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Cambiamenti climatici

Da tre mesi le temperature degli oceani sono le più calde di sempre, scienziati: “Senza precedenti”

Da circa 90 giorni consecutivi le temperature di mari e oceani sono le più calde mai registrate. Le possibili cause e le conseguenze di un fenomeno che non ha precedenti e preoccupa gli esperti.
A cura di Andrea Centini
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In nero, in alto, la curva anomala del riscaldamento nel 2023. Credit: Università del Maine
In nero, in alto, la curva anomala del riscaldamento nel 2023. Credit: Università del Maine
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Da circa tre mesi la temperatura superficiale media dei mari e degli oceani della Terra è costantemente superiore a quella registrata negli ultimi quattro decenni, cioè da quando gli scienziati hanno iniziato a misurarla sistematicamente attraverso satelliti, stazioni meteorologiche, navi da ricerca, boe e altri dispositivi. È un dato che preoccupa realmente gli esperti, poiché risulta essere ben più elevato di quello fatto emergere dai modelli climatici, che già mostrano dati desolanti a causa dell'impatto del riscaldamento globale. Si sospetta il coinvolgimento di El Niño, un fenomeno climatico periodico legato all’incremento delle temperature superficiali dell’Oceano Pacifico con effetti planetari, ciò nonostante al momento non vi è certezza sulle reali cause di questo riscaldamento estremo, assolutamente senza precedenti.

Che si tratti di una grave anomalia lo affermano gli stessi ricercatori. Ad aprile il professor Mike Meredith del British Antarctic Survey (BAS) aveva dichiarato al Guardian che il riscaldamento eccessivo degli oceani – iniziato attorno alla metà di marzo – era un vero e proprio grattacapo e una sorpresa preoccupante per gli scienziati. “Potrebbe essere un picco estremo di breve durata, o potrebbe essere l'inizio di qualcosa di molto più serio”, aveva chiosato l'oceanografo esperto di poli. Ma da allora sono trascorsi altri 2 mesi e la curva ha continuato a mantenersi ben al di sopra delle medie degli ultimi 42 anni. I dati sono riportati sul portale “Climate Reanalyzer” sviluppato dagli esperti del Maine Climate Office – Climate Change Institute dell'Università del Maine e si basano sulle rilevazioni dell'Optimum Interpolation Sea Surface Temperature (OISST) della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) statunitense.

Come evidenziato dal grafico principale della piattaforma, che potete visionare in testa all'articolo, la curva della temperatura superficiale dei mari e degli oceani della Terra nel 2023 risulta costantemente al di sopra di quelle sottostanti, a partire da marzo. Curiosamente fino a metà marzo la media è risultata inferiore a quelle del 2016, del 2020 e parzialmente del 2022 (gli anni più “roventi” fino ad oggi, dal punto di vista delle temperature marine); poi si è distaccata e ha iniziato la misteriosa e preoccupante cavalcata solitaria.

Mediamente la temperatura risulta essere di 0,2° C più elevata rispetto a quella registrata negli anni più caldi dal 1981 a oggi: per circa 90 giorni è oscillata tra 20.9° C e 21° C, rispetto a una media 20.7 e 20.8° C dei suddetti anni. Il dato più scioccante, tuttavia, è quello relativo a 40 anni anni fa, quando la temperatura media era di ben 1° C inferiore. Se 1° C potrebbe apparire poco, in realtà per soli quattro decenni è un aumento mostruoso, considerando l'energia necessaria per riscaldare l'immensa massa d'acqua composta dai mari e dagli oceani di tutto il nostro pianeta. Ma quali sono le conseguenze?

La temperatura più elevata di mari e oceani ha effetti catastrofici tanto sugli ecosistemi quanto sull'umanità intera e sulle sue attività. L'acqua più calda occupa innanzitutto un volume maggiore, accelerando l'effetto dell'innalzamento del livello del mare a sua volta catalizzato dai cambiamenti climatici. Si innesca un vero e proprio circolo vizioso, dato che, come è facilmente intuibile, si favorisce anche lo scioglimento dei ghiacci. Meno ghiaccio significa inoltre oceani polari con una albedo ridotta (la capacità di riflettere i raggi solari), un fenomeno che fa ulteriormente accumulare calore nell'acqua marina.

Gli oceani sono più caldi anche perché aiutano a “catturare” il calore in eccesso intrappolato in atmosfera a causa delle emissioni di CO2 e altri gas a effetto serra – senza questo servizio la temperatura sarebbe più alta di 36° C, come spiegato a Fanpage.it dalla biologa marina Mariasole Bianco – , ma questo servizio naturale non è illimitato e gli scienziati temono che possa essere giunto al limite. Acqua marina più calda significa inoltre ridistribuzione dei nutrienti, alterazioni ecologiche (come le migrazioni), crollo degli stock ittici – dai quali dipendono centinaia di milioni di persone – e naturalmente anche fenomeni atmosferici più intensi e devastanti, come uragani e tornado, oltre ad alluvioni e inondazioni.

Il riscaldamento anomalo degli oceani registrato dagli scienziati sta battendo ogni record di previsione da parte dei modelli climatici e le conseguenze potrebbero essere catastrofiche, avvicinandoci sempre di più all'apocalisse climatica verso la quale ci stiamo letteralmente infilando con le nostre stesse mani.

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