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Cos’è la tubercolosi “attiva”, quali sono i sintomi e come si trasmette la malattia infettiva

La tubercolosi è una malattia infettiva e contagiosa, causata dal batterio Mycobacterium tuberculosis: la tubercolosi “attiva” è la forma della malattia che provoca sintomi evidenti, come tosse persistente, febbre e dolore al petto. Nel caso del giocatore del PSV Eindhoven, il club olandese non ha specificato il nome del calciatore colpito, che i media hanno identificato in Lucas Perez.
A cura di Valeria Aiello
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Colonie di Mycobacterium tuberculosis, il batterio che causa la tubercolosi / Credit: CDC/George Kubica
Colonie di Mycobacterium tuberculosis, il batterio che causa la tubercolosi / Credit: CDC/George Kubica

La tubercolosi “attiva” che è diagnosticata a un giocatore del PSV Eindhoven ha acceso l’attenzione sulle diverse forme di tubercolosi, la malattia infettiva causata dal batterio Mycobacterium tuberculosis (bacillo di Koch). Nella forma attiva, il batterio si moltiplica nell’organismo, provocando sintomi come tosse persistente, febbre e dolore al petto, e può trasmettersi alle altre persone attraverso le goccioline respiratorie.

Nel caso del calciatore del PSV, di cui il club olandese non ha specificato il nome, ma che i media hanno identificato nell’attaccante spagnolo Luca Perez, al momento non ci sarebbero evidenze di contagio nei contatti stretti del giocatore. Il PSV ha inoltre rassicurato che il rischio di ulteriori infezioni per il resto della squadra e per lo staff “è ridotto”, ma che continuerà a monitorare attentamente la situazione.

Cos’è la tubercolosi e cosa significa tubercolosi “attiva”

La tubercolosi è una malattia infettiva e contagiosa, causata dal batterio Mycobacterium tuberculosis, noto anche come bacillo di Kock dal nome del medico tedesco Robert Koch, Nobel per la Medicina nel 1905, che lo scoprì nel 1882. Nella maggior parte di casi, la malattia colpisce i polmoni (tubercolosi polmonare) ma possono essere coinvolte anche altre parti del corpo, come la colonna vertebrale, il cervello o i reni.

La tubercolosi “attiva” è la forma di tubercolosi in cui il batterio Mycobacterium tuberculosis si moltiplica nell’organismo, provocando sintomi evidenti.

A differenza della tubercolosi “latente” (inattiva), in cui il batterio è in uno stato di quiescenza perché il sistema immunitario ne impedisce la crescita, la tubercolosi “attiva” è contagiosa e richiede trattamento immediato con antibiotici specifici.

Quali sono i sintomi della tubercolosi attiva

I sintomi della tubercolosi attiva possono variare a seconda degli organi coinvolti, anche se nella maggior parte dei casi la tubercolosi colpisce i polmoni (tubercolosi polmonare).
In questi casi, i sintomi possono svilupparsi gradualmente, nel corso di diverse settimane, ed essere aspecifici, oppure manifestarsi come sintomi evidenti che suggeriscono un’infezione polmonare. Questi includono:

  • tosse persistente (che dura più di 3 settimane)
  • dolore toracico
  • febbre
  • sudorazioni notturne

Nel tempo, la tosse può essere accompagnata da sangue nell’espettorato. Altri sintomi della tubercolosi polmonare possono essere stanchezza o debolezza, perdita di appetito e perdita di peso.

Come detto, i sintomi si manifestano solo quando la tubercolosi è “attiva”, anche se nelle prime fasi possono essere lievi per mesi, portando a un ritardo nella diagnosi e alla trasmissione dell’infezione. Quando latente, la tubercolosi non provoca alcun sintomo e le persone infette non sono contagiose: gran parte delle persone con un’infezione latente può non sviluppare mai la malattia, ma circa il 5-15% può ammalarsi anche anni dopo l’infezione, in presenza di condizioni che attivano il batterio, come un indebolimento del sistema immunitario.

Come si trasmette la tubercolosi

La tubercolosi si trasmette per via aerea, attraverso le goccioline respiratorie (droplet) emesse da una persona con tubercolosi attiva, ad esempio quando parla, tossisce o starnutisce. Perché si verifichi il contagio, la carica batterica inspirata deve essere molto elevata, il che implica che il ricambio d’aria sia scarso o assente o che si sia trascorso molto tempo con una persona con un’infezione attiva.

I batteri che entrano nelle vie aeree raggiungono i polmoni, dove solitamente si formano granulomi di cellule immunitarie (macrofagi) in cui i batteri non direttamente eliminati dalle difese immunitarie entrano in uno stato di latenza. In condizioni di immunodepressione, il batterio si riattiva per replicarsi e, attraverso il sangue, può diffondersi ad altre parti del corpo.

Diagnosi e cura della tubercolosi

La diagnosi della tubercolosi può avvenire mediante test cutanei (test cutaneo alla tubercolina) o del sangue (test del rilascio di interferone gamma), oppure con esami in grado di identificare la presenza del micobatterio nell’espettorato dei pazienti con un’infezione polmonare attiva. I primi due esami sono test di screening che, quando positivi, vengono seguiti da una radiografia del torace: se l’esame radiografico è normale e la persona non presenta sintomi, viene diagnosticata la tubercolosi latente; in presenza invece di anomalie, si eseguono gli accertamenti per verificare la presenza di tubercolosi attiva.

La cura della tubercolosi, sia nella forma attiva che in quella inattiva, si basa su una terapia con specifici antibiotici, che possono dover essere assunti anche per 4-6 mesi o più. A seconda della gravità di malattia attiva, può rendersi necessario il ricovero ospedaliero in isolamento, anche nella maggior parte dei casi la tubercolosi può essere trattata a casa, prestando particolare attenzione a prevenire le occasioni di trasmissione, evitando visite, arieggiando frequentemente l’ambiente e indossando mascherine.

È inoltre molto importante completare l’intera terapia antibiotica, perché l’uso improprio dei farmaci antitubercolari può rapidamente portare allo sviluppo di ceppi del batterio resistenti agli antibiotici: in caso di farmacoresistenza, è necessario assumere farmaci di seconda linea per periodi di tempo molto più prolungati, che possono estendersi anche a due anni e comportare molti effetti collaterali.

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