Decine di cetacei morti in uno spiaggiamento di massa in UK: 12 globicefali sottoposti a eutanasia
Drammatico spiaggiamento di massa sull'isola di Sanday, nel Regno Unito, dove 77 globicefali (Globicephala melas) hanno perso la vita. La segnalazione è arrivata attorno alle 11 di giovedì 11 luglio 2024 alla British Divers Marine Life Rescue, un'organizzazione specializzata nel recupero e nel salvataggio di mammiferi marini, tartarughe, pinnipedi e altri animali in difficoltà. Purtroppo, quando i cetacei sono stati notati da un passante, era già troppo tardi. Quasi tutti erano già morti per asfissia e schiacciamento degli organi a causa del tempo trascorso sull'arenile. In dodici erano ancora in vita quando sono stati raggiunti, ma le loro condizioni erano talmente gravi che i soccorritori non hanno potuto far altro che alleviare le loro sofferenze, somministrando loro l'eutanasia.
Un evento straziante per il quale c'è stato ben poco da fare, anche a causa della spiaggia remota in cui si è verificato. Gli animali sono stati trovati lungo la costa di Sanday, un'isola dell'arcipelago scozzese delle Orcadi nel cuore del Mare del Nord, dove vivono soltanto poche centinaia di persone. Nessuno si è accorto per ore della presenza dei globicefali, rimasti sotto il sole cocente e semi affondati nella sabbia ammorbidita dalle onde. L'arrivo dell'alta marea sarebbe stato un ulteriore supplizio; secondo i ricercatori, infatti, alcuni degli esemplari potrebbero aver bevuto molta acqua mentre si dimenavano – invano – per riprendere il largo.
Uno spiaggiamento di massa nel Regno Unito non è un fenomeno frequente, anche se i casi stanno aumentando a un ritmo preoccupante. Nei giorni scorsi 55 globicefali si erano spiaggiati sulla spiaggia di Traigh Mhor a North Tolsta, sull'isola di Lewis ed Harris (arcipelago delle Ebridi esterne). In genere questa specie è coinvolta in venti di massa sulle spiagge dell'Australia e della Nuova Zelanda, considerate vere e proprie trappole a causa del pendio del fondale che può ingannare gli animali.
Al di là delle condizioni geografiche, gli spiaggiamenti sono fenomeni ancora ampiamente incompresi. Si ritiene che possano essere coinvolti i sonar militari a media frequenza e le ispezioni dei fondali per l'estrazione degli idrocarburi, i cui impulsi provocano dolori atroci nei mammiferi marini spingendoli a spiaggiarsi. Recentemente sono stati registrati gli spiaggiamenti di alcuni esemplari di zifio tra la Corsica e la Toscana in concomitanza con un'esercitazione navale della NATO nel Tirreno. Si pensa che anche le tempeste geomagnetiche, in grado di confondere il “sistema di navigazione” dei cetacei basato sulla magnetoricezione, possano giocare un ruolo in questi eventi. Talvolta è coinvolto anche il comportamento altamente sociale e gregario di questi animali. Se un esemplare del pod (gruppo famigliare) è ammalato o ferito, può avvicinarsi alla costa fino a spiaggiarsi; il resto del branco può seguirlo nel triste destino.
“I globicefali possono formare gruppi molto grandi, supergruppi di diverse decine di esemplari, quando sono soggetti a disturbi quali rumore o la minaccia delle orche”, ha dichiarato a Metro il dottor Andrew Brownlow, che dirige lo Scottish Marine Animal Stranding Scheme. “Vogliamo sapere quale attività acustica si è verificata nelle ore e nei giorni precedenti a questo ultimo spiaggiamento. L'uomo ha reso i nostri oceani più rumorosi e queste attività stanno avendo un effetto, quindi dobbiamo capire meglio cosa sta succedendo e l'impatto su creature come le balene”, ha chiosato l'esperto.
Ricordiamo che gli anglosassoni chiamano “balene” tutti i cetacei con dimensioni superiori a circa 6 metri; i globicefali, ad esempio, vengono chiamati “pilot whale”. Ma non sono affatto balene. Si tratta di cetacei odontoceti (con i denti) appartenenti alla famiglia dei delfinidi. Sono noti sia per questi tragici spiaggiamenti di massa che per le atroci mattanze alle isole Faroe, le “grindadrap” in cui vengono spinti a spiaggiarsi e finiti a colpi di arma bianca da folle inferocite. Negli ultimi due mesi ne sono stati uccisi circa 600.
Al momento non è nota la causa dell'ultimo spiaggiamento di massa nel Regno Unito, tuttavia dalle prime indagini post mortem condotte sulle carcasse è stata trovata una femmina con segni di un parto difficoltoso, come affermato dal dottor Brownlow. Poiché questi animali sono molto sociali, come indicato può capitare che quando uno si sente male e finisce per spiaggiarsi, tutto il gruppo può seguirlo. Il rischio è ancora maggiore se ad essere colpito è l'esemplare leader che guida il branco. Al momento, tuttavia, non ci sono conferme per lo spiaggiamento di Sanday.