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Dalla depressione al colesterolo, ci sono 14 fattori che possono causare il 50% dei casi di demenza

Un gruppo di ricercatori da tutto il mondo ha individuato altre due condizioni di salute che possono aumentare il rischio di sviluppare demenza. Diventano così 14 i fattori di rischio modificabili noti: a questi si deve quasi la metà dei casi attualmente diagnosticati.
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Per i non addetti ai lavori potrebbero sembrare del tutto scollegate, eppure queste due condizioni di salute determinano da sole circa il 10% dei casi di demenza: gli alti livelli di colesterolo cattivo – ovvero di lipoproteine ad alta densità (LDL) – a partire dai 40 anni e la perdita della vista in età avanzata.

Li ha appena identificati la terza Commissione dell'autorevole ricerca scientifica Lancet sulla prevenzione, l'intervento e la cura della demenza, guidata quest'anno dai ricercatori dell'University College London. Con questa ricerca si allunga la lista dei fattori di rischio modificabili associati alla demenza, che passano così da 12 a 14. Questo significa – spiegano i ricercatori – che eliminandoli, fin dai primi anni in cui si manifestano, si potrebbe prevenire o ritardare quasi la metà dei casi di demenza. Qui vi lasciamo una scheda su quali sono i primi sintomi con cui potrebbe manifestarsi.

Quali sono i fattori di rischio per la demenza

La demenza è una condizione sempre più frequente nelle persone anziane, in cui si manifesta nella forma di una progressiva perdita delle funzioni cognitive. La forma più comune di demenza è il morbo di Alzheimer, sulle cui cause la ricerca scientifica non è riuscita a dissipare ancora tutte le zone d'ombra nonostante i risultati degli ultimi anni. Ad esempio, solo qualche giorno fa è stato messo a punto un nuovo test del sangue in grado di individuare il 90% dei casi.

Inoltre, dato l'aumento dell'aspettativa di vita e il progressivo invecchiamento della popolazione in buona parte del mondo, i ricercatori prevedono che entro il 2050 nel mondo ci saranno oltre 150 milioni di casi di demenza, circa tre volte quelli attuali. Lavorare sulla prevenzione è quindi fondamentale.

Già nel 2020 una precedente Commissione Lancet, formata anche in quel caso da esperti di tutto il mondo, aveva elaborato una lista di 12 fattori modificabili, alcuni dei quali perfino già dall'infanzia, che secondo i loro studi potevano essere associati a circa il 40% di tutti i casi di demenza. Tra questi c'erano il fumo, l'ipertensione, l'obesità, il consumo di alcol, ma anche l'inquinamento atmosferico, la depressione e l'isolamento sociale.

Il ruolo del colesterolo cattivo e della vista

Ora, questo nuovo lavoro, i cui risultati sono stati presentati all'ultima Conferenza internazionale dell'Alzheimer's Association (AAIC), non contraddicono le precedenti informazioni ma aggiungono un nuovo dato, che potrebbe migliorare i risultati raggiungibili attraverso la prevenzione.

I ricercatori infatti hanno scoperto che avere livelli sopra la norma di lipoproteine ad alta densità (LDL) – quello che comunemente chiamiamo "colesterolo cattivo" – dai 40 anni in poi e avere gravi problemi alla vista in età avanzata non curati sono associati da soli a circa il 9% dei casi di demenza, il 7% al primo e il 2% al secondo. Questo significa che se si riuscisse a realizzare campagne di prevenzione efficaci per contrastare e limitare tutti i 14 fattori individuati si potrebbe praticamente dimezzare il numero dei casi di demenza attualmente diagnosticati.

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