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Cos’è la leptospirosi: cause, sintomi e cura della malattia che ha colpito tre persone in Veneto

In pochi giorni tre persone hanno contratto la leptospirosi in Veneto, due ragazzi che si sono tuffati nel fiume Brenta e un uomo ricoverato a Vicenza. Ecco cos’è questa malattia infettiva, come si contrae, quali sono i sintomi e come si cura.
A cura di Andrea Centini
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Dopo aver fatto un bagno nel fiume Brenta due ragazzi veneti di 15 anni hanno contratto la leptospirosi, una malattia infettiva provocata da batteri spirochete del genere Leptospira che possono essere trasmessi da animali infetti (in particolar modo roditori) e dal contatto con acqua, cibo, ambiente e oggetti contaminati. Al momento non vi è alcuna certezza della correlazione tra il tuffo nel fiume e la malattia infettiva, tanto che la Ulss 7 Pedemontana ha affermato non vi è alcun allarme specifico. Come riportato dall'Arena di Verona, entrambi i ragazzi sono stati portati all'ospedale San Bassiano con febbre alta; uno è stato dimesso poco dopo, l'altro è ancora ricoverato per problemi renali legati all'infezione, ma fortunatamente le sue condizioni non destano preoccupazione. Un altro caso è attualmente trattato presso l'ospedale San Bortolo di Vicenza. Ecco cos'è la leptospirosi, quali sono i sintomi e come si cura la malattia infettiva.

Cos'è la leptospirosi

Come specificato dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS), la leptospirosi è una zoonosi, ovvero una malattia infettiva “che può essere trasmessa dagli animali all’uomo o viceversa”, sia selvatici che domestici infettati da batteri del genere Leptospira. Quelli principalmente coinvolti nelle infezioni sono i roditori, ma l'infezione può essere trasmessa anche da cani, maiali, cavalli e altri ancora. Spesso non determina sintomi o si manifesta con sintomatologia lieve assimilabile a quella di un'influenza, ma in una piccola percentuale dei casi può scatenare complicazioni potenzialmente fatali se non opportunamente trattate. La leptospirosi è conosciuta anche come febbre da campo, febbre autunnale, febbre pretibiale e con altri nomi comuni. Quando si presenta con altre gravi complicazioni (emorragie, ittero e insufficienza renale) prende il nome di malattia / sindrome di Weil o leptospirosi itterica.

Quali sono i sintomi della leptospirosi

Il periodo di incubazione della leptospirosi, cioè la finestra temporale che intercorre tra l'esposizione ai batteri Leptospira e la comparsa dei sintomi, spazia dai 2 ai 20 giorni, ma più tipicamente tra i 7 e i 13 giorni, come indicato dagli autorevoli Manuali MSD per operatori sanitari. Nel 90 percento dei casi i sintomi sono assenti, sono molto lievi o comunque generici e assimilabili a quelli di una comune influenza. Nei restanti può evolvere in condizioni gravi e che possono mettere in pericolo la vita del paziente. Si tratta di una patologia “tipicamente bifasica, sebbene alcuni pazienti abbiano solo una malattia monofasica fulminante”, spiegano gli esperti dei Manuali MSD. I sintomi della prima fase (setticemica) sono improvvisi: fra essi figurano mal di testa, mal di gola, dolore muscolare intenso, tosse (talvolta con emissione di sangue), dolore toracico, febbre alta e altri ancora. Nella seconda fase (immune), tra il sesto e il dodicesimo giorno, possono ripresentarsi febbre e cefalea, con potenziali complicazioni come meningite, rigidità del collo, danni al fegato che si manifestano con l'ittero, insufficienza renale, sanguinamento nei polmoni, nel tratto digerente e sottocutaneo. “Raramente si osservano anche iridociclite, neurite ottica e neuropatia periferica”, mentre il “coinvolgimento polmonare può essere grave in caso di emorragia polmonare”, spiegano i Manuali MSD. La fase immune può protrarsi anche per un mese.

Le cause della leptospirosi

La leptospirosi si contrae attraverso l'esposizione a tessuti e liquidi corporei – come l'urina – degli animali positivi. I topi infetti, ad esempio, possono lasciare i batteri sul cibo, nell'acqua, sul terreno e su altri oggetti (i fomiti) contaminandoli; il contatto con essi può innescare l'infezione, ad esempio toccandosi con le dita le mucose dell’occhio, del naso o della bocca ed esponendo ferite e lesioni ai batteri. Possibile anche l'infezione attraverso gli aerosol, anche se viene considerata una modalità di trasmissione meno frequente dagli esperti. Come nel caso della COVID-19, l'infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2, i rischi si riducono sensibilmente seguendo buone pratiche di igiene lavandosi spesso le mani, evitando di toccarsi sul viso. A causa dei metodi di trasmissione, ci sono alcuni lavori / hobby che aumentano il rischio di contrarre la leptospirosi, come la pesca, l'allevamento di animali, il lavoro nelle fognature e nei mattatoi, il nuoto in acque dolci contaminate e così via.

Come si cura la leptospirosi

Dopo la diagnosi, che avviene attraverso l'isolamento del batterio Leptospira nei campioni biologici e l'individuazione degli anticorpi nel sangue, il trattamento d'elezione per la leptospirosi è una terapia antibiotica. Nella fase precoce, come indicato dai Manuali MSD, i farmaci più efficaci sono la Penicillina e Doxiciclina. Per le infezioni severe vengono indicati Penicillina, Ampicillina e Ceftriaxone, mentre per quelle meno gravi Doxiciclina, Ampicillina e Amoxicillina con dosaggi specifici. Fondamentale anche la terapia di supporto nei casi gravi, “che comprende la terapia con liquidi ed elettroliti e talvolta la terapia renale sostitutiva e/o la trasfusione di sangue”, come evidenziato dagli esperti.

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