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Febbre Dengue

Cos’è la febbre Dengue: sintomi e cura della malattia trasmessa dalle zanzare

La febbre Dengue, una malattia virale trasmessa dalle zanzare, recentemente si è diffusa in modo significativo in Brasile e Argentina, facendo aumentare i livelli di allerta anche in Italia. Ecco quali sono i sintomi, come si trasmette e cura la malattia.
A cura di Andrea Centini
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La febbre Dengue è una malattia infettiva virale ed endemica e delle aree tropicali trasmessa da zanzare del genere Aedes, in particolar modo dalla zanzara della febbre gialla (Aedes aegypti). A causa dei cambiamenti climatici questa specie rischia di diffondersi nella fascia temperata del pianeta – che abbraccia anche Europa e Stati Uniti – e con essa, di conseguenza, anche la patologia. Il patogeno responsabile, di cui gli insetti sono vettori, è il virus Dengue, un patogeno a RNA come il coronavirus SARS-CoV-2 responsabile della pandemia di COVID-19, sebbene appartenente a una famiglia diversa (Flaviviridae). La febbre Dengue è una zoonosi – cioè una malattia trasmessa dagli animali – conosciuta anche come “febbre delle ossa rotte” a causa degli intensissimi dolori che può provocare alle ossa e alle articolazioni. Tra i sintomi comuni segnalati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ci sono febbre alta, dolore dietro agli occhi, problemi gastrointestinali e i già citati dolori muscolari (mialgia) e articolari (atralgia). Raramente l'infezione è letale.

In un recente rapporto l'OMS ha indicato che la Dengue è endemica in oltre 100 Paesi e ogni anno colpisce tra 100 e 400 milioni di persone. Centinaia di casi vengono già registrati negli USA a causa dei viaggi e del trasporto merci. All'inizio del 2024 la febbre Dengue ha determinato un significativo aumento dei contagi in Sud America, in particolar modo in Brasile, dove i casi sono quadruplicati rispetto allo stesso periodo del 2023, passando da circa 130.000 a oltre 500.000. A causa di questa situazione potenzialmente esplosiva in Italia il Ministero della Salute ha innalzato il livello di allerta in porti e aeroporti, al fine di evitare il possibile ingresso della zanzara Aedes aegypti vettore del virus. Nel 2022 la febbre Dengue ha causato una severa epidemia anche in Corea del Sud. Ecco cos'è questa malattia, quali sono i sintomi e come si cura.

Cos'è la febbre dengue e come si trasmette dalle zanzare

La Dengue è una malattia infettiva provocata da un virus a RNA (virus Dengue) appartenente alla famiglia Flaviviridae. Come indicato dall'OMS e dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS), il patogeno responsabile è suddiviso in quattro sierotipi distinti: DENV-1, DENV-2, DENV-3 e DENV-4. La trasmissione si verifica attraverso la puntura degli insetti vettori, ovvero le femmine delle zanzare del genere Aedes. La principale responsabile, come specificato, è la zanzara della febbre gialla (Aedes aegypti), ritenuta tra le più pericolose in assoluto poiché vettore di molteplici malattie infettive. Ma l'infezione può verificarsi anche a seguito della puntura di una zanzara tigre (Aedes albopictus) infetta, una specie oggi molto diffusa anche nel nostro Paese. Non a caso è responsabile delle epidemie localizzate di Dengue legate a viaggiatori infetti che rientrano in Italia.

Gli autorevoli Manuali MSD per operatori sanitari specificano che il virus circola nel sangue delle persone infette da 2 a 7 giorni; è in questo frangente che una zanzara, dopo aver punto un soggetto positivo, può trasferire il virus ad altre persone succhiandone il sangue. La viremia può arrivare fino a 12 giorni secondo l'OMS. L'ISS specifica che non esiste il contagio diretto tra essere umani, come ad esempio può avvenire con il coronavirus SARS-CoV-2 o i virus influenzali, anche se la nostra specie è l'ospite principale del patogeno. È tuttavia possibile la trasmissione verticale, ovvero tra una donna incinta e il feto, oltre a quella dovuta a trasfusioni di sangue e trapianto di organi.

Quali sono i sintomi della Dengue

Dopo la puntura di una zanzara infetta, il periodo di incubazione – cioè la finestra temporale che intercorre tra la puntura e la comparsa dei sintomi – è compreso tra i 3 e i 15 giorni. L'ISS indica un periodo di incubazione medio di 5-6 giorni. Tra i sintomi principali figurano febbre elevata (anche 40 gradi), mal di testa acuto, brividi, dolori muscolari (mialgia), dolori articolari (artralgia), dolore dietro i bulbi oculari e linfadenopatie generalizzate (linfonodi ingrossati). Questi sintomi possono essere seguiti da “un rash cutaneo che compare in associazione a un secondo rialzo termico, dopo un periodo di apiressia”, spiegano i Manuali MSD. Tra gli altri vengono indicate condizioni respiratorie come tosse, naso che cola (rinorrea), mal di gola e sintomi gastrointestinali come nausea e vomito.

Le irritazioni cutanee possono manifestarsi su larga parte del corpo a 3-4 giorni dalla comparsa della febbre, come specificato dall'ISS. I sintomi sono tipici dei soggetti adulti e spesso non sono osservati nei bambini. L'OMS indica che la malattia è lieve o asintomatica nell'80 percento dei casi; nei restanti può scatenare gravi complicanze che in alcuni casi (meno dell'1 percento) possono essere fatali. Tra le complicazioni, che si manifestano normalmente tra 3 e 7 giorni dopo l'esordio della malattia, figurano la febbre emorragica (in particolar modo nei soggetti predisposti), lo shock, la perdita di plasma, il distress respiratorio e insufficienza multi organo.

Come si previene la febbre Dengue

La febbre Dengue, come indicato, viene trasmessa principalmente dalla puntura della zanzara della febbre gialla (Aedes aegypti), una specie che non è (ancora) presente in Italia, ma è stata già rilevata in alcuni Paesi europei. Ad esempio a Cipro e sulle isole degli arcipelaghi di Madeira (Portogallo) e Canarie (Spagna). Si tratta di una zanzara con abitudini diurne, come la zanzara tigre, anch'essa perfettamente in grado di trasmettere la febbre Dengue (come altre specie del genere Aedes). Per prevenire l'infezione si devono evitare le punture delle zanzare. A tal proposito l'OMS elenca una serie di misure da adottare, come uso di repellenti (i classici spray antizanzare); indossare vestiti che coprano il corpo il più possibile; zanzariere (preferibilmente trattate con repellente); vaporizzatori e altri insetticidi. Efficace anche eliminare i ristagni d'acqua all'interno e nei pressi delle abitazioni. È chiaro che in Italia, al momento, non c'è ancora un rischio specifico, ma a causa della diffusione in altri Paesi, la globalizzazione e il riscaldamento globale potrebbe essere solo questione di tempo prima che la Dengue si diffonda in modo significativo anche da noi. A livello regionale disinfestazioni e altre misure per ridurre drasticamente il numero delle zanzare (anche attraverso l'introduzione di maschi sterili che sterilizzano anche le femmine) sono considerate efficaci per contenere l'espansione della Dengue.

In alcuni Paesi è stato approvato il vaccino Dengvaxia, ma come spiegato dall'OMS "solo le persone con evidenza di pregressa infezione da Dengue possono essere protette da questo vaccino".

Come si diagnostica e cura

In presenza di sintomi sospetti della Dengue i medici possono richiedere esami sierologici e test PCR (Polymerase Chain Reaction) di campioni di sangue dei pazienti, grazie ai quali è possibile identificare il virus responsabile. Non esiste una cura specifica per la Dengue; il trattamento è infatti di supporto per alleviare i sintomi. È necessario assoluto riposo. I manuali MSD specificano che può essere utilizzato il paracetamolo, mentre non è raccomandato l'uso dei FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei), proprio in virtù del rischio emorragico. L'acido acetilsalicilico, inoltre, nei bambini incrementa il rischio della sindrome di Reye (una rara infiammazione del tessuto cerebrale) e per questo va evitata, spiegano i Manuali MSD. Nei pazienti colpiti da Dengue emorragica è fondamentale una “meticolosa somministrazione di fluidi per il mantenimento del volume intravascolare” e dunque combattere la disidratazione. I pazienti di norma guariscono in un paio di settimane, ma alcuni sintomi come la stanchezza e i disturbi depressivi possono durare per diverse settimane.

La diffusione della Dengue in Italia e nel mondo

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima circa 400 milioni di infezioni da virus Dengue ogni anno, dei quali poco meno di 100 milioni sviluppano i sintomi. A livello globale ci sono 3,9 miliardi di persone esposte al rischio di essere infettate dal patogeno, ma a causa dei già citati cambiamenti climatici tale numero potrebbe crescere sensibilmente nei prossimi decenni. Ad oggi la malattia è endemica in oltre cento Paesi, principalmente siti nella fascia tropicale della Terra. La zanzara dalla febbre gialla predilige infatti i luoghi caldi. “Le regioni delle Americhe, del Sud-Est asiatico e del Pacifico occidentale sono le più gravemente colpite, con l’Asia che rappresenta circa il 70 percento del carico globale di malattie”, evidenzia l'OMS.

I Paesi col maggior numero di casi sono Brasile, Bangladesh, Messico, Perù e Burkina Faso. In Sud America all'inizio del 2024 si è registrata una severa epidemia, con casi quadruplicati in Brasile. Nel Paese sono stati registrati anche 75 morti accertati e altri 350 sotto indagine. L'incidenza nelle Americhe, secondo i dati OMS PAHO, tra ottobre e dicembre 2023 è stata di 456,4 casi ogni 100.000 abitanti, ciò significa quasi il 60 percento in più rispetto a quanto registrato nel medesimo periodo nel 2023.

Credit: ECDC
Credit: ECDC

Casi di trasmissione locale sono stati riscontrati anche in Paesi europei. Nel 2023 sono stati 82 in Italia, 43 in Francia e 3 in Spagna, in base a quanto indicato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC). I primi casi di trasmissione locale in Europa erano stati registrati in Europa nel 2010 in Francia e Croazia. La tabella sottostante indica i casi di Dengue rilevati nel Vecchio Continente a partire dal 2010.

L'ECDC ricorda che la Dengue non è endemica nei Paesi della UE e la maggior parte dei casi è legata ai viaggi. Quando un viaggiatore rientra da un Paese in cui circolano le e le condizioni ambientali sono favorevoli, “nelle aree in cui sono stabiliti i vettori competenti, i casi di viremia legati ai viaggi possono generare una trasmissione locale del virus, come dimostrato dagli eventi sporadici di trasmissione del virus Dengue dal 2010”. Poiché in Italia è molto diffusa la zanzara tigre è facile spiegare come mai sono stati registrati decine di casi anche nel nostro Paese.

La preoccupante situazione in Sud America sta comunque sparigliando le carte in tavola, rappresentando un potenziale pericolo anche per l'Italia, come spiegato a Fanpage.it dal virologo Fabrizio Pregliasco. "Non bisogna abbassare la guardia: ci sono dei rischi, e vanno ridotti con una serie di azioni. In primis quelle istituzionali, disinfestando gli aerei provenienti da aree endemiche", ha sottolineato l'esperto. "Ricordo che il pericolo non riguarda solo dengue, ma potenzialmente anche altre malattie a trasmissione vettoriale come  Zika, Chikungunya, West Nile, ma anche la malaria o la febbre gialla", ha chiosato Pregliasco.

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