Cos’è la donazione del proprio corpo alla scienza, l’ultimo regalo di Sammy Basso alla ricerca sulla progeria
La donazione del proprio corpo dopo la morte è una pratica che permette, a chi lo desidera, di donare post-mortem l’intero corpo o alcuni dei propri tessuti ai fini di studio, formazione e ricerca scientifica. Nel caso di Sammy Basso, il 28enne italiano morto sabato scorso, la sua decisione di donare il proprio corpo alla scienza potrebbe essere di grande aiuto alla ricerca sulla progeria, la malattia genetica rara di cui era il malato più longevo al mondo.
La progeria di Hutchinson-Gilford è una sindrome che porta all’invecchiamento accelerato, per la quale non è ancora stata sviluppata una cura: l’ultimo regalo di Sammy Basso, di cui per ora non sono noti i dettagli – sarebbero stati “presi contatti con il Centro di riferimento per la donazione del Corpo e Biobanca dell’Università di Padova” secondo quanto riportato dai media – consentirebbe infatti agli studiosi di poter comprendere alcuni dei meccanismi responsabili della malattia, nonché di individuare nuove possibili terapie.
Cos’è la donazione del proprio corpo alla scienza
La donazione del proprio corpo post-mortem ai fini di studio, formazione e ricerca scientifica è una pratica che in Italia è regolamentata dalla Legge n.10 del 10 febbraio 2020: affinché una persona doni il proprio corpo o i propri tessuti dopo la sua morte, il donatore deve esprimere in vita il proprio consenso: la legge prevede una dichiarazione di consenso, quale dichiarazione anticipata di trattamento (DAT), come avviene per la donazione degli organi. Tale dichiarazione si distingue da quella di donazione di organi, perché ha altra finalità sebbene le due donazioni non siano incompatibili tra loro.
Nella dichiarazione di consenso alla donazione post-mortem deve essere obbligatoriamente indicato un fiduciario, il che significa che senza un fiduciario designato la donazione post-mortem non è possibile: al fiduciario spetta l’onere di comunicare al medico che accerta il decesso l’esistenza del consenso. In questa situazione, trascorse almeno 24 ore dal decesso, il corpo può essere donato alla scienza.
Come funziona la donazione del proprio corpo alla scienza
Dopo l’accertamento del decesso e la cerimonia funebre, che si svolge secondo le indicazioni del donatore e dei suoi cari, il corpo donato viene trasportato in un Centro di riferimento territoriale per la conservazione e l’utilizzazione dei corpi dei defunti, generalmente entro tre giorni dalla morte, previa autorizzazione delle autorità competenti.
Una volta preso in carico dal Centro di riferimento “un’equipe specializzata si occupa della preservazione del corpo, permettendo ai chirurghi e ricercatori di effettuare i loro studi – precisa il Centro dell’Università di Padova che, da quanto si apprende, dovrebbe prendere in carico il corpo di Sammy Basso – . Ogni progetto (sia di ricerca sia di utilizzo ai fini di studio o formazione, ndr) viene effettuato solo previa autorizzazione da parte del responsabile del Centro, che al termine dell’attività, vigila affinché vengano realizzate le disposizioni di volontà del donatore (tumulazione o cremazione).