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Cos’è questa storia dell’ESA che paga 5.000 euro la gente per stare sdraiata

A febbraio è partito lo studio Vivaldi III, con l’obiettivo di valutare gli effetti del volo spaziale sugli astronauti. Per simulare le condizioni di microgravità, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha chiesto a 20 volontari di restare sdraiati per dieci giorni, pagandoli ben 5.000 Euro.
A cura di Andrea Centini
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Credit: MEDES/Prodigima/ESA
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In queste ore è diventata virale la notizia che l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) sarebbe pronta a pagare 5.000 Euro a venti volontari per stare 10 giorni sdraiati su un lettino inclinato o dentro una vasca piena d'acqua. Tutto molto bello, ma se cercate un form da compilare per candidarvi non lo troverete, semplicemente perché lo studio in questione – chiamato Vivaldi III – è già partito a febbraio di quest'anno, come indicato dall'ESA in un comunicato stampa. Quindi i partecipanti a questo interessante esperimento, che si sta svolgendo presso la Clinica Spaziale Medes di Tolosa in Francia, sono già stati selezionati da tempo e ora sono attivamente impegnati nei test. Insomma, i 5.000 Euro per stare sdraiati, al momento, sono finiti nelle mani di altri fortunati; ciò, tuttavia, non significa che nel prossimo futuro non possa esserci un'ulteriore opportunità, considerando che siamo alla terza campagna di questo importante ciclo di studi iniziato nel 2021. Il consiglio che possiamo dare, pertanto, è quello di seguire i portali ufficiali di MEDES e dell'ESA per ulteriori “ghiotte” occasioni.

Credit: MEDES/Prodigima/ESA
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Ma cos'è esattamente questo studio Vivaldi III? E perché i partecipanti vengono pagati per stare “semplicemente” sdraiati in acqua – nella cosiddetta immersione a secco – o su un lettino inclinato? Innanzitutto spieghiamo a cosa serve questa ricerca. I due metodi di stazionamento sopra descritti hanno l'obiettivo di replicare gli effetti della microgravità sperimentata dagli astronauti quando sono ad esempio a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), dove fra l'altro è finalmente arrivata la Crew-10 per dare il cambio a Butch Wilmore e Suni Williams bloccati da oltre nove mesi sul laboratorio orbitante. Mandare astronauti nello spazio è estremamente costoso, pertanto le agenzie spaziali come la NASA e l'ESA organizzano spesso simulazioni di questo tipo sulla Terra, per replicare in un modo quanto più verosimile possibile l'esperienza nello spazio. L'obiettivo, chiaramente, è quello di valutare gli effetti sull'organismo umano in questa specifica situazione. Nel caso dell'immersione a secco si creano “condizioni simili all'assenza di gravità”, mentre il riposo a letto con la testa più in basso dei piedi “riproduce gli spostamenti dei fluidi e l'inattività che si verificano nello spazio a causa della microgravità”, spiega l'ESA.

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I partecipanti a Vivaldi III una volta sul lettino inclinato di 6° oppure dentro la vasca da bagno piena d'acqua devono restare per dieci giorni consecutivi in quella posizione. Ciò significa anche per mangiare, bere ed espletare i bisogni fisiologici, per i quali gli scienziati dell'ESA hanno predisposto uno speciale “carrello” atto alla raccolta dei rifiuti corporei senza la necessità di cambiare posizione. Per quanto concerne la vasca da bagno, i volontari restano immersi fin sopra al busto, con braccia e testa fuori dall'acqua. Dal busto in giù sono anche ricoperti da un tessuto impermeabile, “che li mantiene asciutti e sospesi uniformemente nell'acqua”, sottolinea l'ESA. L'esperienza è simile a quella che vivono gli astronauti sull'ISS. L'esperimento in tutto dura circa tre settimane, dato che i cinque giorni precedenti alla fase “spaziale” vera e propria e i cinque giorni successivi sono necessari per raccogliere molteplici parametri metabolici, cardiovascolari, muscolari, ossei, neurologici, ofatlmologici e così via.

Credit: MEDES/Prodigima/ESA
Credit: MEDES/Prodigima/ESA

L'obiettivo è proprio valutare i cambiamenti che queste situazioni atte a simulare il volo spaziale determinano sull'organismo umano. Un recente studio dell'Università di Calgary ha ad esempio dimostrato che gli astronauti che restano per diversi mesi in orbita perdono decenni di massa ossea, per questo devono seguire una lunga riabilitazione una volta rientrati sulla Terra; un'altra ricerca della Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York ha rilevato nel sangue degli astronauti mutazioni legate a malattie oncologiche e cardiache; mentre un altro studio ha evidenziato danni renali significativi.

In vista delle missioni prolungate sulla Luna e l'ambita conquista di Marte, sapere esattamente come cambia il nostro corpo in condizioni di microgravità – simulata o reale – offre informazioni preziosissime agli scienziati. Per partecipare a Vivaldi III sono stati selezionati solo giovani uomini tra i 20 e i 40 anni, con rigorosi parametri di altezza (tra 1,65 m e 1,80 m) e indice di massa corporea o BMI (tra 20 e 26). In Vivaldi I erano state selezionate solo donne e in Vivaldi II uomini, ma gli studi erano durati solo cinque giorni. I risultati dell'esperienza prolungata di Vivaldi III aiuteranno a monitorare meglio la salute degli astronauti ma potrebbero offrire dei vantaggi per tutti. “Colmare il divario tra i voli spaziali e la ricerca a terra è essenziale per l'esplorazione spaziale umana. Le nostre scoperte hanno implicazioni significative per la medicina basata sulla Terra, in particolare nelle condizioni legate all'invecchiamento”, ha spiegato il dottor Marc-Antoine Custaud dell'Università di Angers, responsabile del programma di immersioni a secco dell'ESA. Non resta che attendere la pubblicazione dei risultati.

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