Diabete e pre-diabete, nuovo test permette la diagnosi precoce: come funziona la “mini-curva”
Per la diagnosi del diabete, come spiegato dall'Istituto Humanitas, viene utilizzato il test della curva glicemica o curva da carico orale di glucosio (OGTT), attraverso il quale si misura la glicemia in due momenti: a digiuno e due ore dopo aver ingerito una soluzione contenente glucosio. Se dopo due ore la glicemia si attesta al di sotto di 140 mg/dL si ha una situazione regolare; se si attesta tra i 140 e i 200 mg/dL si rientra nel cosiddetto pre-diabete, mentre oltre i 200 mg/dL è possibile la diagnosi di diabete mellito. Questo, ad oggi, è il test della curva glicemica standard utilizzato dai medici diabetologi, ma grazie a un'approfondita analisi della letteratura scientifica, l'International Diabetes Federation (IDF) – il principale organo internazionale di specialisti – ha proposto l'adozione di nuovi criteri per la diagnosi precoce del pre-diabete e del diabete. Poiché si basa su una curva analizzata dopo un'ora e non dopo due ore, il nuovo test è già stato soprannominato “mini-curva”. Secondo gli esperti questo nuovo test aiuterà a diagnosticare con un paio di anni di anticipo le persone destinate a sviluppare la condizione metabolica e chi già soffre di diabete, associato a molteplici complicanze e morte prematura.
A proporre i nuovi criteri per la diagnosi precoce del diabete di tipo 2, attraverso un “Position Statement” ad hoc, è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati della Scuola di Medicina Grossmann dell'Università di New York, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di numerosi istituti, diversi dei quali italiani. Tra quelli coinvolti l'Ospedale Bambino Gesù di Roma; il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell'Università Magna Graecia di Catanzaro; il Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare dell'Università Sapienza di Roma; l'IRCCS MultiMedica di Milano; l'Università Federale del Rio Grande del Sud (Brasile); la Madras Diabetes Research Foundation (India) e molti altri. I ricercatori, coordinati dal professor Michael Bergmann, docente presso la Divisione di Endocrinologia, Diabete e Metabolismo dell'ateneo statunitense, hanno analizzato a fondo la letteratura scientifica in materia di diabetologia e sono giunti alla conclusione che è possibile determinare la progressione verso il diabete di tipo 2 e la “malattia del sangue dolce” con una curva diversa di quella standard, basata su criteri più sensibili e precoci.
In base alla nuova curva glicemica (o “mini-curva”) proposta dagli specialisti attraverso il Position Statement, il pre-diabete può essere diagnosticato con una glicemia uguale o superiore a 155 mg/dL dopo la prima ora nelle persone con glicemia normale a digiuno. Come indicato dagli esperti, questi livelli di glucosio plasmatico dopo un'ora nelle persone con normale tolleranza al glucosio o NGT, “è altamente predittivo per rilevare la progressione verso il diabete di tipo 2, complicanze micro e macrovascolari, apnea ostruttiva del sonno, diabete mellito correlato alla fibrosi cistica, malattia epatica steatosica associata a disfunzione metabolica e mortalità in individui con fattori di rischio”. Inoltre la federazione mondiale dei diabetologi ha proposto come nuovo criterio diagnostico per il diabete di tipo 2 una glicemia di 209 mg/dL dopo un'ora. Come sottolineato dagli esperti, grazie a questi nuovi criteri sarà possibile rilevare precocemente sia i casi di pre-diabete che di diabete, la cui prevalenza continua a crescere in modo così rapido e diffuso da essere considerata una vera epidemia globale.
“I nuovi criteri diagnostici alla prima ora della curva da carico consentono di individuare precocemente i soggetti ad aumentato rischio di diabete o già diabetici, che sfuggono a questa diagnosi con gli attuali criteri diagnostici. Questo significa che sarà possibile formulare la diagnosi di diabete e di prediabete attraverso una mini-curva da carico glucidico di appena un'ora (anziché le due ore attuali)”, ha dichiarato il professor Giorgio Sesti, docente di Medicina Interna alla Sapienza e presidente della Società italiana di medicina interna (Simi). “Ma soprattutto, consentirà di intercettare una serie di soggetti che i criteri attuali non permettono di individuare né come pre-diabetici, né come diabetici. La mini-curva rappresenta un metodo più pratico e sensibile per ‘catturare' un maggior numero di soggetti a rischio e di riconoscere più precocemente i soggetti con diabete già conclamato”, ha chiosato l'esperto. I dettagli del documento “International Diabetes Federation Position Statement on the 1-hour post-load plasma glucose for the diagnosis of intermediate hyperglycaemia and type 2 diabetes” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Diabetes Research and Clinical Practice.