Cos’è la Posidionia, la pianta marina del Mediterraneo: perché non vuol dire mare sporco
Chi frequenta le spiagge sicuramente le avrà viste più volte: si chiamano banquettes e si presentano come cumuli di alghe secche di colore marrone scuro che si depositano sulla riva man mano che vengono trasportate fin lì dalle onde del mare. In realtà, non si tratta di un'alga come tante, ma della Posidonia oceanica, non un'alga, ma una pianta marina tipica del Mar Mediterraneo e fondamentale per la salute del mare, tanto da essere stata dichiarata specie protetta. Eppure, nonostante ciò, la maggior parte dei bagnanti la percepisce come un problema, un difetto da rimuovere più che un alleato da proteggere.
Cos'è la posidonia
La Posidonia oceanica è una specie endemica del Mar Mediterraneo. Questo significa che cresce esclusivamente in questo ambiente: si sviluppa sotto forma di praterie sottomarine fino a 40 metri di profondità.
Questa pianta marina svolge diverse funzioni fondamentali per il benessere del mare. L'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) spiega che queste praterie costituiscono "un complesso ecosistema in termini di ricchezza e di interazioni biotiche", nel senso che offrono un rifugio e una fonte di cibo per molte altre specie viventi che abitano il mare.
Inoltre, questa pianta, estendendosi per metri sui fondali marini, ha la capacità di stabilizzare il fondale, riducendo l'effetto dell'erosione e – spiega l'associazione Mare Vivo – soprattutto in autunno le sue innumerevoli foglie svolgono un ruolo di difesa dalle mareggiate invernali.
Perché la posidonia non è un'alga
Anche se molti la definiscono un'alga, data la presenza di radici, la posidonia è una pianta marina. Da questo deriva un altro suo fondamentale vantaggio: produce grandi quantità di ossigeno, è stato calcolato che ogni metro quadrato produce fino a 14-16 litri di ossigeno al giorno. Inoltre riesce a resistere anche a variazioni di temperatura notevoli, ma è più sensibile a quelle di salinità.
Pe per tutte queste qualità, la presenza di posidonia sulle spiagge è considerata "un buon indicatore della qualità delle acque marino-costiere per la sensibilità alle alterazioni delle condizioni ambientali", rassicura ancora Ispra.
Perché è considerata un problema
Proprio come qualsiasi altra pianta, la posidonia perde ciclicamente le sue foglie e date le vaste distese di praterie sottomarine queste possono raggiungere quantità davvero importanti, che poi vengono trascinate a riva dalla corrente.
Qui si accumulano fino a creare delle vaste distese o degli accumuli alti anche alcuni metri. A volte, queste formazioni possono rilasciare un odore poco piacevole per via del processo di decomposizione. Sebbene si tratti di fenomeni assolutamente naturali, molti turisti o bagnanti non hanno le informazioni necessarie per comprenderne la provenienza e l'importanza e finiscono per considerare queste foglie un problema, a volte, perfino un rifiuto. Paradossalmente, invece, la sua presenza è la prova tangente dell'ottima qualità dell'acqua e dello stato di salute dell'intero ecosistema marino.