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Dal Sole continuano ad arrivare strani segnali radio: ora la Nasa vuole capire cosa sono

Una coppia di piccoli satelliti cubici in orbita attorno alla Terra misurerà le esplosioni che avvengono sulla superficie solare e i segnali radio emessi durante le tempeste solari, le esplosioni solari e le espulsioni di massa coronale (CME).
A cura di Elisabetta Rosso
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SPACEWEATHER | Un'immagine del Sole
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Strani segnali radio vengono emessi dal Sole, ora la Nasa vuole capire esattamente da dove nascono. La superficie solare emette regolarmente espulsioni di massa coronale (CME) e brillamenti solari, ma non solo. "Gli scienziati hanno notato per la prima volta queste onde radio decenni fa e nel corso degli anni hanno determinato che provengono da brillamenti solari e gigantesche eruzioni sul Sole chiamate espulsioni di massa coronale, o CME, che sono un fattore chiave del meteo spaziale che può avere un impatto sulle comunicazioni satellitari e sulla tecnologia sulla Terra", ha spiegato la Nasa. Nessuno però conosce l'origine di queste onde radio all'interno di una CME.

Un’espulsione di massa coronale (CME) è un’esplosione violenta di plasma e campi magnetici dalla corona solare. Le espulsioni di massa della corona assieme ai brillamenti possono disturbare le trasmissioni radio, creare interruzioni di energia, danneggiare i satelliti,  le linee di trasmissione elettriche e generare segnali radio. La Nasa ha lanciato la missione CubeSat Radio Interferometry Experiment (CURIE) per studiarli e comprendere la loro origine. Il 9 luglio 2024, i satelliti di CURIE sono stati dispiegati in seguito al lancio del razzo Ariane 6: "Si prevede che stabiliranno le comunicazioni a Terra la prossima settimana".

La missione CURIE

La NASA ha lanciato una nuova missione CubeSat Radio Interferometry Experiment (CURIE) per studiare le segnalazioni radio. Una coppia di piccoli satelliti cubici in orbita attorno alla Terra misurerà le esplosioni che avvengono sulla superficie solare e i segnali radio emessi durante le tempeste solari, le esplosioni solari e le espulsioni di massa coronale (CME). Come ha spiegato l'Agenzia Spaziale Europea, queste onde radio devono essere osservate dallo spazio, e non dalla Terra. I segnali infatti non riuscirebbero a raggiungere il suolo perché assorbiti dalla ionosfera. 

"Si tratta di una missione molto ambiziosa e molto emozionante", ha dichiarato David Sundkvist, ricercatore principale di CURIE che lavora all'Università della California, Berkeley . "È la prima volta che qualcuno fa volare un radiointerferometro nello spazio in modo controllato, e quindi sarà un apripista per la radioastronomia in generale".

Qual è il piano della Nasa

I due CubeSat gemelli, satelliti molto piccoli, grandi come una scatola da scarpe, sono stati trasportati in orbita a bordo del razzo Ariane 6 dell'Agenzia spaziale europea, lanciato martedì . L'obiettivo è dispiegarli a circa 580 chilometri sopra la superficie terrestre. Grazie a due antenne lunghe 2,4 metri, i satelliti riusciranno a scansionare le onde radio tra gli 0,1 e i 19 megahertz che vengono assorbite dall'atmosfera superiore della Terra.

È fondamentale che i satelliti operino a circa tre chilometri di distanza l'uno dall'altro. Gli scienziati infatti cercheranno di capire da dove vengono i segnali radio misurando il tempo impiegato per raggiungere ogni satellite. "Questa distanza consente agli strumenti di CURIE di misurare piccole differenze nel tempo di arrivo delle onde radio, il che consente loro di determinare esattamente da dove provengono le onde radio."

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