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Covid, nuova variante scoperta in allevamenti di visoni in Polonia: “Rischio epidemie future”

In due allevamenti polacchi di visoni è stata scoperta una nuova variante del coronavirus SARS-CoV-2, affine a un ceppo circolato nell’uomo fino all’inizio del 2021. Il virus mutato potrebbe essere fonte di future epidemie di Covid nel caso dovesse passare all’uomo.
A cura di Andrea Centini
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In due allevamenti di visoni della Polonia è stata identificata una nuova variante del coronavirus SARS-CoV-2, il patogeno responsabile della pandemia di COVID-19 iniziata ormai più di 3 anni fa. L'aspetto più interessante risiede nel fatto che questo lignaggio risulta affine alla variante B.1.1.307 (GR/20B) che è stata rilevata per l'ultima volta nell'uomo tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021, ovvero poco più di due anni fa. Nonostante questa somiglianza, la nuova variante presenta oltre 40 mutazioni aggiuntive; ciò significa che potrebbe “provenire da un luogo sconosciuto o da un serbatoio animale non rilevato”, come spiegato dagli scienziati nell'abstract dello studio.

A rilevare la nuova variante del coronavirus SARS-CoV-2 è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati polacchi del Dipartimento delle malattie del pollame – Istituto nazionale di ricerca veterinaria di Puławy, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Virologia, del Dipartimento di analisi omiche e dell'Erasmus University Medical Centre di Rotterdam (Paesi Bassi). I ricercatori, coordinati dalla dottoressa Katarzyna Domańska-Blicharz, hanno isolato il ceppo in due allevamenti di visoni – a pochi chilometri di distanza l'uno dall'altro – testati tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023. Nel primo sono stati trovati positivi sei esemplari su quindici, nel secondo quindici su quindici.

Non è la prima volta che il virus respiratorio viene identificato in questi splendidi mustelidi, che risultano particolarmente suscettibili all'infezione. Basti pensare che nel 2020 la Danimarca decretò lo sterminio di oltre 15 milioni di esemplari – tutti quelli presenti nei 1.100 allevamenti locali – dopo la scoperta di un ceppo mutato del coronavirus SARS-CoV-2 che aveva mostrato una ridotta sensibilità agli anticorpi neutralizzanti. I visoni, diversi dei quali morti per la malattia, erano stati infettati da lavoratori positivi, successivamente hanno evoluto una forma mutagena del virus che è poi ripassata all'uomo attraverso il fenomeno noto come spillback. Non è tuttavia il caso degli allevamenti polacchi, dove tutti gli animali sono risultati asintomatici e non hanno trasmesso il virus agli allevatori. La legge in Polonia prevede l'abbattimento di tutti gli esemplari di un allevamento se il tasso di mortalità supera il 10 percento o se avviene il fenomeno dello spillback.

Dalle indagini molecolari condotte sui campioni biologici prelevati con i tamponi, i ricercatori hanno osservato che il ceppo virale identificato presentava 40 mutazioni aggiuntive rispetto alla variante B.1.1.307. Nello specifico si tratta di polimorfismi a singolo nucleotide (SNP), tra i quali “le sostituzioni di aminoacidi W64L, F486L, N501T, T572I e S929I e una delezione di quattro aminoacidi nelle posizioni 140-143”, come spiegato dagli esperti. Fortunatamente non si sono registrate fughe degli animali infetti, che avrebbero potuto diffondere anche in natura il nuovo ceppo (nel 2020 fuggirono oltre cento visoni infetti dagli allevamenti danesi). La fonte del contagio non è chiara, dato che i lavoratori sono risultati “ripetutamente negativi”; gli scienziati non escludono che il virus possa essere stato introdotto da un animale entrato negli allevamenti, come ad esempio un gatto selvatico o un altro piccolo carnivoro come una puzzola, una faina o una volte (i gatti sono particolarmente suscettibili al virus).

Come specificato, i visoni infettati non hanno manifestato segni di malattia, un dettaglio da non sottovalutare: “Crea una possibilità di evoluzione virale indipendente e potrebbe costituire una fonte per future epidemie con nuovi ceppi”, hanno chiosato la dottoressa Domańska-Blicharz e colleghi. I casi sono stati rilevati solo grazie alla sorveglianza obbligatoria, introdotta da quando il virus si è diffuso negli allevamenti di visoni Danimarca e Paesi Bassi. Solo in questo modo è possibile monitorare la diffusione di nuovi ceppi "silenti" negli animali e scongiurare il potenziale rischio dello spillback. I dettagli della ricerca “Cryptic SARS-CoV-2 lineage identified on two mink farms as a possible result of long-term undetected circulation in an unknown animal reservoir, Poland, November 2022 to January 2023” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Eurosurveillance.

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