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Dalla struttura del cervello si può predire se una persona soffrirà di depressione: l’ipotesi di uno studio

Nelle persone che soffrono di depressione una parte della rete cerebrale, nota come “rete di salienza”, è molto più estesa di come appare in chi non soffre di questa condizione, anche prima che si manifestino i sintomi.
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Il tabù sulla salute mentale ha fatto sì che per anni la depressione venisse liquidata come un aspetto caratteriale, in qualche modo legata alla volontà di chi ne soffre. Oggi, finalmente, dopo anni, la depressione è riconosciuta come una malattia a tutti gli effetti e come tale viene diagnostica e trattata. Un recente studio ha suggerito che perfino la dilatazione della pupilla potrebbe essere uno strumento per capire se una persona soffre o meno di depressione.

Ora, un nuovo studio aggiunge alle nostre conoscenze su questa condizione – di cui soffrono circa 280 milioni di persone al mondo – informazioni importanti, oltre ad aprire nuove prospettive di ricerca sulle possibilità di trattamento: nel cervello delle persone affette da depressione una parte della rete cerebrale sarebbe molto più estesa già anni prima che si manifesti la malattia. Si tratta della cosiddetta "rete di salienza", un'area di regioni cerebrali, situate nella corteccia frontale e nello striato, che si ritiene abbiano un ruolo nei meccanismi di ricompensa e nella ricezione degli stimoli.

Lo studio del cervello

Lo studio, appena pubblicato su Nature, è stato condotto da un gruppo di ricercatori del Weill Cornell Medicine di New York attraverso l'approccio della scansione profonda. L'obiettivo era capire se ci fossero dei dettagli riscontrabili nel sistema di interazioni neuronali di un individuo in grado di determinare un'eventuale predisposizione alla depressione o altre condizioni neuropsichiatriche.

Ogni persona – spiegano i ricercatori – ha infatti un modello individuale di attività cerebrale che non solo cambia da individuo a individuo, ma anche all'interno dello stesso individuo da una fase all'altra della vita. Studiare la depressione pone però un problema in quanto non è una condizione permanente ma è "una sindrome psichiatrica episodica, caratterizzata da periodi di umore basso mescolati a periodi di benessere".

Una regione potrebbe essere legata alla depressione

Per ovviare a questa difficoltà, i ricercatori hanno studiato il cervello di un gruppo di persone sottoponendolo a periodiche risonanze magnetiche funzionali per diversi mesi: in questo modo hanno scoperto che nella maggior parte delle persone affette da depressione la rete di salienza occupava uno spazio quasi doppio rispetto a come si presentava nelle persone che non soffrivano di questa condizione. Ciò ha portato gli autori dello studio a ipotizzare che "avere una rete di salienza più grande sembra aumentare il rischio di depressione".

Un aspetto davvero interessante è emerso quando attraverso la collaborazione con un team di ricerca internazionale è stato possibile osservare scansioni cerebrali di centinaia di persone effettuate nel corso della loro vita: da questi dati è emerso che le persone con una rete di salienza più estesa da bambini avevano maggiori probabilità di sviluppare depressione da adulti. Questa scoperta, anche se dovrà essere confermata da ulteriori ricerche, potrebbe aprire la strada a nuovi trattamenti, oltre a porre le basi per un approccio in grado di calcolare la predisposizione di una persona alla depressione.

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