Cos’è l’Imbolc, la festa celtica dedicata alla primavera che inizia questa sera
Tra le feste più amate della tradizione celtica vi è l'Imbolc, che si celebra nei Paesi di lingua gaelica nel primo giorno del mese di febbraio, esattamente a metà strada tra il solstizio d'inverno e l'equinozio di primavera. In realtà i festeggiamenti hanno inizio già la sera del 31 gennaio, poiché in base alla cultura celtica l'inizio di un nuovo giorno si aveva proprio al tramonto del sole. L'Imbolc è una delle quattro grandi feste stagionali gaeliche, la prima del ciclo, assieme a Beltane (che si 1 celebra il 1 maggio), il Lughnasadh (1 agosto) e il Samhain (1 novembre). Conosciuta anche con i nomi di Imbolg, Giorno di Santa Brigida e Oimelc, è una festa dedicata al culmine dell'inverno e all'avvio verso la primavera, della quale si iniziano ad avvertire i primi segnali in natura. Si celebra anche la luce dei giorni che continuano ad allungarsi. L'Imbolc abbraccia i concetti di risveglio, rinascita e di nuovo inizio, tutti associati alla primavera. In alcuni regioni celtiche è nota anche come Festa della Pioggia. Connotata sia da elementi pagani che religiosi (dopo il processo di “cristianizzazione”), l'Imbolc affonda le sue radici sin nel Neolitico. Ecco cosa sappiamo su questa affascinante celebrazione.
Le origini del termine Imbolc sono avvolte dal mistero. Anche l'etimologia è incerta. Come indicato nel libro “The Celts” di Nora K. Chadwick, J. Corcoran, la spiegazione più plausibile è che il termine derivi dall'antico irlandese “i mbolc” – nell'irlandese moderno: i mbolg -, che sta a significare “nel grembo”. Il riferimento è alla gravidanza delle pecore che si verifica in questo periodo dell'anno. Le antiche comunità celtiche profittavano del latte delle pecore per farne formaggi e altri prodotti, ma anche delle code degli agnellini che venivano utilizzate nelle ricette tradizionali. Erano pasti considerati fondamentali per superare i rigori dell'inverno. Secondo il linguista celtico francese Joseph Vendryes il nome Imbolc sarebbe invece legato al termine “folcaim”, che in antico irlandese stava a indicare la “purificazione” del fuoco e della luce, la “pulizia” e il “lavarsi”, tra i rituali tipici di questa festa. Il nome alternativo Oímelc (da oi-melg) richiama anch'esso la disponibilità del prezioso latte di pecora in questo periodo dell'anno. Gli ovini, del resto, sono più resistenti delle mucche in presenza di scarsa vegetazione come quella invernale, pertanto gli agricoltori ne ottenevano il latte prima dei bovini e prolungavano le scorte.
L'Imbolc, come indicato, è intimamente connessa con Brigid / Brigida, una dea gaelica associata alla guarigione, alla primavera, alla fertilità, alla saggezza e alla protezione del bestiame, tutte virtù trasferite su Santa Brigida nel processo di cristianizzazione della festa, che dal 2023 diventerà “ufficiale” nella Repubblica d'Irlanda. Non a caso tra i simboli principali dell'Imbolc ci sono le cosiddette “croci di Brigid” – fatte di giunchi intrecciati – e bambole (Brídeóg) che con la fattezze stilizzate della dea, che in passato venivano fatte sfilare davanti alle case per benedirle. Poiché si riteneva che durante la festa la dea visitasse le abitazioni di tutti, i celti preparavano una camera da letto per ospitarla e lasciavano anche cibo e bevande. Inoltre i vestiti venivano appesi fuori affinché fossero benedetti dalla sua luce. Nelle case venivano anche accese candele e lumi per propiziare la rinascita della primavera e la purificazione della luce, una tradizione che ha fatto confluire l'Imbolc anche nella Candelora, la “festa della Presentazione di Gesù al Tempio” che i cattolici celebrano il 2 febbraio. Le celebrazioni dell'Imbolc proseguivano con visite ai pozzi sacri, il rilascio di offerte e doni e il recupero di acqua per la benedizione della casa.
Al giorno d'oggi la festa dell'Imbolc è celebrata sia dai cristiani che da neopagani. Nei festival più importanti come quelli di Killorglin, nella contea irlandese di Kerry, i partecipanti festeggiano con canti e balli innanzi al fuoco purificatore, indossando maschere e cappelli di paglia e portando in dono le bambole Brídeóg.