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Cos’è l’ortoressia, il disturbo alimentare che rende il cibo sano un’ossessione: i sintomi

In alcune persone la dieta sana a tutti i costi può sfociare in una vera e propria ossessione patologica che prende il nome di ortoressia. Quali sono i segni e i sintomi del disturbo alimentare, non ancora ufficialmente riconosciuto.
A cura di Andrea Centini
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Il desiderio di mangiare cibi sani è indubbiamente lodevole, ma una dieta plasmata solo ed esclusivamente su di essi può trasformarsi in una vera e propria ossessione, fino a sfociare in un disturbo alimentare (non ancora ufficialmente riconosciuto) che gli esperti chiamano ortoressia. Il termine, coniato nel 1997, deriva dalle due parole greche orthos (corretto) e orexis (appetito) e mette l'accento proprio sull'attenzione patologica per i cibi "sicuri, sani e puliti". Benché non sia ancora contemplata nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), punto di riferimento per psichiatri, psicologi e psicoterapeuti, l'ortoressia è una condizione che continua a ricevere sempre più attenzione da parte degli specialisti. Vediamo il perché.

I rischi dell'ortoressia

Se da un lato preoccuparsi per le proprietà nutrizionali degli alimenti che si consumano non è un problema, anche alla luce dell'impatto negativo sulla salute dei cibi ultraprocessati, dall'altro chi è affetto da ortoressia diventa così fissato dalla presunta ‘alimentazione sana' “da danneggiare effettivamente il proprio benessere e la propria salute”, come spiegato dalla National Eating Disorders Association (NEDA). Questa ossessione può infatti sfociare nella malnutrizione, a causa della sistematica, progressiva e sempre più approfondita eliminazione di cibi considerati insalubri. Non si parla di una generica eliminazione di specifici prodotti e derivati, come avviene ad esempio in una dieta vegetariana o vegana, ma dell'approccio mentale che porta a fare totale piazza pulita di tutto ciò che viene considerato "impuro".

La totale eliminazione di zucchero, carboidrati e altri nutrienti, senza sostituirli con prodotti alternativi, paradossalmente può anche portare a mangiare più del necessario, a causa del senso di vergogna, stress e frustrazione che si manifestano quando si è costretti a fare strappi alla regola, magari a “causa” di un'occasione conviviale. Ciò può portare anche alla compromissione del funzionamento psicosociale, come indicato dagli esperti. Ciò si verifica perché la condivisione dei pasti ha un ruolo centrale nei momenti di socialità nell'essere umano; basti pensare alle festività o al significato che si può dare a un invito a cena. Il fatto di essere estremamente rigidi su ciò che si può o non si può mangiare può chiaramente sfociare nell'isolamento sociale e nel disagio emotivo, come sottolineato dalla Cleveland Clinic.

Quante persone soffrono di ortoressia

La NEDA spiega che non essendo una condizione mentale ufficialmente riconosciuta l'ortoressia non può essere inquadrata con criteri diagnostici formali, pertanto è complicato determinare “se si tratta di un disturbo alimentare autonomo, di un tipo di disturbo alimentare esistente come l'anoressia nervosa o di una forma di disturbo ossessivo-compulsivo”. Non è facile nemmeno definire quante persone ne soffrono. Secondo lo studio internazionale “Overall proportion of orthorexia nervosa symptoms: A systematic review and meta-analysis including 30 476 individuals from 18 countries” pubblicato alla fine del 2023 e volto a determinare la percentuale di persone con la condizione, è emerso che circa 3 dei partecipanti su 10 aveva sintomi di ortoressia nervosa (rilevata attraverso lo strumento di indagine ORTO-15). È interessante notare che il maggior numero di persone con la condizione faceva parte del gruppo di atleti e professionisti del fitness.

Gli studiosi hanno anche determinato che la maggior parte delle persone affette da ortoressia soffre di disturbo ossessivo-compulsivo. I comportamenti messi in atto dagli ortoressici hanno inoltre diversi punti di contatto con quelli dell'anoressia nervosa. Come sottolineato dalla psicologa Kasey Goodpaster in un articolo della Cleveland Clinic, “la differenza è che le persone che vivono con l’ortoressia si concentrano sulla qualità del cibo, mentre le persone che vivono con l’anoressia limitano la quantità di cibo che assumono”. “L'ossessione per un'alimentazione sana o ‘pulita' sembra essere un'altra manifestazione della nostra ‘cultura della dieta', in cui c'è una forte enfasi sulla magrezza spesso mascherata dal desiderio di salute”, ha aggiunto la scienziata. Il potenziale incremento dei casi di ortoressia potrebbe essere un altro riflesso dell'impatto negativo dei social network, sui quali si tende si tende a dare un'immagine distorta e "perfetta" di sé, cercando di seguire i modelli proposti dai profili più influenti. È tuttavia interessante notare che la preoccupazione per la propria immagine corporea nell'ortoressia può essere presente o meno.

I segni e i sintomi dell'Ortoressia

I segni e i sintomi caratteristici dell'ortoressia sono stati riassunti dalla NEDA; li riportiamo qui di seguito:

  • Controllo compulsivo delle etichette degli alimenti
  • Preoccupazione crescente per la salubrità degli ingredienti
  • Eliminazione di interi gruppi alimentari dalla propria dieta
  • Incapacità di mangiare altro che un ristretto gruppo di alimenti considerati ‘sani' o ‘puri'
  • Alti livelli di perfezionismo
  • Interesse insolito per la salubrità del cibo consumato dagli altri
  • Sentimento di superiorità riguardo alla propria alimentazione e intolleranza rispetto ai comportamenti e alle abitudini alimentari degli altri
  • Trascorrere ore al giorno a pensare a quale cibo potrebbe essere servito ai prossimi eventi
  • Mostrare alti livelli di angoscia quando non sono disponibili cibi ritenuti ‘sicuri' o ‘sani'.
  • Consultazione ossessiva di blog sul cibo e di “stile di vita sano” sui social media

Come viene trattata l'ortoressia

Non esistono trattamenti specifici per l'ortoressia, tuttavia, avendo diversi punti di contatto con altri disturbi alimentari riconosciuti, gli esperti sottolineano l'importanza dell'approccio multidisciplinare. L'intervento di uno psicoterapeuta può ad esempio migliorare l'accettazione dei cibi “tagliati”, mentre esperti della nutrizione possono correggere eventuali problemi scaturiti dalla condizione e ripristinare peso e malnutrizione.

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