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Cos’è il tumore del colon, la malattia che ha colpito Totò Schillaci: sintomi, causa e cura

Il tumore del colon è una delle malattie oncologiche più comuni al mondo. Cosa sappiamo su sintomi, cause e cura di questa forma di cancro, responsabile della morte dell’ex calciatore della nazionale Totò Schillaci, tra i volti più amati delle “Notti Magiche” di Italia ’90.
A cura di Andrea Centini
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Il tumore del colon è una delle neoplasie più diffuse al mondo, contemplata nell'elenco dei cosiddetti “big killer” – cioè le forme di cancro che uccidono di più -, assieme ai tumori a polmone, seno, pancreas e fegato. Il 18 settembre 2024 la malattia ha portato alla morte l'ex calciatore di Juventus e Inter Totò Schillaci, a soli 59 anni. Nelle statistiche e nelle descrizioni mediche, in genere, il tumore al colon viene associato a quello del retto, con riferimento a un'unica malattia chiamata “cancro al colon – retto” (pur essendoci delle differenze tra i due tumori). Ecco cosa sappiamo su questa comune e aggressiva patologia oncologica dell'intestino, che

Cos'è il tumore del colon

Come specificato dall'Istituto Humanitas, il tumore del colon si sviluppa a seguito della “crescita incontrollata delle cellule epiteliali della mucosa di rivestimento della parte interna dell’intestino crasso”. L'intestino crasso è suddiviso in sei componenti principali: cieco, colon ascendente, colon trasverso, colon discendente, colon sigmoideo e retto. L'Humanitas spiega che i tumori del colon sono più comuni nel sigma e nella porzione ascendente, mentre sono meno frequenti nel colon trasverso e in quello discendente. Si parla di tumore del retto quando è la parte dell'intestino crasso più vicina all'ano (il retto, appunto) a essere coinvolta. L'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) indica che i tumori del colon sono circa tre volte più comuni di quelli del retto, “e si manifestano con modalità diverse sia a livello clinico sia molecolare”. Più in generale, come specificato, i tumori del colon e del retto sono racchiusi nella definizione di “cancro al colon – retto”, una malattia in aumento in Italia, sulla base degli ultimi dati del report “I Numeri del Cancro” del Ministero della Salute. Nel nostro Paese è il secondo tumore per incidenza nel 2022 (48.100 casi) dietro al carcinoma mammario (55.700 casi), con un incremento delle diagnosi del + 1,5 percento per gli uomini e del + 1,6 percento per le donne rispetto al 2020.

Quali sono i sintomi del tumore del colon

L'AIRC spiega che la maggioranza dei tumori del colon-retto è legata alla trasformazione maligna dei polipi intestinali, delle piccole escrescenze che si formano nella parete interna dell'intestino, a causa della proliferazione delle cellule della mucosa. Alcuni di questi polipi sono definiti come lesioni precancerose, che a loro volta possono evolvere nei tumori veri e propri. L'Istituto Superiore di Sanità (ISS) spiega che attorno l’80 percento dei tumori del colon-retto si sviluppa da questi polipi inizialmente benigni, che possono diventare formazioni maligne nell'arco di 7 – 15 anni.

I polipi, evidenzia l'AIRC, non innescano sintomi, ma possono dar vita a perdite di sangue più o meno evidenti. Il sangue può essere presente sulle o nelle feci (sangue occulto), sulla carta igienica o anche perso con emorragie. Le perdite di sangue intestinali possono comunque avere molteplici spiegazioni. Anche gli altri sintomi del cancro al colon-retto non sono così specifici e spesso possono essere sovrapposti a quelli di altre condizioni, essendo influenzati da fattori come la posizione della massa tumorale, l'estensione della lesione, la presenza o l'assenza di ostruzioni intestinali o di emorragie. Tra i sintomi “precoci, vaghi e saltuari” segnalati dall'AIRC vi sono stanchezza e mancanza di appetito, mentre altri più severi possono essere anemia e perdita di peso. L'Humanitas cita diarrea protratta nel tempo e stitichezza in peggioramento (a volte si alternano), modifiche nella forma e nella consistenza delle feci, dolore addominale e tenesmo, cioè lo stimolo inappropriato ad andare in bagno. L'ISS indica anche mucorrea, prurito / dolore anale, meteorismo e gonfiore addominale.

Chi colpisce il tumore del colon

I tumori del cancro al colon – retto interessano principalmente la popolazione con età superiore ai 60 anni e, come indicato dall'ISS, sono molto rari prima dei 40 anni. Non ci sono sostanziali differenze tra maschi e femmine; in entrambi i casi, infatti, si tratta della seconda neoplasia più comune. Negli uomini è seconda per incidenza dietro al cancro alla prostata, nelle donne al carcinoma mammario. Discorso diverso per il tumore del retto, che è due volte più comune negli uomini che nelle donne. L'AIRC indica che negli ultimi anni è stata registrata una riduzione dell'incidenza nella popolazione che si sottopone a screening (50 – 69 anni) e un leggero aumento nelle fasce più giovani. Il dato 2022 rileva tuttavia un aumento generalizzato, seppur lieve (1,5 / 1,6 percento per uomini e donne).

Le cause del tumore del colon

L'ISS spiega che non sono note le cause esatte che innescano la comparsa del tumore al colon-retto, tuttavia sono noti molteplici fattori di rischio. Oltre alla già citata età, figurano una dieta povera di fibre e ricca di grassi animali, carni rosse e insaccati; l'obesità; la sedentarietà; il vizio del fumo e dell'alcol; e varie malattie / condizioni genetiche predisponenti, come la colite ulcerosa (morbo di Crohn), la sindrome di Lynch e la poliposi familiare adenomatosa (FAP).

Diagnosi e cura

Esistono diverse metodologie di screening per rilevare un possibile cancro intestinale e giungere alla diagnosi definitiva. Si spazia dalle semplici palpazione addominale e rettale alla ricerca del sangue occulto nelle feci, arrivando a esami di accertamento come la colonscopia, la TAC, la risonanza magnetica e la “caccia” all'antigene carcino-embrionario (CEA), una firma del tumore colorettale. Una volta diagnosticata con precisione la malattia, a seconda dello stadio in cui si trova si può procedere con diversi percorsi di trattamento. La resezione chirurgica è considerata il trattamento principale. In alcuni casi vanno eliminati interi tratti di intestino e, quando non è possibile ricongiungere i tratti restanti dell'organo, i pazienti possono aver bisogno di una stomia temporanea o permanente, una fessura nella parete addominale per permettere la fuoriuscita delle feci in un sacchetto. Trattamenti comuni combinati con la chirurgia sono la chemioterapia e la radioterapia. Possibili anche terapie con farmaci biologici (anticorpi monoclonali). Come indicato dagli autorevoli Manuali MSD per operatori sanitari, gli esiti degli interventi variano ampiamente a seconda dello stadio della malattia.

Come si previene il tumore del colon e quali sono le possibilità di guarigione

L'insorgenza del tumore del colon può essere fortemente associata a fattori di rischio modificabili, pertanto, seguendo le raccomandazioni dei medici, è possibile ridurre sensibilmente il rischio di ammalarsi. Tra i consigli segnalati dall'AIRC vi sono il seguire una dieta sana ed equilibrata, caratterizzata da "pochi grassi, poca carne e ricca di fibre, vegetali e frutta"; praticare attività fisica; evitare il sovrappeso e l'obesità; e non fumare. Più in generale si consiglia di avere uno stile di vita salutare e non sedentario. La Mayo Clinic raccomanda inoltre di sottoporsi a controlli regolari (colonscopia) a partire dai 45 anni di età e di limitare l'alcol. La causa esatta di questo cancro "resta sconosciuta", spiega l'istituto americano, ma intervenendo su tutti i fattori sopraindicati è possibile abbattere il rischio di ammalarsi.

Per quanto concerne le possibilità di guarigione, la Fondazione Veronesi (che cita i dati dell'AIOM) indica che a cinque anni dalla diagnosi di un tumore del colon-retto la sopravvivenza "è del 65% per gli uomini e del 66% per le donne". Tuttavia tale percentuale è fortemente influenzata dallo stadio in cui è avvenuta la diagnosi: se è interessata solo la mucosa intestinale, la sopravvivenza a cinque anni è del 90 percento; se il cancro è a uno stadio molto avanzato si scende ad appena il 6 percento. Eseguire regolarmente gli screening permette di rilevare eventuali lesioni in fase precancerosa aumentando drasticamente le speranze di sopravvivenza.

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