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Danno alla navetta Soyuz, gli astronauti dovranno restare 6 mesi in più nello spazio

A causa del danno alla navetta Soyuz MS-22 causato da un piccolo “sasso spaziale” tre astronauti dovranno restare sulla ISS 6 mesi in più del previsto.
A cura di Andrea Centini
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L'astronauta Tracy Caldwell Dyson ammira la Terra dalla ISS. Credit: NASA/ESA
L'astronauta Tracy Caldwell Dyson ammira la Terra dalla ISS. Credit: NASA/ESA

I due cosmonauti russi Sergey Prokopyev e Dmitry Petelin e l'astronauta americano Francisco Rubio dovranno restare a bordo della Stazionale Spaziale Internazionale (ISS) almeno fino a settembre 2023. Ciò significa che la loro missione iniziale di 3 mesi, che avrebbe dovuto concludersi a marzo, sarà prolungata di altri 6 mesi, costringendoli in orbita per ben 9 mesi consecutivi. È questa la decisione presa dalla ROSCOMOS (l'Agenzia spaziale russa) di concerto con la NASA a seguito dell'incidente che ha coinvolto la navetta spaziale Soyuz MS-22, colpita il 15 dicembre 2022 da un minuscolo meteoroide (un “sasso spaziale”) che l'ha danneggiata irrimediabilmente.

Le immagini della spettacolare perdita di liquido dal sistema di raffreddamento della navicella russa (attraccata alla ISS) fecero rapidamente il giro del mondo. Subito si temette per l'integrità della Soyuz, che avrebbe dovuto riportare i tre astronauti a casa. Purtroppo la natura del danno, che avrebbe comportato un insopportabile surriscaldamento all'interno del veicolo durante il rientro, ha portato all'inevitabile decisione di non utilizzarla per il rientro sulla Terra dell'equipaggio. Così si è innescata la cascata di eventi che ha portato la ROSCOMOS e la NASA a prolungare di diversi mesi la missione di Prokopyev, Petelin e Rubio.

Non deve essere stata una decisione facile, considerando i problemi di salute che la lunga permanenza nello spazio – o meglio, la microgravità – può comportare. Basti pensare che un recente studio coordinato da scienziati dell'Università di Calgary ha determinato che, durante ogni missione sulla Stazione Spaziale Internazionale, gli astronauti perdono decenni di massa ossea. Se ciò non bastasse, un altro studio della Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York ha rilevato mutazioni nel sangue di astronauti legate a cancro e patologie cardiovascolari. Sono dati significativi soprattutto per il futuro dell'esplorazione spaziale e in particolar modo per la conquista di Marte, l'obiettivo più ambizioso della rinnovata corsa allo spazio. Non a caso si pensa – giustamente – che la lunghissima permanenza forzata dei tre astronauti a bordo della ISS sarà sfruttata per raccogliere dati preziosi in tal senso. Un viaggio verso il Pianeta Rosso, del resto, richiederebbe proprio diversi mesi (sarà da risolvere anche il problema più serio delle radiazioni cosmiche).

Anche se i tre astronauti rientreranno sulla Terra solo a settembre, la navetta Soyuz MS-23 in sostituzione della MS-22 attraccherà alla Stazione Spaziale Internazionale il 26 febbraio, in modalità senza equipaggio. Ciò significa che alla fine di marzo, in teoria, l'equipaggio avrebbe potuto tranquillamente effettuare il rientro. Tuttavia l'impossibilità di dargli il cambio ha costretto le agenzie aerospaziali a rivedere completamente i propri piani, “obbligando” i tre a restare sul posto per altri 6 lunghi mesi. Probabilmente riceveranno in dote tutti gli esperimenti che avrebbero dovuto compiere i colleghi rimasti a casa per lasciare libera la MS-23. Naturalmente, come spiegato dalla ROSCOMOS, la MS-23 potrà essere utilizzata in qualunque momento come navicella di emergenza. In questo momento oltre a Prokopyev, Petelin e Rubio, sulla ISS ci sono anche Anna Kikina, Koichi Wakata, Josh Cassada e Nicole Mann.

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