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Cos’è l’hantavirus che ha ucciso la moglie di Gene Hackman: sintomi, trasmissione e cura

Un medico legale ha chiarito le cause del decesso di Gene Hackman e di sua moglie Betsy Arakawa. L’attore è deceduto per problemi cardiaci e Alzheimer, mentre la donna è morta a causa di un’infezione da hantavirus. Cos’è, come si trasmette e quali sono i sintomi della malattia.
A cura di Andrea Centini
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Betsy Arakawa e Gene Hackman
Betsy Arakawa e Gene Hackman

Il 7 marzo è stata fatta definitivamente luce sulle cause della morte del celebre attore Gene Hackman (95 anni) e di sua moglie, la 63enne Betsy Arakawa. I due erano stati trovati morti alla fine di febbraio nella loro casa di Santa Fe (New Mexico) e per giorni si è speculato sulle possibili circostanze che ne avevano cagionato il decesso. Si era parlato infatti di fughe di gas e addirittura di possibili atti criminali da parte di terzi. Durante una conferenza stampa, tuttavia, il medico legale Heather Jarrell che ha seguito il caso ha confermato che Hackman era gravemente malato di Alzheimer e con seri problemi cardiaci, che lo hanno ucciso il 17 febbraio (giorno indicato dal suo pacemaker); Arakawa è stata invece trovata positiva a un'infezione da hantavirus, un genere di virus che circola nei topi selvatici e che può provocare una rara malattia potenzialmente mortale chiamata “Sindrome polmonare da hantavirus”. La donna sarebbe morta prima di Hackman e quest'ultimo potrebbe non essersi reso conto di nulla a causa della grave forma di demenza rilevata dai medici legali. Ma cos'è esattamente un hantavirus?

Cosa sono gli Hantavirus e quali malattie provocano

Per Hantavirus (più correttamente Orthohantavirus) si intende un genere di virus a RNA a singolo filamento appartenenti alla famiglia Hantaviridae, “che consiste in almeno 4 sierotipi con 9 virus che causano due sindromi cliniche maggiori”, spiegano gli autorevoli Manuali MSD per operatori sanitari. Le patologie severe sono la sopracitata sindrome polmonare da hantavirus – quella che avrebbe ucciso Betsy Arakawa – e la febbre emorragica con sindrome renale. Il patogeno principalmente responsabile della sindrome polmonare, conosciuta anche come sindrome cardiopolmonare da hantavirus, è il virus Sin Nombre (senza nome) che circola in Nord America.

Il Ministero della Salute spiega che gli hantavirus sono presenti naturalmente in diverse specie di roditori che li liberano nell'ambiente attraverso l'urina, le feci e la saliva; l'inalazione degli aerosol emessi dalle escrezioni dei topi è la causa più comune della zoonosi. Negli Stati Uniti la specie di roditore più coinvolta nelle infezioni umane è il topo cervo, come indicato dalla Mayo Clinic, tra le più importanti organizzazioni sanitarie statunitensi. I sintomi iniziali della zoonosi, ovvero una malattia infettiva trasmessa dagli animali, sono aspecifici e di tipo simil-influenzale, come febbre, mal di testa e mialgia (dolori muscolari). La condizione può evolvere drammaticamente quando le particelle virali invadono il tessuto polmonare e lo danneggiano, determinando accumulo di liquidi, dispnea (difficoltà respiratorie), tosse e alterazioni del battito cardiaco. La sindrome polmonare da hantavirus ha una mortalità che può superare il 30 percento.

Come si trasmettono gli hantavirus

Le infezioni da hantavirus sono zoonosi che si trasmettono attraverso l'esposizione agli aerosol e ai fluidi corporei di roditori positivi ai patogeni. La fonte più probabile è l'inalazione delle particelle virali contenute in feci e urina rilasciati nell'ambiente. Un classico caso di infezione si verifica effettuando pulizie senza le dovute precauzioni in edifici a lungo disabitati, capannoni e altri locali invasi dai topi positivi. Basta qualche colpo di scopa per riempire l'aria con aerosol infettivi. Anche toccando inavvertitamente i fluidi corporei dei topi e portandosi le dita su occhi, naso e bocca può innescare l'infezione. Più raramente è causata da morsi e graffi di esemplari infetti.

La sporadica trasmissione tra uomo e uomo di hantavirus è nota solo per un ceppo conosciuto come “virus delle Ande” che è presente in alcune aree rurali del Sud America. Per questa ragione non si corrono rischi di gravi epidemie o addirittura pandemie, come con i patogeni influenzali e i coronavirus alla stregua del SARS-CoV-2. In Europa la maggior parte delle infezioni si concentrata nei Paesi settentrionali e in particolar modo in Finlandia e Germania, dove viene riscontrato oltre il 60 percento dei casi in base ai dati degli ECDC. L'autunno è la stagione più a rischio, quando i topi iniziano a invadere le abitazioni in cerca di un po' di tepore – e fonti di cibo – per superare i rigori dei mesi più freddi.

I sintomi dell'infezione da hantavirus

Il periodo di incubazione di un'infezione da hantavirus, cioè il tempo che trascorre tra l'esposizione al virus e la manifestazione dei sintomi, è di circa un paio di settimane. Nel caso della sindrome polmonare da hantavirus i sintomi iniziali sono aspecifici e simili a quelli di un'influenza, come febbre, mal di testa, dolori articolari e muscolari; in breve tempo in alcuni pazienti possono insorgere disturbi gastrointestinali come vomito, nausea e diarrea. La malattia, se non opportunamente trattata, dopo 2-15 giorni può progredire verso la sindrome vera e propria con danni ai tessuti polmonari che determinano accumulo di liquidi, gravi difficoltà respiratorie, ipotensione e alterazioni del ritmo cardiaco, con una significativa riduzione della funzionalità. Nel caso della febbre emorragica con sindrome renale, la seconda patologia più grave causata dagli hantavirus che può essere anche concomitante con la sindrome polmonare, i sintomi iniziali sono simili, mentre progredendo i pazienti possono sviluppare bradicardia (rallentamento ritmo cardiaco), convulsioni, problemi neurologici, emorragie interne e insufficienza renale. Le complicazioni possono portare alla morte del paziente. La Mayo Clinic spiega che il tasso di mortalità del ceppo di hantavirus portato dai topi cervo “varia dal 30 al 50 percento”.

Come si cura un'infezione da Hantavirus

I Manuali MSD indicano che una volta diagnosticata l'infezione da hantavirus, attraverso test sierologici e PCR, si può intervenire – oltre che con la terapia di supporto – con l'antivirale rivabirina e dialisi renale nei casi dei pazienti colpiti da febbre emorragica con sindrome renale. Nei pazienti colpiti da sindrome polmonare è prevista la terapia di supporto poiché “la ribavirina endovenosa non ha dimostrato di essere efficace”, a differenza di quanto accade per il trattamento della sindrome renale. In alcuni casi può essere prevista la ventilazione meccanica per aiutare i pazienti a respirare.

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