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Covid 19

Cos’è la super variante Kraken, la nuova mutazione del Covid che preoccupa gli esperti

“Parente” della forma ibrida Gryphon, negli Stati Uniti ha già preso il sopravvento sulle precedenti versioni di Omicron, diffondendosi rapidamente anche in Europa, dove si teme un’altra nuova ondata di Covid.
A cura di Valeria Aiello
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Più che sulla Cina, da dove le autorità sanitarie al momento non temono ripercussioni dalle varianti Omicron che stanno alimentando l’ondata di Covid nel Paese asiatico, l’attenzione degli esperti si sta focalizzando su una nuova sotto-variante di Omicron, denominata XBB.1.5 e soprannominata “Kraken”, che in appena una settimana ha più che raddoppiato il numero di nuovi casi di Covid negli Stati Uniti. Secondo gli ultimi dati dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), più del 40% dei contagi confermati negli Usa sono attualmente dovuti a questa nuova versione del virus, rispetto al 20% di una settimana fa. Nel Nord-est del Paese, da dove questa forma virale si è rapidamente diffusa, le infezioni dovute a XBB.1.5 hanno raggiunto il 75%.

La velocità con cui XBB.1.5 ha preso il sopravvento sulle precedenti varianti e sotto-varianti di Omicron sta sollevando la preoccupazione degli esperti, che temono un’altra nuova ondata di Covid anche in Europa. Tim Spector, professore di epidemiologia genetica al King’s College di Londra, sostiene che “XBB.1.5 possa essere la nuova variante a cui prestare attenzione nel 2023” mentre lo scienziato statunitense Eric Topol, professore di Medicina Molecolare presso lo Scripps Research Institute di La Jolla, in California, ha precisato di “non aver mai visto una crescita così rapida di una variante” da quando la versione originale di Omicron – classificata come variante di preoccupazione (VOC) dall’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) – è emersa, ormai un anno fa.

Cosa sappiamo della super variante XBB.1.5 e perché è chiamata “Kraken”

La nuova versione virale XBB.1.5 è una forma mutata della prima sotto-variante Omicron XBB, dunque una “parente” della forma ibrida del coronavirus nota anche come Gryphon, un ricombinante delle varianti BA.2.10.1 e BA.2.75. Nel complesso, XBB e XBB.1.5 costituiscono il 44% dei casi di Covid negli Stati Uniti ma, rispetto alla sua progenitrice, con cui risulta ugualmente immuno-evasiva, quindi in grado di sfuggire in misura simile al riconoscimento da parte degli anticorpi diretti contro le precedenti forme di Omicron, la nuova variante XBB.1.5 ha una più alta affinità per il recettore umano ACE2 (hACE2), la “porta” d’accesso del virus nelle cellule, che si traduce in una più alta capacità infettiva.

La combinazione di queste due caratteristiche, che stanno conferendo a XBB.1.5 un vantaggio di crescita significativamente superiore rispetto alle altre varianti XBB finora emerse, le è valso il soprannome di Kraken, come il leggendario mostro marino del romanzo di Jules Verne Ventimila leghe sotto i mari. La sua denominazione scientifica XBB.1.5 indica invece che rappresenta la quinta discendente di XBB.1, che ha sua volta è una sotto-variante dell’ibrido XBB, la cui lettera “X” specifica che si tratta di una forma nata dalla ricombinazione di altre due varianti.

Un’altra osservazione importante, in relazione all’elevata affinità di legame per il recettore ACE2 di XBB.1.5, deriva di test di laboratorio che indicano come la misura di questa stessa affinità sia quasi paragonabile a quella di BA.2.75, il che “potrebbe consentire a XBB.1.5 di acquisire più mutazioni, simili a quelle di BA.2.75” evidenzia l’immunologo Yunlong Richard Cao dell’Università di Pechino.

I primi dati sembrano comunque suggerire che la nuova super variante non causi forme di Covid più gravi di qualsiasi altra precedente variante Omicron, dal momento che l’aumento complessivo dei ricoveri che si sta registrando in tutti gli Stati Uniti non risulta amplificato in aree dove la nuova variante virale è già dominante, come quelle del nord-est. “Stiamo vedendo che i ricoveri sono aumentati complessivamente in tutto il Paese – ha affermato la dottoressa Barbara Mahon, direttrice della divisione Coronavirus e altri virus respiratori del CDC – . Non sembrano aumentare di più nelle aree che hanno più XBB.1.5”.

Dato l’alto livello di immunità della popolazione negli Stati Uniti, raggiunto attraverso la vaccinazione e le precedenti infezioni, l’esperta ritiene che anche nel caso in cui le infezioni di XBB.1.5 continuino a aumentare in modo significativo, l’incremento non sarà collegato a un drammatico aumento dei ricoveri o dei decessi, come visto nelle ondate precedenti. La protezione conferita dagli anticorpi è infatti solo parte della risposta immunitaria che ci protegge dal virus e che, ulteriormente rafforzata dai nuovi vaccini aggiornati contro Omicron, resta comunque efficace nel prevenire le forme gravi e fatali di Covid.

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