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Cos’è lo strano volto umano avvistato su Marte dal rover Perseverance della NASA

Apparso nelle foto scattate dal rover Perseverance della NASA durante l’esplorazione del versante occidentale del cratere Jezeo, ha l’aspetto di un volto mummificato: non si tratta però della testa di un temerario ominide sbarcato sul Pianeta rosso né di quella di un marziano dalle sembianze umane, ma di un’insolita formazione rocciosa.
A cura di Valeria Aiello
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Particolare del "volto umano" apparso in una delle immagini inviate da Marte dal rover Perseverance della NASA / Credit: NASA/JPL-Caltech/ASU
Particolare del "volto umano" apparso in una delle immagini inviate da Marte dal rover Perseverance della NASA / Credit: NASA/JPL-Caltech/ASU

Nelle immagini che ci arrivano dai veicoli che stanno esplorando la sua superficie, Marte appare in tutto il suo caratteristico fascino, ma spesso mostra strutture misteriose, come quella avvistata dal rover Perseverance della NASA durante l’esplorazione del versante occidentale del cratere Jezero: nella foto, scattata il 27 settembre 2024, si vede quello che, a dire il vero, sembra un volto umano che affiora dal suolo marziano. Non si tratta però né della testa di un temerario ominide sbarcato sul Pianeta rosso né del volto di un marziano dalle sembianze umane, ma più semplicemente di un’insolita formazione rocciosa

Il volto che affiora dal suolo di Marte

Visti dalla Mastcam-Z del rover Perseverance, i paesaggi di Marte stimolano fantasie e suggestioni, ma la nostra tendenza a scorgere volti umani anche dove non ci sono – un fenomeno noto come pareidolia – spesso fa tutto il resto, portandoci ad associare i lineamenti del viso ad oggetti inanimati. Proprio come nel caso della testa che sembra affiorare dal suolo marziano e che, nella realtà, è una roccia erosa, probabilmente di arenaria come quelle circostanti: ciò che la rende diversa ai nostri occhi, a parte forma e proporzioni che appunto ricordano un volto umano, è l’erosione stessa, dovuta all’azione del vento e probabilmente dell’acqua che un tempo scorreva sulla superficie di Marte e che la fa sembrare invecchiata, quasi mummificata.

L'immagine della superficie di Marte scattata dalla Mastcam-Z del rover Perseverance: tra le rocce che affiorano in superficie, una sembra ricordare un "volto umano" / Credit: Credit: NASA/JPL-Caltech/ASU
L'immagine della superficie di Marte scattata dalla Mastcam-Z del rover Perseverance: tra le rocce che affiorano in superficie, una sembra ricordare un "volto umano" / Credit: Credit: NASA/JPL-Caltech/ASU

Il suo orientamento rispetto alla Mastcam-Z di Perseverance, la coppia di telecamere posizionate sulla cima dell’albero del rover – la fa apparire adagiata su un lato, accentuando le ombre di quelle che sembrano l’arcata sopracciliare, il naso, la bocca e il mento.

La foto, selezionata come “immagine della settimana” della missione del rover Perseverance, non è il primo scatto di Marte a sollecitare la suggestione di antiche forme di vita aliena: in precedenza è stato scovato quello che sembrava il muso di orso, ma anche un femore animale, un piccolo Bigfoot e persino alcuni strani insetti. Altre curiose immagini hanno inoltre portato a sostenere l’esistenza di un portale marziano che, speculazioni a parte, era in realtà una fessura molto piccola lungo un affioramento roccioso.

La missione del rover Perseverance

La missione Perseverance della Nasa, dopo tre anni e mezzo di esplorazione del fondo del cratere Jezero e del delta di un antico fiume che scorreva al suo interno, alla ricerca di antiche tracce di vita, si è spostata sul versante occidentale del cratere che il piccolo rover marziano ha iniziato ha risalire. La scalata, iniziata il 19 agosto 2024, ha segnato l’inizio della nuova campagna scientifica della missione, la quinta da quando il rover è atterrato nel cratere, il 18 febbraio 2021.

Da allora, nelle quattro campagne scientifiche completate, Perseverance ha raccolto 22 carote di roccia e percorso circa 30 chilometri sullo sterrato, ma è ancora in condizioni eccellenti da poter arrivare a studiare la sommità del cratere: due regioni, in particolare, sono considerate prioritarie, soprannominate Pico Turquino e Witch Hazel Hill.

Pico Turquino, dalle immagini delle sonde NASA che orbitano attorno a Marte, sembra contenere antiche fratture che potrebbero essere state causate dall’attività idrotermale in un lontano passato, mentre Witch Hazel sarebbe composta da materiali stratificati, che probabilmente risalgono a un’epoca in cui Marte aveva un clima molto diverso da quello odierno.

Le viste orbitali avevano anche rivelato la presenza di un substrato roccioso di tonalità chiara simile a quello trovato a Bright Angel, l’area in cui Perseverance ha recentemente scoperto e campionato la roccia Cheyava Falls, che presenta firme chimiche e strutture che potrebbero aver avuto origine da forme di vita esistite miliardi di anni fa, quando la roccia era attraversata dall’acqua.

Avanti verso il bordo del cratere

Anche se i campioni di Marte finora analizzati sono stati scientificamente interessanti, il team della missione NASA prevede che in futuro ci saranno ancora molte altre scoperte.

I nostri campioni sono già una raccolta incredibilmente interessante dal punto di vista scientifico, ma il bordo del cratere promette di fornire ancora più campioni che avranno implicazioni significative per la nostra comprensione della storia geologica di Marte – ha recentemente affermato Eleni Ravanis, scienziata dell’Università delle Hawaii a Mānoa che fa parte team che gestisce gli strumenti Mastcam-Z di Perseverance – . Questo perché ci aspettiamo di studiare le rocce della crosta più antica di Marte. Queste rocce si sono formate da una serie di processi diversi e alcune rappresentano antichi ambienti potenzialmente abitabili mai stati esaminati prima d'ora”.

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