Cos’è il tumore del rene, la malattia di cui soffriva Michela Murgia
La scrittrice, drammaturga, critica letteraria e attivista Michela Murgia si è spenta il 10 agosto 2023 a soli 51 anni, a causa di un tumore del rene metastatico che aveva deciso di non curare ma di “tamponare” attraverso un'immunoterapia, per guadagnare mesi di vita. Aveva annunciato di essere malata a maggio, sottolineando di essere colpita da un carcinoma in fase avanzata (Stadio IV) e con prognosi infausta. Se il tumore del rene è di dimensioni contenute, confinato sull'organo e viene rilevato e trattato precocemente, le statistiche indicano una sopravvivenza superiore al 90 percento a cinque anni dalla diagnosi, come spiegato dagli autorevoli Manuali MSD per operatori sanitari. Ciò nonostante si tratta di una neoplasia che molto spesso viene scoperta casualmente (60 percento dei casi) durante esami per altre condizioni. Se le metastasi si sono già diffuse nell'organismo la prognosi è decisamente meno favorevole. In base al rapporto “I numeri del cancro in Italia 2022” di Aiom-Airtum, nel nostro Paese ogni anno vengono diagnosticati circa 12.600 nuovi casi di tumore del rene, che colpisce in prevalenza gli uomini. Complessivamente rappresenta circa il 3 percento di tutti i tumori diagnosticati: poco meno del 4 percento di quelli degli uomini e il 2,5 percento di quelli rilevati nelle donne. Nella maggior parte dei casi la diagnosi viene fatta attorno ai 70 anni.
Cos'è il tumore del rene che ha colpito Michela Murgia
Il tumore del rene è una malattia oncologica che colpisce gli organi deputati alla filtrazione / depurazione del sangue e all'espulsione dei prodotti metabolici di scarto attraverso le vie urinarie. Sono due, simmetrici e disposti ai lati della cavità addominale. In genere il tumore del rene origina dalla proliferazione incontrollata delle cellule renali, come specificato dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC). Il più delle volte quelle che sviluppano aberrazioni nel DNA e innescano la massa tumorale sono le cellule che rivestono la parete interna dei tubuli renali, le strutture più lunghe dei nefroni, le unità funzionali dei reni deputate a modificare la composizione del fluido filtrato dal glomerulo (un'altra componente del rene) che viene trasformato in urina. A volte, come indicato dall'AIRC, a scatenare il cancro sono le cellule della capsula che riveste i reni.
Gli specialisti dei Manuali MSD evidenziano che quasi tutti i tumori renali sono carcinomi e che “la maggior parte dei tumori solidi renali è maligna”, mentre “le neoformazioni piene di liquido (cisti) in genere non lo sono”. L'AIRC indica che le forme più comuni sono il carcinoma a cellule chiare – fino all'80 percento dei casi – , il carcinoma renale papillare (15 percento) e il carcinoma cromofobo (5 percento). Raramente il tumore del rene è multiplo o colpisce entrambi gli organi (2 percento dei casi). Nei bambini è più incidente un'altra tipologia di tumore del rene chiamata tumore di Wilms, il nefroblastoma.
I sintomi della malattia
L'AIRC evidenzia che il tumore del rene risulta “generalmente asintomatico” sino allo stadio avanzato. Questo è uno dei motivi per cui viene spesso diagnosticato per caso durante altri controlli. I sintomi principali sono tre: sangue nelle urine (ematuria); dolore nella zona lombare o al fianco, tra l'anca e le costole; e massa palpabile (nodulo o gonfiore) nell'addome, sebbene “raramente il tumore del rene viene rilevato alla palpazione”, spiegano i Manuali MSD. Per quanto concerne la presenza di sangue nelle urine, gli esperti sottolineano che talvolta può essere talmente modesta “da poter essere rilevata solo al microscopio”, mentre in altri casi “l’urina può essere visibilmente rossa”. Tra gli altri sintomi possibili indicati dall'Istituto Humanitas figurano perdita di peso non giustificata; pressione alta; affaticamento; febbre; sudorazione notturna; varicocele; perdita di appetito e dolori ossei in caso di diffusione delle metastasi alle ossa.
Chi colpisce il tumore del rene
Come indicato, il tumore del rene rappresenta circa il 3 percento di tutti i tumori diagnosticati e colpisce prevalentemente gli uomini. Delle 12.600 diagnosi effettuate in un anno in Italia, 7.800 riguardano gli uomini e 4.800 le donne, in base al rapporto “I numeri del cancro 2022”. La maggior parte dei casi di carcinoma renale coinvolge persone con un'età compresa tra i 65 e i 74 anni (picco di incidenza attorno ai 70 anni). Come la maggior parte delle neoplasie, del resto, il rischio di svilupparle aumenta con l'avanzare dell'età. I decessi in Italia per tumore del rene sono circa 3.400 ogni anno, dei quali 2.100 uomini e 1.300 donne. Complessivamente la patologia oncologica è responsabile di circa l'1,5 percento dei decessi totali per cancro negli uomini e di poco meno l'1 percento nelle donne.
Le cause del carcinoma renale
Sebbene non sia possibile prevenire il tumore del rene, evidenzia l'AIRC, esistono significativi fattori di rischio in grado di scatenarlo. Il principale è il vizio del fumo (probabilità doppia di ammalarsi rispetto ai non fumatori), ma anche obesità e ipertensione arteriosa giocano un ruolo significativo nell'aumentare il rischio di ammalarsi. L'Istituto Humanitas indica che tra gli altri fattori di rischio vi sono lo stile di vita, la presenza di patologie croniche (alla stregua del diabete) e anche l'esposizione lavorativa a sostanze chimiche tossiche, come l'amianto e il cadmio. I Manuali MSD indicano che tra le sostanze in grado di innescare la patologia vi sono anche quelle impiegate per la concia delle pelli e i prodotti del petrolio.
Altre persone a rischio sono coloro che sottoponendosi a dialisi e sviluppano la malattia renale cistica, così come alcuni pazienti affetti da condizioni genetiche, alla stregua della “sindrome di von Hippel–Lindau e il complesso della sclerosi tuberosa”, evidenziano gli esperti dei Manuali MSD. “Non essendoci strategie di prevenzione primaria effettivamente efficaci, il consiglio è quello di ridurre il più possibile i fattori di rischio, dunque smettere di fumare, ridurre il peso corporeo in caso di sovrappeso e condurre uno stile di vita sano e attivo, seguendo un’alimentazione bilanciata”, evidenzia l'Istituto Humanitas.
Il tumore del rene metastatico
Come altre neoplasie, anche il tumore del rene può attraversare vari stadi fino a raggiungere la forma maligna e metastastica. Come spiegato dall'AIRC, nello stadio I la massa tumorale è confinata al rene e ha un diametro inferiore ai 7 centimetri; allo stadio II è sempre limitata al rene, ma le dimensioni sono superiori ai 7 centimetri; nello stadio III il cancro è già in una fase metastatizzante, ma le cellule malate non si sono ancora diffuse ad organi lontani dal rene; nello stadio IV, le metastasi del carcinoma renale hanno raggiunto anche organi distanti. Poiché sono principalmente le metastasi a determinare la mortalità del cancro, gli stati più avanzati sono naturalmente i più gravi e difficili da trattare, che spesso sfociano nella fase terminale per il paziente (anche se non sempre).
Diagnosi e cura del tumore del rene
Il tumore del rene nel 60 percento dei casi viene diagnosticato casualmente durante controlli all'addome per altre condizioni, ad esempio attraverso una tomografia computerizzata (TC) o un’ecografia. A volte viene individuato durante un intervento chirurgico. La risonanza magnetica viene in genere utilizzata per confermare la diagnosi dopo l'emergere di un sospetto. Altri controlli come esami del sangue, scintigrafia ossea e altre scansioni possono essere richieste per verificare la presenza e la diffusione di metastasi. Se il tumore è confinato sul rene, la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è superiore al 90 percento, ma la media si attesta sul 70 percento, proprio perché molto spesso viene diagnosticato tardi. “Oltre il 50 per cento dei pazienti che ricevono una diagnosi precoce guarisce”, spiega l'AIRC. Se il tumore viene identificato presto, il rischio di recidiva è ridotto dopo le cure, ovvero “inferiore al 10 percento nei primi 10 anni dalla diagnosi”.
Un intervento risolutivo può essere la completa rimozione del rene malato (nefrectomia radicale), nel caso in cui il cancro non si sia diffuso altrove. Si può infatti vivere anche con uno solo di questi organi. Tra gli altri trattamenti previsti vi sono terapia focale (ablazione della massa tumorale con caldo o freddo); chemioterapia e immunoterapia. In alcuni casi, ad esempio di pazienti molto anziani, può essere prevista la sorveglianza attiva. Nel caso di Michela Murgia il carcinoma renale era allo stadio IV, ciò significa con metastasi diffuse in altri organi come fegato, polmoni, ossa etc etc.