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Cos’è la variante Clade I del vaiolo delle scimmie trovato in Svezia: perché è il ceppo più grave

La Svezia ha confermato il primo caso di mpox Clade I fuori dai confini dell’Africa. Sebbene si tratti di un un caso di importazione, la notizia ha generato un certo allarmismo, data anche la rapida diffusione del virus in un numero crescente di paesi in Africa. Cosa significa Clade I e quali sono le vie di trasmissioni?
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Il 15 agosto 2024 l'Agenzia svedese per la sanità pubblica ha confermato il primo caso di questa variante mpox fuori dai confini dell'Africa. Sebbene il tempismo della notizia abbia alimentato un certo allarmismo – solo qualche ora prima l'Oms aveva dichiarato l'emergenza sanitaria internazionale – è importante specificare che si tratta si un caso di importazione: la persona infettata ha infatti contratto il caso dopo un viaggio in una regione dell'Africa, dove è in corso un'epidemia dello stesso virus.

Più nel dettaglio, le autorità svedesi hanno specificato che si tratta di un caso di mpox Clade I. Stiamo parlando del ceppo più pericoloso del virus mpox, anche noto come "vaiolo delle scimmie", poi cambiato di nome in "mpox" dall'Oms nel 2022 per questioni di razzismo: il Clade Ib.

Che cos'è il mpox Clade Ib

Come spiega il portale dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), il mpox – da "monkeypox", ovvero "vaiolo delle scimmie", è "la più importante infezione da orthopoxvirus nell'uomo dall'eradicazione del vaiolo". Sebbene il virus sia stato scoperto per la prima volta in alcune scimmie da laboratorio in Danimarca nel 1958, la classificazione in Clade è successiva.

Quando il virus è stato sequenziato – prosegue l'Iss – sono stati identificati due distinti cladi del virus: il Clade del bacino del Congo e il Clade dell'Africa occidentale. Nel 2022 un gruppo  di esperti ha deciso di chiamare il primo "Clade I" e il secondo "Clade II". Il Clade I si caratterizza per essere più virulento ed è associato a una maggiore letalità (superiore al 10%), il Clade II è invece associato a una condizione più lieve, con una letalità inferiore all'1% dei casi.

Qual è il ceppo prevalente oggi

La decisione dell'OMS di attribuire all'attuale epidemia di mpox in diversi paesi dell'Africa lo status di "emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale (PHEIC)", in base al Regolamento sanitario internazionale del 2005, si deve al rapido aumento di casi del virus registrato nell'ultimo anno.

Anche se la malattia è considerata endemica dei paesi dell'Africa centrale e occidentale, negli ultimi anni si è verificato un rapido peggioramento del quadro epidemiologico. Un anno cruciale è stato il 2022, quando l'epidemia era stata già dichiarata "emergenza internazionale" in seguito alla rapida diffusione tramite via sessuale di una nuova variante del virus.

Il 23 aprile 2024 uno studio pubblicato su Nature ha confermato che il rapido aumento di casi di mpox Clade I, registrato a partire dalla fine del 2023 nella Repubblica del Congo, era da attribuire alla diffusione di "un ceppo virulento del virus del vaiolo delle scimmie che ha acquisito la capacità di diffondersi attraverso il contatto sessuale". Questa mutazione del virus preoccupa gli esperti perché – spiega l'Istituto Mario Negri – "quasi il 30% dei contagiati è avvenuto per via sessuale, suggerendo che il virus si sia adattato per trasmettersi più facilmente attraverso questa via di trasmissione".

Come si trasmette il virus mpox

Sappiamo infatti che il virus mpox si può trasmettere attraverso due modalità: il contatto animale-uomo (nelle aree endemiche), ovvero attraverso il contatto diretto con animali infetti, e il contatto uomo-uomo.

Tra gli esseri umani il virus si trasmette attraverso il "contatto stretto e prolungato con una persona sintomatica", spiega Iss. Inoltre il contagio può avvenire anche toccando oggetti contaminati da una persona infetta, qualora chi entri in contatto con questi abbia "tagli o abrasioni o se tocca accidentalmente gli occhi, il naso, la bocca o altre membrane mucose". Anche l'attività sessuale rientra tra le modalità di contagio da uomo a uomo, dopo le recenti evoluzioni del virus registrate in quest'ultimi anni. Inoltre sono stati confermati anche casi di trasmissione da madre a feto tramite la placenta.

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