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Cos’è la Malattia X e perché l’OMS continua a lanciare allarmi: la spiegazione di Ilaria Capua

La Malattia X è una patologia ipotetica provocata da un patogeno sconosciuto che è stata citata a più riprese dall’OMS, secondo la quale potrebbe essere persino 20 volte peggiore della pandemia di COVID. Per capire meglio di cosa si tratta, quali patogeni potrebbero essere coinvolti e cosa fare per ridurre i rischi, Fanpage.it ha intervistato la virologa Ilaria Capua. Ecco cosa ci ha spiegato.
Intervista a Prof.ssa Ilaria Capua
Virologa, saggista e divulgatrice scientifica
A cura di Andrea Centini
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A sinistra la virologa Ilaria Capua (Credit: Isabella Balena), a destra particelle virali del coronavirus SARS-CoV-2 (Credit: NIAID)
A sinistra la virologa Ilaria Capua (Credit: Isabella Balena), a destra particelle virali del coronavirus SARS-CoV-2 (Credit: NIAID)

Negli ultimi mesi e in più occasioni ufficiali l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha citato i gravi rischi della famigerata Malattia X, una condizione ipotetica provocata da un agente patogeno sconosciuto. Nonostante non si sappia nulla di questa patologia, viene presa talmente sul serio dagli scienziati che l'OMS già nel 2018 – quindi da prima dello scoppio della pandemia di COVID-19 – l'aveva inclusa nell'elenco delle malattie prioritarie. Oggi si trova in compagnia di Ebola, febbre emorragica Crimea-Congo, malattia da virus Marburg, Zika e altre, infezione causata dal coronavirus SARS-CoV-2 compresa. A gennaio di quest'anno è stato anche organizzato un panel di esperti per elaborare un piano di azione contro la Malattia X, mentre in un recente intervento al World Government Summit di Dubai, il direttore generale dell’OMS, il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha affermato che non siamo pronti ad affrontarla, perché non abbiamo imparato la lezione dalla pandemia di Covid. Per capire meglio i rischi di questa Malattia X e perché l'OMS continua a citarla, Fanpage.it ha intervistato la virologa, saggista e divulgatrice scientifica Ilaria Capua, che recentemente ha risposto alle nostre sull'esplosione di casi di Dengue. Ecco cosa ci ha raccontato.

Professoressa Capua, l'OMS continua a fare annunci piuttosto allarmanti su questa Malattia X, che dice potrebbe essere anche 20 volte più letale della COVID-19. Cosa ne pensa?

Malattia X è una definizione che si applica a un'emergenza sanitaria causata da un patogeno che ancora non conosciamo. Non sappiamo se un virus o un batterio, ma i virus ovviamente sono più trasmissibili, per questo le pandemie di solito sono virali. Soprattutto adesso che abbiamo farmaci efficaci per combattere i batteri. Parlare di questa Malattia X, a mio avviso, significa che l'OMS vuole rendere più partecipi le persone a comprendere che prima o poi un'altra pandemia arriverà. Le pandemie arrivano a cadenza regolare. Le tre pandemie influenzali che ci sono state nel secolo scorso, la spagnola, l'asiatica e la Hong Kong, ci mostrano che un un virus x influenzale provoca una pandemia ogni 11 – 40 anni. Parliamo solo di quelle influenzali. Le pandemie possono essere causate anche da altri virus, come il virus dell'HIV, responsabile di una pandemia a trasmissione sessuale che è partita da virus degli animali e ha fatto il giro del mondo. Ancora oggi sta facendo danni.

Queste malattie emergono e sono convinta che l'OMS ha fatto queste uscite per dire che un'altra arriverà e noi non dobbiamo dimenticare quello che abbiamo imparato. Come lavarsi le mani e indossare una mascherina quando si è in presenza di persone che tossiscono. Con il Covid abbiamo combattuto contro un'infezione che fra l'altro non è tra le più virulente, alcuni virus influenzali lo sono molto di più, basti guardare la spagnola. Non dico di stare pronti, perché poi alla fine sono i decisori che mettono in atto la macchina per combattere la diffusione dell'infezione. Però se le persone sono preparate, almeno il virus non fa un goal a porta vuota.

Del resto già prima della pandemia di COVID-19 il segretario generale dell'OMS aveva detto che una pandemia sarebbe arrivata ed è quello che poi è successo

Il segretario generale non ha detto una cosa inattesa. Succedono a cadenza regolare. È chiaro che il Covid si è diffuso così rapidamente anche perché non siamo più nel 1918, quando c'è stata la spagnola durante la guerra. Gli aerei a elica all'epoca facevano di qua e di là dall'oceano. Adesso noi viviamo in un mondo completamente interconnesso, nel quale viaggiano tanti milioni di passeggeri ogni giorno. Quindi è tutto un altro scenario. E considerando che queste cose avvengono, bisogna almeno essere innanzitutto consapevoli che arrivano, e secondo prepararsi. Anche mantenendo alta l'attenzione, parlandone. Sembra quasi un tabù, che non se ne può più parlare, invece secondo me bisogna parlarne, perché a quel punto ci si attrezza.

A tal proposito c'è un virus, l'H5N1 ad alta patogenicità (HPAI), che sta facendo una vera e propria strage di uccelli selvatici. Alcuni casi umani sono stati rilevati, ma da quel che si è capito non infetta bene l'uomo. Lei pensa che questo virus, attraverso qualche mutazione, possa essere un candidato per diventare la prossima Malattia X / pandemia? Sta circolando in modo spaventoso

Questo virus è un virus aviario che già infetta moltissimi mammiferi. Sono stati trovati volpi, orsi, foche, leoni marini, mustelidi selvatici (come donnole, furetti e visoni), gatti etc. Di solito i virus che infettano gli uccelli fanno fatica a infettare i mammiferi. Anche perché gli uccelli hanno una temperatura diversa, sui 40 – 41° C, noi siamo a 37 °C. C'è una barriera abbastanza importante al salto di specie. Oltretutto alcuni mesi fa è uscito un lavoro che dimostrava che questi virus aviari fanno veramente fatica a infettare in maniera efficace le cellule umane. Quindi questo spiegherebbe il motivo per cui questo virus, che è in giro da venti anni, non abbia scatenato una pandemia. È vero però come dice lei che l'anno scorso ha provocato la morte di 450 milioni di volatili, tra quelli morti per infezione o abbattuti, quindi ce n'è tanto in giro. E i virus influenzali sappiamo che possono riassortirsi fra di essi. Hanno una specie di “riproduzione sessuale”, quindi un virus aviario si può combinare con uno di maiale e dare vita a un virus che infetta l'uomo. Il riassunto è che il virus così com'è, ad oggi, non sembra essere in grado di innescare una pandemia, ma potrebbe farlo. Se continua a circolare è chiaro che il virus si adatta alle condizioni e quindi non è da escludere.

Ad oggi qual è il patogeno che la preoccupa di più dal punto di vista del rischio pandemico?

Non mi vorrei sbilanciare su questo

È chiaro che la nostra salute è intimamente connessa a quella degli animali e dell'ambiente, la “salute circolare” di cui racconta nel suo ultimo libro e che ha portato in scena anche in un'opera teatrale. Il 4 aprile ci sarà la tappa romana del suo tour

Sì, al teatro dell'Università Sapienza di Roma porteremo una riduzione teatrale del mio ultimo libro, “Le parole della Salute Circolare”, Aboca Edizioni. Questo è un modo per cercare di trasmettere alle persone determinate informazioni che serviranno loro per comprendere la complessità di crisi e situazioni che dobbiamo gestire. Noi siamo reduci da una pandemia, una di quelle che ha viaggiato velocissimamente, quindi ha avuto dei costi spaventosi, in termini di persone che sono morte, di anni di salute persi ed economici. Abbiamo il cambiamento climatico che è arrivato qui, nelle nostre case – non è più una cosa di cui parlano solo gli scienziati – e abbiamo la crisi alimentare, perché ci sono da nutrire 8 miliardi di persone. Abbiamo pagato uno scotto importante, perché le persone non avevano idea di cosa fosse una pandemia. Io credo che bisogna spiegare questi fenomeni. Un'altra pandemia arriverà, il cambiamento climatico è qui, così come lo sono lo sfruttamento delle risorse, la plastica nei mari e nei fiumi, le microplastiche che ne derivano. Siamo in un momento di convergenza di crisi che avvengono contemporaneamente. Stanno arrivando tutte assieme e vanno affrontate con un ragionamento circolare. Non come se fossero un qualcosa che inizia e finisce, poi basta. Sono crisi che influenzano l'equilibrio tra acqua, aria, terra e fuoco ed è un po' la narrativa che usiamo in questo spettacolo teatrale. È un modo per avvicinare le persone a determinati temi, per non farle arrivare poi completamente impreparate.

È un obiettivo nobile e ambizioso

Sì, lo stiamo portando avanti con diversi attori: a Roma sarò con Lodo Guenzi ma sono stata affiancata anche da Antonella Attili e da Francesca Reggiani. Abbiamo già fatto una decina di repliche in altre città e adesso arriviamo al teatro della Sapienza a Roma.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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