Cos’è la sindrome dell’Avana, i sintomi della malattia causata dalla presunta “arma sonica” dei russi
La sindrome dell’Avana, la misteriosa malattia segnalata per la prima volta nel 2016 dal personale dell’ambasciata americana e canadese a L’Avana, Cuba, è un disturbo che non ha ancora una spiegazione ufficiale. I suoi sintomi variano in gravità, dal dolore alle vertigini, al ronzio nelle orecchie, fino a disfunzione cognitiva, e sarebbero legati all’uso di “armi soniche”, dispositivi a base di ultrasuoni che incidono sul cervello della vittima.
Secondo una nuova inchiesta giornalistica, condotta da The Insider, Der Spiegel e andata in onda a 60 Minutes, la trasmissione tv di punta della Cbs, la misteriosa arma sarebbe utilizzata dalle spie russe e, in particolare, dai membri di una specifica unità di intelligence militare, nota come GRU 29155, per colpire personale governativo degli Stati Uniti in varie parti del mondo.
Mosca ha negato qualsiasi coinvolgimento ma, tra i principali risultati dell’indagine, c’è il fatto che un ufficiale dell’unità 29155 sarebbe stato ricompensato per il lavoro relativo allo sviluppo di “armi acustiche non letali”, sistemi a energia diretta o microonde che, colpendo il sistema nervoso, causerebbero la percezione di fenomeni uditivi, nonché danni e lesioni cerebrali permanenti.
Cos’è la sindrome dell’Avana e quali sono le possibili cause
La sindrome dell’Avana, formalmente conosciuta come AHI, acronimo di anomalous health incidents (incidenti sanitari anomali), è una malattia che non ha una spiegazione ufficiale, segnalata per la prima volta a Cuba nel 2016, dal personale dell’ambasciata americana e canadese a L’Avana, e successivamente da più persone, compresi membri dei servizi segreti e dell’intelligence americana, diplomatici, funzionari e militari statunitensi in varie parti del mondo.
Casi di sindrome dell’Avana sono stati registrati anche in Cina, India, Europa e a persino a Washington, e ad oggi sono state fatte più di 1.000 segnalazioni del misterioso malessere, di cui decine ancora inspiegabili.
Secondo la nuova inchiesta giornalistica, la malattia sarebbe collegata all’uso di presunte “armi soniche”, dispositivi a base di ultrasuoni, che incidono sul cervello della vittima, causando la percezione di fenomeni uditivi, nonché danni e lesioni cerebrali permanenti, sebbene due recenti studi del National Institutes of Health degli Stati Uniti, che hanno valutato le persone che riferivano sintomi della sindrome dell’Avana, non abbiano trovato prove di lesioni cerebrali.
Negli ultimi anni, diversi scienziati hanno inoltre suggerito spiegazioni di natura psicogena, come forme di disturbo da sintomi somatici, disturbo di conversione o malattia psicogena di massa, oppure disturbi dovuti allo stress di lavorare all’estero e all’ansia di una possibile sorveglianza da parte di una nazione ostile.
Quali sono i sintomi della sindrome dell’Avana
I sintomi della sindrome dell’Avana comprendono vertigini, mal di testa, difficoltà di concentrazione, rumore intenso e doloroso nelle orecchie (acufeni) e funzioni cognitive alternate, come riportati da diplomatici, funzionari dell’intelligence e alcuni familiari di dipendenti statunitensi.
“Una donna ha descritto un ronzio e un’intensa pressione nel cranio; un’altra persona ha avvertito una fitta di dolore. Chi non ha invece sentito alcun suono, ha provato calore o pressione, ma per coloro che hanno sentito il suono, coprirsi le orecchie non ha fatto differenza – si legge in un report della BBC – . Alcune delle persone che hanno sperimentato la sindrome hanno provato vertigini e stanchezza per mesi”.
I casi di sindrome dell’Avana
Oltre alle prime segnalazioni a Cuba, dalla fine del 2017 sono stati riportati casi di sindrome dell’Avana in diverse località nel mondo, come in Cina, India, Europa e Washington. Secondo il nuovo rapporto, altri casi potrebbero essersi verificati anche in Germania, prima del 2016.
In Europa, nel 2021, diverse decine di persone a Vienna, in Austria, tra cui diplomatici, funzionari dell’intelligence e alcuni figli di dipendenti statunitensi, hanno mostrato sintomi simili alla sindrome dell’Avana e, nei mesi precedenti all’agosto del 2021, presso l’ambasciata americana a Berlino, sono stati segnalati altri casi, inclusi quelli di due funzionari statunitensi che avevano richiesto cure mediche. Altrove, sempre nel 2021, sono stati segnalati casi in Colombia, tra il personale dell’ambasciata americana e le loro famiglie a Bogotá, e in Asia, dove due diplomatici americani hanno lasciato l’ambasciata degli Stati Uniti ad Hanoi, in Vietnam , dopo che erano stati segnalati episodi di sindrome dell'Avana.
In precedenza, a partire dall’inizio del 2018, alcuni diplomatici statunitensi in Cina hanno segnalato sintomi coerenti con la sindrome dell’Avana, il primo presso il consolato di Guangzhou, il più grande consolato americano in Cina. A partire dalla fine del 2017, sospetti casi di sindrome dell’Avana sono stati segnalati anche in Russia, Georgia, Polonia, Taiwan e Australia.
Il governo degli Stati Uniti non ha precisato il numero delle persone colpite, ma i resoconti dei media hanno indicato un totale di 130 possibili casi entro la fine di maggio 2021, saliti a più di 200 entro metà settembre 2021, fino a più di 1.000 all’inizio 2024.