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Cos’è la terapia cellulare per la celiachia, il nuovo approccio che può “spegnere” la reazione al glutine

La terapia cellulare per la celiachia è approccio terapeutico sperimentale che mira a ripristinare la tolleranza al glutine: impiegando cellule T in grado di intervenire sulla reazione del sistema immunitario, la strategia potrebbe portare alla prima cura per la celiachia. Lo studio su Science Translational Medicine.
A cura di Valeria Aiello
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Un innovativo approccio terapeutico per la celiachia, sviluppato dal team del professor Yannick Muller del Centro di Immunologia Umana di Losanna, in Svizzera, potrebbe portare al primo trattamento in grado di ripristinare la tolleranza al glutine, il complesso proteico presente nel grano, nella segale e nell’orzo, responsabile della reazione auto-immune nelle persone geneticamente predisposte.

L’approccio si basa su una terapia cellulare che mira a “spegnere” la reazione al glutine attraverso la modifica genetica dei linfociti T regolatori (Treg), le cellule del sistema immunitario che regolano la tolleranza immunitaria, compresa quella intestinale, impedendo all’organismo di reagire a ogni alimento ingerito, che è, per definizione, qualcosa di estraneo.

Queste cellule Treg sono già utilizzate in vari approcci sperimentali e clinici, nel contesto delle malattie autoimmuni o della medicina dei trapiantiha spiegato il professor Muller – . Il nostro approccio è stato quello di creare un esercito di cellule Treg geneticamente modificate con le forbici molecolari CRISPR  e quindi ‘addestrate’ a riconoscere i peptidi derivati dal glutine per quello che sono: tutt’altro che una minaccia”.

Lo studio su Science Translational Medicine

Il metodo di terapia cellulare per la celiachia, ancora sperimentale, sviluppato dal team del professor Muller è stato finora testato solo in laboratorio, in esperimenti in vitro, con colture di cellule umane, e in vivo, in modelli murini.

In questi test, pubblicati in un nuovo studio sulla rivista Science Translational Medicine, i linfociti T regolatori sono stati opportunamente modificati per riconoscere la gliadina, una delle due principali proteine del glutine insieme alla glutenina, mostrando di poter ridurre la risposta dei linfociti T effettori autoreattivi alla gliadina, ovvero le cellule immunitarie che sono responsabili della distruzione del tessuto intestinale.

L'approccio di terapia cellulare per la celiachia sviluppata dal team del professor Muller si è guadagnato la copertina di Science Translational Medicine, edizione del 19 marzo 2025 / Credit: Science Translational Medicine
L'approccio di terapia cellulare per la celiachia sviluppata dal team del professor Muller si è guadagnato la copertina di Science Translational Medicine, edizione del 19 marzo 2025 / Credit: Science Translational Medicine

In particolare, negli studi nei modelli murini, i linfociti T regolatori così modificati hanno fermato l’attivazione e la migrazione di questi specifici linfociti T effettori nell’intestino, sopprimendo la caratteristica risposta autoimmune osservata nella celiachia. “Si comportano come una sorta di “polizia della polizia’, ​​regolando la proliferazione dei linfociti T autoreattivi sfuggiti all’educazione timica, vale a dire all’apprendimento della discriminazione tra sé e non sé – hanno precisato gli studiosi – . Questi Treg modificati entrano quindi in competizione con le cellule T patogene e ne sopprimono la capacità di causare danni”.

Per valutare l’efficacia di questa terapia cellulare nel ripristinare la tolleranza al glutine saranno necessari ulteriori studi, che i ricercatori hanno in programma di condurre alla luce del potenziale mostrato dai Treg modificati, quale primo passo verso un nuovo approccio per controllare la celiachia.

Per adesso, abbiamo visto un’applicazione che cercheremo di sviluppare nei prossimi anni, nell’ambito di una sperimentazione clinica – ha aggiunto il professor Muller – . Il nostro ambizioso obiettivo è restituire una vita normale alle persone affette da celiachia”.

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