Cos’è la Flurona, la coinfezione di Covid e influenza: sintomi e rischi
Alla fine del 2020 i ricercatori israeliani dell'Outbreak Management Advisory Team, un gruppo impegnato nel monitoraggio della pandemia di COVID-19, coniarono un termine che da allora, durante la stagione fredda, viene citato più volte dai media di tutto il mondo: Flurona. Anche in questo periodo, nel quale si sta registrando un boom di casi di Covid e influenza, col picco atteso durante le prossime festività natalizie, si è tornato a parlare di Flurona. Ma cos'è esattamente? Si tratta, in parole semplici, di una coinfezione, cioè di un'infezione simultanea provocata da patogeni differenti, nel caso specifico un virus dell'influenza e il coronavirus SARS-CoV-2, responsabile della pandemia che stiamo vivendo da quasi quattro anni.
È doveroso sottolineare che la Flurona non è una malattia ufficialmente riconosciuta in letteratura scientifica; ciò significa che non la troverete nell'elenco dei manuali di medicina. Pertanto non esistono bollettini ufficiali sui casi di Flurona, come ad esempio quelli della rete InfluNet, il sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica dell'influenza, oppure i report sui casi Covid divenuti tristemente famosi durante le fasi più critiche della pandemia. Si tratta di casi rari e che presentano intrinseche difficoltà diagnostiche, principalmente dovute al fatto che i sintomi delle due infezioni possono essere praticamente sovrapponibili. Ecco tutto ciò che sappiamo sulla Flurona.
Cos'è la Flurona
Come indicato, col termine Flurona si identifica un'infezione combinata causata da un virus dell'influenza e dal coronavirus SARS-CoV-2. Il nome è legato all'unione dei termini flu (influenza in inglese) e corona, per indicare la sottofamiglia di virus a RNA di cui fa parte il patogeno pandemico (i coronavirus, appunto). I primi casi “ufficiali” di Flurona balzarono agli onori della cronaca internazionale alla fine del 2020, quando furono rilevati in Israele presso l'ospedale Beilinson di Petach Tikva dall' Outbreak Management Advisory Team. Tra essi ebbe particolare risalto quello di una giovane donna incinta che non era vaccinata né contro la Covid né contro l'influenza. In realtà, come dimostrato dallo studio “The Outbreak of Coronavirus Disease 2019 Interfered with Influenza in Wuhan” pubblicato sull'autorevole rivista The Lancet a marzo del 2020, i casi di coinfezione da virus dell'influenza e SARS-CoV-2 erano noti a medici e scienziati già all'inizio della pandemia. Le coinfezioni, del resto, non sono sicuramente una novità arrivata con la pandemia di COVID-19. “Le coinfezioni sono reali e, per chi fa parte della comunità medica, non sono affatto sorprendenti. Una persona può essere infettata da più virus contemporaneamente o da un virus e qualche altro tipo di agente patogeno, come batteri o parassiti”, spiega l'American Hospital Association in un comunicato stampa sulla Flurona.
I sintomi della Flurona
Come spiegato in video a RaiNews dal virologo Fabrizio Pregliasco dell'Università degli Studi di Milano, è impossibile differenziare la Flurona dal punto di vista della sintomatologia, dato che i sintomi sono praticamente sovrapponibili a quelli dell'influenza e della COVID-19. Lo studio “COVID-19 and Influenza Co-infection: A Systematic Review and Meta-Analysis” pubblicato su Frontiers in Medicine evidenzia che i sintomi più diffusi riscontrati nei pazienti affetti da Flurona sono febbre (89,4 percento), tosse (79,3 percento), fiato corto (24,1 percento), dolori muscolari (20,7 percento) e respirazione difficile o affannosa (20,7 percento). Poiché tali sintomi sono comuni nell'influenza e nella malattia provocata dal SARS-CoV-2, è praticamente impossibile capire se ci si trovi innanzi a un caso di coinfezione. Ciò determina anche dei limiti diagnostici; è molto difficile che una persona cui è stata rilevata la COVID-19 con un tampone oro-rinofaringeo venga sottoposta a un altro esame di laboratorio per capire se è stata infettata o meno anche da un virus dell'influenza.
Quanto è diffusa la Flurona
Al netto delle sopracitate difficoltà diagnostiche, secondo lo studio pubblicato su Frontiers in Medicine i casi di Flurona rappresenterebbero complessivamente lo 0,4 percento di quelli complessivi di COVID-19 rilevati negli Stati Uniti. Quindi si tratta di una condizione relativamente poco diffusa. In un'intervista rilasciata a Repubblica alla fine dello scorso anno, inoltre, il professor Giovanni Maga del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR) di Pavia aveva affermato che la possibilità di contrarre una coinfezione nell'anno e mezzo precedente (quindi dalla metà del 2021) era compresa tra lo 0,5 e lo 0,7 percento, contro il 4 percento che si registrava prima della diffusione dei vaccini anti Covid. I dati attuali sulle coinfezioni non sono chiari anche a causa della diffusione di numerose sottovarianti ricombinanti e immunoevasive “figlie” di Omicron, come Pirola, JN.1 ed Eris, che possono infettare molto agevolmente anche i vaccinati (la protezione contro malattia grave e morte assicurata dalla vaccinazione resta comunque elevata). Ciò che è certo è che durante i picchi epidemici di influenza e Covid i casi di Flurona sono destinati ad aumentare per ovvie ragioni, come si sta verificando in questo periodo. Su PubMed ci sono comunque centinaia di studi dedicati a questi casi di coinfezione, che seppur "rari" sono ben documentati in letteratura scientifica.
Quali sono i rischi della Flurona
Nell'intervista video a RaiNews il professor Pregliasco ha spiegato che anche se impossibile differenziare la Flurona dal punto della sintomatologia, è presumibile pensare che si tratti delle “forme più pesanti” di infezione, con febbre elevata, dolori muscolari e sintomi respiratori plurimi e importanti, gli stessi evidenziati anche nello studio in Frontiers in Medicine. Lo studio “Co-infections in people with COVID-19: a systematic review and meta-analysis” condotto dall’Università di Nottingham ha analizzato gli effetti delle coinfezioni nei pazienti con COVID-19, ma gli scienziati non sono riusciti a stabilire se questi pazienti avessero prognosi peggiori rispetto a quelli infettati solo dal SARS-CoV-2. Si può presumere che il duplice stato infiammatorio possa avere delle conseguenze, ma non ci sono evidenze chiare al riguardo, anche perché in genere uno dei patogeni prevale. I soggetti fragili, con comorbilità e anziani affetti da Flurona corrono gli stessi rischi delle singole infezioni, che possono sfociare in insufficienza respiratoria, polmoniti, tempesta di citochine e altre condizioni potenzialmente letali.
Non si deve comunque temere che la Flurona possa dar vita a un nuovo “super virus”, come spiegato dalla dottoressa Judith O'Donnell, a capo della divisione di malattie infettive presso il Penn Presbyterian Medical Center. “Il nome sembra suggerire che i virus si siano in qualche modo combinati, ma non è così. Il fatto è che una persona può essere infettata da due virus respiratori contemporaneamente o in breve successione”, ha spiegato in un'intervista citata dall'American Hospital Association.
Come si previene e cura la Flurona
Per la Flurona valgono le stesse misure che si utilizzano per prevenire e trattare le singole infezioni di influenza e Covid. Quindi igiene delle mani, mascherina laddove necessario e soprattutto vaccinazione per la prevenzione. Per quanto concerne la terapia, se non richiesto dal medico per scongiurare infezioni secondarie, COVID-19 e influenza non vanno trattate con gli antibiotici essendo malattie virali. Il trattamento si basa principalmente nel contrasto ai sintomi, quindi con farmaci antipiretici e antinfiammatori, associati a riposo e idratazione. “Il miglior rimedio è il riposo a casa, stare al caldo e bere molta acqua per evitare la disidratazione. Si può assumerne se necessario, paracetamolo o ibuprofene per abbassare la temperatura se la febbre è elevata e alleviare i dolori; astenersi dal lavoro o da scuola fino alla guarigione che per la maggior parte delle persone, richiede circa una settimana”, spiega l'ISS per l'influenza. Per i soggetti a rischio possono essere prescritti anche antivirali, come il Paxlovid contro la Covid e l'Oseltamivir e lo Zanamivir per l'influenza.