Cos’è la sinestesia, il significato medico del fenomeno psicologico: cause ed esempi più comuni
Non tutte le condizioni neurologiche sono ben comprese dalla scienza e, fra quelle più enigmatiche, figura sicuramente la sinestesia, un fenomeno sensoriale / percettivo (non cognitivo) in cui la stimolazione di un senso è associata a quella di un altro. In parole semplici, si tratta di “un modo speciale di percepire il mondo, una fusione o un collegamento dei sensi”, come spiegato su The Conversation dalla professoressa Giulia Simner, docente di Neuropsicologia presso l'Università del Sussex. Per fare qualche esempio pratico, un sinesteta può vedere i colori mentre ascolta un suono o legge una lettera, sentire un suono mentre guarda colori vivaci, percepire un sapore mentre legge una parola. Non si tratta di una malattia, ma di una vera e propria sovrapposizione di sensi, in cui uno dei cinque ne attiva un altro simultaneamente. Non a caso il termine sinestesia deriva dall'unione di due parole greche, syn (insieme) e aisthesis (percezione), che significa appunto “percepire insieme”. Anche l'omonima figura retorica usata in poesia (ma non solo) indica l'associazione di parole che non sono legate dal medesimo senso: l'“Urlo nero” di Quasimodo e i “Dorati silenzi” di Dino Campana ne sono esempi virtuosi. Questa sovrapposizione di sensi è piuttosto rara e può manifestarsi sin da bambini, anche se ad oggi ne sappiamo molto poco. Il più giovane sinesteta noto alla scienza era un bambino di 3 anni e mezzo che percepiva il colore blu associato al gracidare delle rana e l'arancione al suono di un ventilatore acceso. Ecco cosa c'è da sapere sulla sinestesia.
Quali sono le cause della sinestesia neurodegenerativa
Come spiegato in un articolo pubblicato dalla Fondazione Umberto Veronesi firmato dalla neuroscienziata Irene Cristofori, dalla psicologa Carola Salvi e della sinesteta e studentessa di biotecnologie Deborah Cennerilli, circa un terzo dei soggetti con sinestesia ha un parente con la medesima condizione, pertanto si ritiene che alla base di questo fenomeno possano essere coinvolta la genetica. In base alle teorie più diffuse la sinestesia sarebbe collegata a una peculiare connessione delle aree cerebrali. “Durante la crescita e lo sviluppo cerebrale si ha un normale “sfoltimento” delle connessioni neurali meno utilizzate. Nei sinesteti queste connessioni ridondanti potrebbero non essere eliminate facilitando l’esperienza sinestetica”, spiega l'articolo della Fondazione Veronesi. Come indicato da news-medical.net, le aree del sistema limbico e la corteccia cerebrale sembrerebbero quelle principalmente coinvolte nello sviluppo della sinestesia. Secondo uno studio del 2007 condotto da Rouw & Schulte, nel cervello dei sinesteti la materia bianca è organizzata in modo peculiare, inoltre la materia grigia è più abbondante in determinate regioni legate alla percezione e all'attenzione. La sinestesia può essere anche acquisita o persa in seguito a traumi cerebrali. Come spiegato dall'Università del Sussex, un pittore sinesteta perse la capacità di “mixare i sensi” dopo un danno cerebrale. L'ateneo britannico spiega che anche “le droghe allucinogene come l'LSD, i funghi magici e la mescalina” possono innescare “forme transitorie di sinestesia”, mentre alcune persone l'hanno acquisita mentre diventavano progressivamente cieche.
Quante persone sono sinestetiche
La sinestesia è una condizione neurologica piuttosto rara. In base a uno studio condotto in Scozia da scienziati dell'Università di Edimburgo e del Museo delle Scienze di Londra è stato determinato che il fenomeno sensoriale / percettivo colpisce l'1 percento della popolazione. Indagini più recenti, come indicato da Scienzainrete, suggeriscono invece che fino al 4 percento della popolazione potrebbe sperimentare una qualche forma di sinestesia. Tra i personaggi storici e famosi sinestetici si ricordano il fisico vincitore del premio Nobel Richard Feynman, lo scrittore e autore di Lolita Vladimir Nabokov, i cantanti Billie Eilish, Stevie Wonder e Pharrell Williams, gli attori Geoffrey Rush e Marylin Monroe, il compositore Olivier Messiaen, il filosofo Ludwig Wittgenstein, il pittore Van Gogh e molti altri ancora. Il fatto che diversi artisti siano sinestetici non deve stupire: come spiegato dall'Università del Sussex, infatti, “è più probabile che i sinesteti scelgano l'arte come hobby o occupazione”. L'effetto sarebbe più pronunciato per uno specifica tipologia di sinestesia, ovvero quella che permette di visualizzare la musica. In passato si riteneva che la condizione neurologica colpisse molto più le donne che gli uomini, ma indagini più recenti (Simner e Carmichael del 2015) indicano che non è così. “Una delle ragioni dell'apparente differenza è che gli uomini potrebbero avere meno probabilità di farsi avanti e fare volontariato per la ricerca e meno probabilità di ammettere di avere la sinestesia”, spiega l'ateneo britannico.
Quanti tipi di sinestesia esistono: la grafema colore è la più diffusa
Secondo l'Università del Sussex, che cita il famoso “albero della sinestesia”, esisterebbero addirittura 300 tipologie diverse di questa condiziona, ma la stragrande maggioranza di esse può essere raggruppata. Lo studio “How do Different Types of Synesthesia Cluster Together? Implications for Causal Mechanisms” coordinato dal professor Jamie Ward indica che ne esistono tra le 5 e le 10 famiglie. Esse sono linguaggio-colore (vedere un colore associato alle parole); linguaggio-gusto (sentire un sapore associato alle parole); linguaggio-tatto (provare una sensazione tattile associata alle parole); sensazioni visualizzate; il tocco a specchio (in cui si percepisce il tocco di una persona solo osservandola, o si sperimenta il dolore che prova) e altre ancora. La forma più comune in assoluto è chiamata grafema colore, in cui il sinesteta associa un colore a una lettera o a un numero. Come specificato dalla professoressa Giulia Simner, le associazioni più comuni tra grafemi e colori sono: A = rosso; O = nero o bianco; S = giallo; 1 = nero o bianco. “Le parole tendono anche ad avere colori che derivano da una o più delle loro lettere costituenti”, spiega l'Università del Sussex. Secondo l'ateneo britannico circa la metà dei sinesteti possiede una o più di queste forme di sinestesia.
In cosa consiste il test per la sinestesia: la diagnosi
Pur essendo considerata una condizione neurologica, la sinestesia non è inclusa nell'ultimo Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), il punto di riferimento internazionale per psichiatri, psicologi e neuroscienziati. Non esiste dunque un vero e proprio metodo standardizzato per la diagnosi del fenomeno percettivo / sensoriale, che può tuttavia essere associato a disturbi psichiatrici. Esiste tuttavia un test messo a punto dal dottor Richard Cytowic, uno dei principali studiosi di sinestesia al mondo. Al paziente vengono poste varie domande: la condizione viene diagnosticata se la percezione che sperimenta è automatica e involontaria; proiettata verso l'esterno (cioè ritenuta come reale e non “immaginata”); durevole nel tempo, ovvero sempre la stessa; generica (cioè fa riferimento a percezioni semplici come colori, linee e forme); ed emotiva, cioè in grado di scatenare sensazioni, spesso piacevoli.
Le persone sinestetiche sono più intelligenti?
L'Università del Sussex specifica che la sinestesia “non ha effetti noti sul QI e i sinesteti non si distinguono in alcun modo dagli altri membri della società”, aggiungendo che è del tutto possibile avere amici e parenti sinestetici senza accorgersene. Ciò nonostante le esperienze dei sinesteti possono essere molto coinvolgenti e creative, forse anche per questo in molti diventano artisti. Tra i vantaggi che la condizione garantisce vi è una migliore capacità di memorizzare e immaginare le cose nella mente, inoltre può migliorare l'ortografia, come specificato dalla professoressa Simner. Alcuni sinesteti sono più bravi a imparare le lingue, ma questa abilità potrebbe essere connessa alla memoria più efficiente. Sono noti anche alcuni svantaggi: “molti sinesteti riferiscono di avere difficoltà con i numeri, la navigazione e lo sport/coordinamento”, si specifica in uno studio condotto nel 2005.