo mese hanno continuato a salire: si è infatti passati dall’1,3 percento di fine gennaio al 2,3 percento del 7 febbraio, fino al 3,1 percento delle scorse ore. Ora, però, dopo 376 osservazioni condotte tra il 25 dicembre del 2024 e il 19 febbraio (per circa 60 giorni), il CNEOS della NASA ha determinato che l’asteroide ha ora l’1,5 percento di probabilità di colpirci. Ciò significa che nel corso della notte tali probabilità sono dimezzate rispetto a qualche ora prima.

Tale risultato in realtà non deve stupirci, dato che sta accadendo esattamente ciò che avevano previsto gli scienziati. Più si studia un corpo celeste e si “ripuliscono” le orbite che mancano la Terra, maggiori sono le probabilità di collisione di quelle che la mettono nel mirino. È un lavoro di pulizia che ogni passo genera un’incertezza diversa nei dati, che deve essere raffinata con ulteriori osservazioni. È come avere 10 strade a disposizione, di cui una porta alla meta e le altre 9 no: se togliamo dalle opzioni alcune delle strade sbagliate, è matematico che aumentino le probabilità di prendere quella che ci porta a destinazione. È esattamente questo che fanno gli scienziati quando calcolano le orbite degli asteroidi pericolosi, fino a quando non riescono a togliere dal mazzo delle possibilità anche le orbite indirizzate verso la Terra.

“Ogni osservazione ha una sua incertezza e ogni successiva misura va a ridurre l’incertezza. L’obiettivo è conoscere meglio la traiettoria e la sua possibile evoluzione. Ora abbiamo tolto dal campo una serie di traiettorie che non prevedevano una collisione con la Terra, e questo ha portato la percentuale di rischio a salire”, aveva dichiarato a Fanpage.it dopo il raddoppio del rischio di impatto del 7 febbraio il professor Fabio Ferrari, docente di sistemi aerospaziali al Politecnico di Milano. Molti esperti avevano affermato che le probabilità di collisione di 2024 YR4, identificato dal sistema ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System) sito presso l'osservatorio di “El Sauce” in Cile, con buona fiducia sarebbero inizialmente aumentate e successivamente si sarebbero azzerate. Al momento siamo ancora oltre l’1,5 percento e l’asteroide mantiene il suo punteggio di 3 sulla Scala di Torino.

Non è detto che le osservazioni del James Webb nei prossimi due mesi saranno sufficienti ad eliminare questo rischio; forse dovremo attendere il 2028, ma è possibile che le probabilità di impatto continuino ad avere ulteriori fluttuazioni, con nuovi aumenti e riduzioni del rischio sulla base dell'incertezza variabile. Si attendono anche le nuove valutazioni del NEOCC dell’ESA, che probabilmente saranno in linea con quelle della NASA. Nel frattempo la NASA ha attivato una task force per monitorare l'asteroide e la Cina ha iniziato a cercare esperti di difesa planetaria.

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