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Cos’è la “malattia carnivora” che sta colpendo il Giappone: quali sintomi causa e come ci si infetta

In Giappone si sta riscontrando un picco di casi di sindrome da shock tossico streptococcico (STSS), una grave e rara infezione batterica da streptococco di tipo A che può sfociare nella cosiddetta “malattia carnivora”. Quali sono i sintomi, come avviene il contagio e qual è la mortalità della patologia.
A cura di Andrea Centini
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Dall'inizio dell'anno in Giappone sono stati registrati oltre 500 casi di sindrome da shock tossico streptococcico (STSS), cifra che indica un significativo incremento rispetto al 2023. L'infezione batterica da streptococco di tipo A è conosciuta anche con l'inquietante nome di “malattia carnivora”, a causa delle devastanti necrosi dei tessuti – chiamata fascite necrotizzante – che può comportare l'invasione degli streptococchi, più nello specifico quelli di gruppo A come lo Streptococcus pyogenes. Lo shock tossico è provocato dalle esotossine rilasciate dai microorganismi.

In Giappone nei primi tre mesi del 2024 il numero di contagi è stato di 88 nella sola Tokyo, contro le 141 diagnosi di tutto lo scorso anno. Il picco di casi, secondo le autorità nipponiche, è associato a una variante batterica nota come ceppo M1UK e al possibile impatto della fine delle restrizioni per la pandemia di COVID-19. Lo streptococco A non ha comunque la medesima capacità infettiva del coronavirus SARS-CoV-2 tra le persone, inoltre è doveroso ricordare che non sempre la sindrome da shock tossico streptococcico è associata fascite necrotizzante così come non sempre un'infezione da streptococco porta alla STSS, tutt'altro. Quest'ultima è infatti una condizione molto rara, sebbene le infezioni streptococciche siano comuni (sono batteri che vivono normalmente sul nostro organismo, in genere senza causare malattie).

La sindrome da shock tossico è una malattia grave con una mortalità compresa tra il 20 e il 60 percento, come indicato dagli autorevoli Manuali MSD. In Giappone lo scorso anno è stata osservata una mortalità del 30 percento. La patologia si manifesta con vari sintomi fra essi febbre alta, bassa pressione, rash cutaneo e disfunzione multiorgano “che può rapidamente progredire verso uno shock grave e intrattabile”, evidenziano i Manuali MSD. L'Istituto Superiore da Sanità (ISS) sottolinea anche che lo shock tossico può comportare danni “al fegato, ai reni e al sistema circolatorio”. Tra i fattori di rischio evidenziati dall'Università Johns Hopkins figurano ferite chirurgiche e infezioni locali della pelle o dei tessuti profondi. La sindrome da shock tossico da streptococco può essere infatti un'infezione secondaria che colpisce persone con un sistema immunitario debole o compromesso. Ecco cosa c'è da sapere.

Cos'è la “malattia carnivora”

La cosiddetta “malattia carnivora” è una grave infezione provocata da batteri (definiti “mangia carne”) in grado di determinare la necrosi dei tessuti. Nel caso della sindrome da shock tossico streptococcica, circa il 50 percento dei pazienti sviluppa la fascite necrotizzante, che è appunto la condizione che determina la distruzione e la decomposizione dei tessuti sottocutanei. Ciò avviene a causa del rilascio di tossine ed enzimi (estremamente potenti) che provocano coaguli di sangue e conseguente morte tissutale. Tecnicamente è chiamata fascite poiché aggredisce la “fascia” di tessuto connettivo e fibroso, oltre a muscoli, derma e altri elementi sotto la pelle. I batteri, nonostante il nome sensazionalistico, dunque non mangiano effettivamente la carne, ma la portano allo stato di gangrena attraverso il rilascio di sostanze tossiche.

Quali sono i sintomi della sindrome da shock tossico da streptococco

La sindrome da shock tossico streptococcica è una risposta infiammatoria sistemica, cioè che riguarda tutto l'organismo, pertanto è caratterizzata da una sintomatologia varia ed estesa. Tra i sintomi comuni indicati dall'Università Johns Hopkins e dai Manuali MSD figurano febbre alta; desquamazione della pelle; pericoloso abbassamento della pressione sanguigna (ipotensione); insufficienza epatica; calo della funzionalità renale; coagulopatia; tachicardia; difficoltà respiratorie; malessere generalizzato; shock; dolore nei siti dell'infezione e possibili emorragie. L'esordio dei sintomi è repentino e altrettanto rapida può essere l'evoluzione nelle complicazioni, come la già citata “malattia carnivora” determinata dalla necrosi dei tessuti. Anche l'insufficienza multiorgano è possibile e potenzialmente fatale.

Le cause della malattia carnivora

Esistono diversi batteri in grado di provocare la cosiddetta malattia carnivora. Come indicato, i casi in Giappone sono legati a streptococchi del gruppo A, come lo Streptococcus pyogenes. Il ceppo principalmente coinvolto nei recenti casi nipponici è il M1UK, la cui incidenza è aumentata dalla fine dello scorso anno. Tra gli altri patogeni potenzialmente responsabili ci sono Vibrio vulnificus; spesso riconducibile ai casi di fascite necrotizzante che balzano agli onori della cronaca; Stafilococco aureo (Staphylococcus aureus); e Clostridium sordellii e altri. Nel caso della sindrome da shock tossico, essa emerge a seguito di un'infezione da stafilococco aureo o streptococchi del gruppo A poiché provocata dalle loro tossine. Gli streptococchi, come evidenziato, provocano in genere una patologia molto più aggressiva e con sintomi significativi rispetto allo stafilococco.

I Manuali MSD specificano che la condizione “solitamente si verifica in persone che presentano infezione della cute o dei tessuti sottocutanei”. Tra gli altri fattori di rischio noti per la STSS figurano infezione di un'incisione chirurgica; infezione dell'utero post partum; diabete; infezioni virali come la varicella; diabete e alcolismo. È emerso un legame anche con l'uso prolungato di antibiotici e i farmaci FANS. È chiaro che un sistema immunitario debole o compromesso catalizza il rischio di STSS streptococcica in presenza di un'infezione sottostante da parte del batterio. I Manuali MSD indicano che i pazienti colpiti dalla condizione “sono generalmente bambini o adulti altrimenti in buona salute”.

In passato la sindrome da shock tossico era principalmente associata all'utilizzo degli assorbenti interni, ma grazie ad alcuni interventi sui prodotti (e alla maggiore consapevolezza delle donne) tale rischio si è sensibilmente ridotto rispetto a 40 anni fa. Ricordiamo che in questo caso l'infezione è legato fondamentalmente allo stafilococco e non allo streptococco.

Come si trasmette l'infezione

La sindrome da shock tossico streptococcica è determinata dall'infezione da parte di streptococchi del gruppo A. È possibile contagiarsi attraverso le goccioline respiratorie (droplet e aerosol) rilasciate nell'aria da una persona infetta, oppure entrando in contatto con lesioni contaminate dal batterio (comprese piccole ferite sugli arti). Ma la “semplice” infezione da parte di uno streptococco, che vive comunemente sul nostro organismo, non è sufficiente a scatenare una sindrome da shock tossico.

Come si cura la "malattia carnivora

Il trattamento della STSS prevede in genere l'uso di antibiotici, la rimozione dei tessuti morti a causa della “malattia carnivora” (sbrigliamento chirurgico), la decontaminazione, l'apporto di fluidi e il supporto circolatorio. La terapia è molto aggressiva, ciò nonostante la prognosi è spesso infausta: la mortalità, infatti, può arrivare al 60 percento.

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