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Dietrofront della Russia: resterà sulla Stazione Spaziale Internazionale fino al 2028

Yuri Borisov, il direttore della ROSCOMOS (l’Agenzia Spaziale Russa), ha annunciato che la Russia non abbandonerà anzitempo il programma spaziale sulla ISS, ma proseguirà con i partner internazionali fino al 2028. La decisione è stata presa dal Cremlino.
A cura di Andrea Centini
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La Russia ha annunciato che continuerà a partecipare al programma della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) fino al 2028, cioè fino a quando è prevista la dismissione operativa del laboratorio orbitante, sebbene gli Stati Uniti intendano prolungarne la “vita” fino al 2030. Si tratta di un dietrofront ufficiale dopo il susseguirsi di annunci minacciosi lanciati dall'ex direttore della ROSCOMOS – l'Agenzia Spaziale Russa – Dmitry Rogozin, a seguito delle sanzioni imposte alla Federazione Russa per la guerra in Ucraina. Più morigerate le dichiarazioni di Yuri Borisov, il nuovo capo dell'agenzia ed ex vice Primo Ministro ed Ministro della Difesa, che a luglio dello scorso anno aveva comunque confermato l'abbandono del programma spaziale sulla ISS nel 2024. Ora il dietrofront ufficiale deciso dal Cremlino e confermato su Telgram dalla stessa ROSCOMOS.

“Per decisione del governo, l'operazione sulla Stazione Spaziale Internazionale è stata prorogata fino al 2028”, ha dichiarato Borisov in un intervento alla televisione russa. Successivamente ha inviato un documento ufficiale ai principali partner internazionali per formalizzare la decisione: a riceverlo l'amministratore della NASA Bill Nelson; il capo dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) Josef Aschbacher; il presidente dell'Agenzia Spaziale Canadese (CSA) Lisa Campbell; e il ministro dell'Istruzione, Cultura, Sport, Scienza e Tecnologia giapponese Keiko Nagaoka, referente per la JAXA, l'agenzia spaziale nipponica. “Il programma ISS è il progetto internazionale più grande e di maggior successo nel campo dello spazio e sono lieto che un laboratorio così unico continuerà il suo lavoro e contribuirà alla realizzazione delle idee più audaci dell'umanità nell'esplorazione dello spazio”, ha spiegato Borisov nel documento.

Il ruolo della Russia nella gestione della ISS è fondamentale poiché nella sua sezione si trovano i propulsori del laboratorio orbitante. Non a caso Rogozin nei suoi messaggi pubblicati su Twitter paventava il possibile rientro incontrollato della stazione spaziale nell'atmosfera terrestre, nel caso in cui fosse stata interrotta la collaborazione. L'ex direttore della ROSCOMOS sottolineava che ciò si sarebbe verificato se non fossero state tolte le sanzioni, imposte alla Russia dai Paesi Occidentali (e non solo) a seguito della “operazione militare speciale” sul suolo ucraino.

La velata minaccia, rilanciata più volte nelle fasi iniziali del conflitto, è stata accompagnata anche da un grottesco video pubblicato dall'agenzia di stampa russa RIA Novosti, nel quale viene mostrata l'ISS alla deriva dopo lo sgancio dei moduli russi (che tuttavia dipendono dall'elettricità fornita da quelli USA, essendo tutti interconnessi). L'abbandono anticipato dei russi avrebbe indubbiamente comportato enormi problemi organizzativi e probabilmente alla dismissione anticipata del laboratorio orbitante. Con l'annuncio di Borisov gli astronauti della ROSCOMOS, della NASA, dell'ESA e delle altre agenzie spaziali continueranno a cooperare come avviene da 25 anni a questa parte.

Al di là del destino della ISS, la Russia intende comunque realizzare una propria stazione spaziale nell'orbita bassa terrestre, ma potrebbero volerci più di dieci anni per metterla a punto. Abbandonare la ISS avrebbe rappresentato un durissimo colpo al prestigio del programma spaziale russo, anche per questo il Cremlino ha deciso di continuare la partnership fra le stelle.

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