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Diagnosi precoce di autismo grazie al movimento degli occhi dei bambini: lo studio

Ricercatori americani hanno sviluppato un sistema per diagnosticare precocemente i disturbi dello spettro autistico, basato sul tracciamento oculare. In uno studio con circa 150 bambini si è dimostrato molto efficace, mostrando elevate sensibilità e specificità.
A cura di Andrea Centini
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Gli scienziati hanno messo a punto un nuovo strumento per la diagnosi rapida e precoce dell'autismo – o meglio, dei disturbi dello spettro autistico – basato sul tracciamento oculare, ovvero il movimento degli occhi opportunamente stimolato. Tale metodo ha dimostrato elevate sensibilità e specificità, ovvero la capacità di identificare con precisione i bambini con e senza la condizione. Secondo gli esperti questo strumento potrebbe migliorare in modo significativo l'accesso alla diagnosi tempestiva, fondamentale per ottenere i migliori risultati dai trattamenti. Come per la stragrande maggioranza delle condizioni, infatti, prima si interviene e meglio è. Per quanto concerne i disturbi dello spettro autistico, spesso i giovani pazienti devono attendere un periodo piuttosto lungo per la valutazione, a causa del numero ridotto di operatori sanitari specializzati (perlomeno in alcuni Paesi). Il nuovo metodo basato sull'eye-tracking potrebbe accelerare le procedure.

A determinare che l'analisi del movimento degli occhi (tracciamento oculare) può essere uno strumento prezioso per diagnosticare il disturbo dello spettro autistico nei bambini è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati della Scuola di Medicina dell'Università dell'Indiana, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Biostatistica e Scienza dei Dati Sanitari e del Dipartimento di scienze della parola, del linguaggio e dell'udito dell'Università Purdue. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Rebecca McNally Keehn, docente presso il Dipartimento di Pediatria dell'ateneo di Indianapolis, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver testato il tracciamento oculare per valutare la presenza o meno del disturbo in circa 150 bambini, con un'età compresa tra i 14 e 48 mesi. I test sono stati condotti tra giugno 2019 e settembre 2022. Tutti i bambini erano stati precedentemente sottoposti a metodi standardizzati per la diagnosi dell'autismo, come ad esempio l'ADOS-2, attraverso il quale gli specialisti valutano comunicazione, linguaggio, interazione sociale, creatività e altri comportamenti. Sono tutti elementi utili a determinare un quadro sintomatico del disturbo.

I piccoli coinvolti nel nuovo studio, seduti in braccio o su un seggiolone, sono stati posti innanzi allo schermo di un computer per guardare un video ad hoc; durante l'osservazione sono stati rilevati i loro movimenti oculari e la dilatazione delle pupille attraverso appositi sensori di eye-tracking. Dall'analisi dei risultati è emerso che il sistema garantiva una sensibilità del 91 percento (capacità di individuare i piccoli con autismo) e una specificità dell'87 percento (capacità di rilevare i bambini non autistici). Ciò significa che si tratta di un metodo diagnostico particolarmente accurato, quando coniugato con gli strumenti più tradizionali. I movimenti degli occhi possono infatti essere sibillini segnali sibillini del disturbo. “I biomarcatori diagnostici sono caratteristiche che forniscono un’indicazione discreta e obiettiva della diagnosi. È stato dimostrato che i biomarcatori di tracciamento oculare che misurano l’attenzione sociale e non sociale e la funzione cerebrale differenziano i bambini piccoli con diagnosi di autismo da quelli con altre disabilità dello sviluppo neurologico”, ha dichiarato la professoressa McNally Keehn in un comunicato stampa.

Poiché il sistema basato sul tracciamento oculare presenta sostanziali benefici, i ricercatori hanno sottolineato che dotare i medici di un approccio multimetodo per la valutazione dell'autismo “ha il potenziale per migliorare sostanzialmente l’accesso a diagnosi tempestive e accurate nelle comunità locali”. I risultati dovranno comunque essere confermati in un campione più ampio di pazienti. I dettagli della ricerca “Eye-Tracking Biomarkers and Autism Diagnosis in Primary Care” sono stati pubblicati su JAMA Network.

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