Cos’è la psittacosi, la malattia dei pappagalli che si trasmette agli umani. Oms: “Ha ucciso 5 persone”
La psittacosi, nota anche come malattia dei pappagalli o ornitosi, è un’infezione respiratoria causata dal batterio Chlamydophila psittaci, una specie che provoca la clamidiosi aviaria in alcuni uccelli (principalmente pappagalli, parrocchetti e inseparabili) ma può contagiare anche gli esseri umani, portando allo sviluppo di polmoniti gravi e pericolose per la vita.
La recente segnalazione dell’Organizzazione Mondiale di Sanità, che ha riportato la morte di cinque persone e un aumento dei casi di psittacosi in Europa tra la fine del 2023 e i primi mesi del 2024, ha riacceso l’attenzione su questa malattia che, nella maggior parte dei casi, è collegata all’esposizione ad uccelli selvatici o domestici. Il batterio che causa la psittacosi si trasmette infatti attraverso l’inalazione di polveri provenienti da piume o escrementi essiccati oppure attraverso il contatto con secrezioni respiratorie e ferite inferte da uccelli infetti. Ecco quali sono i primi sintomi, come riconoscere l’infezione e cosa c’è da sapere su questa malattia zoonotica.
Cos’è e come si trasmette la psittacosi
La psittacosi (chiamata anche “febbre dei pappagalli” o ornitosi) è una malattia respiratoria causata da Chlamydia psittaci, un batterio Gram-negativo che infetta principalmente i pappagalli, come are, calopsitte, pappagallini e inseparabili, ma anche piccioni, passeri, anatre, polli, tacchini, gabbiani e molte altre specie di uccelli. Nello specifico, si parla di psittacosi quando il batterio è trasmesso agli esseri umani da qualsiasi specie di uccelli appartenenti alla famiglia Psittacidae e di ornitosi quando l’infezione è contratta da altri uccelli.
Negli uccelli, Chlamydia psittaci provoca una clamidiosi aviaria che spesso non si manifesta con segni di malattia, ma sia gli uccelli malati sia quelli con infezioni apparentemente asintomatiche possono diffondere il batterio. L’infezione si trasmette all’uomo principalmente attraverso l’inalazione di polveri provenienti da piume o escrementi essiccati oppure attraverso il contatto con secrezioni respiratorie e ferite inferte da uccelli infetti.
Per questo motivo, i casi di psittacosi o ornitosi si verificano più frequentemente in coloro che lavorano con uccelli da compagnia o che manipolano pollame, veterinari, proprietari di uccelli da compagnia e persone che lavorano in aree in cui la malattia infettiva è diffusa nella popolazione di uccelli autoctoni. La trasmissione da persona a persona è possibile ma rara.
Quali sono i sintomi della psittacosi
La psittacosi (ornitosi) è una malattia zoonotica (trasmessa dagli animali all’uomo) che generalmente causa sintomi lievi, simili a quelli di molti altre infezioni respiratorie, ma che può portare allo sviluppo di polmoniti gravi e pericolose per la vita. I primi sintomi dell’infezione si manifestano dopo un periodo di incubazione che può variare dai 4 giorni fino alle 5 settimane (generalmente compaiono entro 5-14 giorni dal contagio) e comprendono:
- febbre alta
- mal di testa
- dolori muscolari
- tosse secca
Altri sintomi comprendono affaticamento, mancanza di respiro, brividi e fotofobia spesso associata a forti mal di testa. Meno frequenti diarrea, infiammazione della parte posteriore della gola (faringite) e confusione. In alcuni casi possono comparire le cosiddette macchie di Horder, delle eruzioni cutanee (esantema) di colore rosaceo a livello del viso.
Le forme più gravi possono manifestarsi con polmoniti atipiche (tutte quelle forme di polmoniti causate da microrganismi meno frequentemente associati a questa patologia) che possono comportare il ricovero in ospedale e in alcuni casi essere fatali. Altre complicazioni dell’infezione possono riguardare infiammazioni del cuore (endocardite e miocardite), malattie del fegato (epatite itterica) e malattie neurologiche (come encefalite e meningite). La gravità della malattia può variare in base all’età, alla presenza di condizioni di salute preesistenti e all’estensione del processo infettivo.
La diagnosi di psittacosi in genere si sospetta in pazienti con recente esposizione a volatili e si basa inizialmente sui sintomi, ma di solito è confermata da test degli anticorpi nel sangue, oppure da test molecolari (PCR).
Come si cura la psittacosi
Il trattamento della psittacosi prevede solitamente la somministrazione di antibiotici, come le tetracicline da assumere per via orale per almeno 10 giorni.
“La guarigione – spiegano gli infettivologi di MSD – può avvenire dopo molto tempo, soprattutto nei casi gravi. Il tasso di mortalità può raggiungere il 30% nei soggetti con psittacosi grave non trattata, tuttavia con un trattamento adeguato la maggior parte dei soggetti guarisce”. I dati indicano che, quando trattata, la psittacosi raramente evolve in malattia grave e causa la morte (meno di 1 caso su 100).
OMS: “Casi in aumento, 5 morti in Europa”
In Europa, sono almeno cinque i Paesi (Austria, Danimarca, Germania, Olanda e Svezia) che hanno segnalato un aumento dei casi di psittacosi tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, nella maggior parte dei casi legata all’esposizione ad uccelli selvatici o domestici. In Danimarca e Olanda, si sono verificati anche 5 decessi correlati alla malattia.
Lo ha comunicato l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in un rapporto sulla psittacosi in Europa, basato sui dati del Early Warning and Response System (EWRS), il sistema di allarme rapido e risposta attivo nell’Unione Europea.
In Austria, nello specifico, dalla fine del 2023 sono stati confermati 18 casi (14 casi nel 2023 e altri 4 dall’inizio del 2024), 23 in Danimarca (15 con polmonite e 4 morti), 19 in Germania (14 nel 2023 e altri 5 dall’inizio del 2024), 39 in Svezia (26 alla fine del 2023 e altri 13 dall’inizio del 2024) e 21 in Olanda (1 decesso). “I Paesi interessati hanno implementato indagini epidemiologiche per identificare potenziali esposizioni e cluster di casi” ha sottolineato l’OMS, indicando che “le misure implementate includono l’analisi di campioni di uccelli selvatici sottoposti a test sull’influenza aviaria per verificare la prevalenza di C. psittaci tra gli uccelli selvatici”.
Nonostante la situazione, l’OMS ha precisato che valuta come “basso” il rischio rappresentato da questo aumento di casi, sottolineando la necessità di “ulteriori indagini per determinare se si tratta di un aumento reale dei casi o di un aumento dovuto a tecniche diagnostiche o di sorveglianza più sensibili”.
“Anche se gli uccelli portatori di questa malattia possono attraversare i confini internazionali, attualmente non vi è alcuna indicazione che questa malattia venga diffusa dagli esseri umani a livello nazionale o internazionale – ha aggiunto l’ente delle Nazioni Unite -. Generalmente, le persone non diffondono il batterio che causa la psittacosi ad altre persone, quindi c’è una bassa probabilità di ulteriore trasmissione della malattia da uomo a uomo. Se diagnosticato correttamente, questo agente patogeno è curabile con gli antibiotici”.