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Cos’è il tumore alla tiroide, quali sono i sintomi e perché è in costante aumento tra i giovani

Recenti studi mostrano che i casi di tumore alla tiroide sono tra quelli che crescono di più, con un incremento addirittura triplo nella Generazione X rispetto ai Baby Boomer. Aumenti significativi si registrano anche nelle fasce di età più giovani e in età pediatrica. Quali sono i sintomi della malattia e le possibili cause del boom di diagnosi.
A cura di Andrea Centini
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La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla (o di H) che si trova nel collo – più o meno a metà altezza – proprio davanti alla trachea. Si tratta di una ghiandola endocrina responsabile della sintesi e dell'immagazzinamento degli ormoni tiroidei (come la tiroxina) e della calcitonina. Essa è sotto stretto controllo da parte dell'ipofisi e gioca un ruolo fondamentale in molteplici funzioni fisiologiche, dal metabolismo alla frequenza cardiaca, passando per temperatura corporea, equilibrio del calcio, pressione sanguigna e molto altro ancora. La tiroide può essere soggetta allo sviluppo di diverse malattie, fra le quali figurano anche i tumori, ovvero la proliferazione e l'accumulo di cellule anomale. Nella maggior parte dei casi si tratta di neoplasie benigne, ma possono manifestarsi anche patologie oncologiche maligne (il cancro, qui la differenza con i tumori benigni).

Cancro alla tiroide in aumento tra i giovani

Nel recente studio “Cancer Incidence Trends in Successive Social Generations in the US” pubblicato su JAMA da scienziati del National Cancer Institute è emerso un dato piuttosto inquietante sull'incidenza del cancro alla tiroide nella Generazione X, ovvero quella dei nati tra il 1965 e il 1980. Rispetto alla generazione precedente, quella dei Baby Boomers nati tra il 1946 e il 1964, all'età di 60 anni le diagnosi di cancro alla tiroide hanno avuto un incremento quasi triplo (2,76 volte superiore). È la malattia oncologica che ha avuto la crescita maggiore nel passaggio tra le due generazioni. Altri studi hanno rilevato un raddoppio dell'incidenza in circa 30 anni negli USA, in Canada, Australia ed Europa occidentale. L'AIRC spiega che in Italia il tumore della tiroide è il secondo più frequente nelle donne con meno di 50 anni.  L’incidenza è di circa 5 casi ogni 100.000 abitanti negli uomini e tra i 15 e 18 casi ogni 100.000 abitanti nelle donne. Incrementi significativi si registrano anche in età pediatrica. Come spiegato dalla Fondazione Veronesi, i tumori alla tiroide sono “in costante aumento in tutta Europa”, con l'Italia che detiene il triste primato per l'incidenza più elevata. Le donne hanno il triplo delle probabilità di essere colpite rispetto agli uomini. Ma quali sono le ragioni di questo boom di diagnosi?

Perché le diagnosi di tumore alla tiroide sono in aumento

Tra le cause di questo incremento, in alcune regioni d'Europa, c'è sicuramente l'impatto dell'incidente alla centrale nucleare di Chernobyl del 26 aprile 1986, quando esplose il reattore 4. Ad oggi è stato il più grave della storia assieme a quello di Fukushima (Giappone) del 2011, che fortunatamente non ebbe le medesime conseguenze. A causa dell'esposizione alle radiazioni ionizzanti, nelle zone più colpite dell'Ucraina e della Bielorussia vi fu un incremento delle neoplasie da 10 a 100 volte superiore, come spiegato dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS). La ragione risiede nel fatto che, dopo l'esplosione di una bomba nucleare o di un reattore, si liberano radionuclidi volatili come lo iodio-131, che viene facilmente assorbito dalla ghiandola tiroidea aumentando sensibilmente il rischio di cancro (le radiazioni catalizzano le mutazioni del DNA e conseguente formazione di cellule cancerose). Le pillole allo iodio (ioduro di potassio) sono considerate uno scudo efficace poiché “occupano” la tiroide con un composto stabile impedendo ai composti radioattivi di fissarsi.

Ma l'incidente di Chernobyl non può certamente spiegare l'incremento del cancro alla tiroide in quei luoghi non colpiti dal fallout radioattivo seguito al disastro nucleare. Un altro fattore in grado di spiegare l'aumento, secondo la Mayo Clinic, sarebbe legato alle migliori tecnologie di imaging introdotte negli ultimi decenni, come la tomografia computerizzata e le risonanze magnetiche. Queste scansioni sono in grado di rilevare anche piccoli tumori sulla ghiandola endocrina, che spesso vengono identificati durante controlli per indagare su altre condizioni mediche. In parole semplici, si fanno molte più diagnosi grazie alle tecnologie più raffinate.

Un'altra possibile causa legata all'aumento dei casi è l'esposizione a interferenti endocrini come quelli che si trovano nei pesticidi. Questi composti come le diossine e gli ftalati simulano l'azione degli ormoni prodotti dal nostro organismo ed interferiscono con essi (da qui il loro nome), con potenziali e gravi effetti sulla salute. "Queste sostanze, che si trovano soprattutto nell'ambito dell'agricoltura, come i pesticidi, in quello industriale, farmaceutico e cosmetico, contengono componenti che agiscono mimando l’azione degli ormoni tiroidei, legandosi alla tiroide", ha spiegato alla Fondazione Veronesi il professor Claudio Spinelli, docente di Chirurgia Pediatrica e Infantile presso l’Università di Pisa. "Non riconoscendo queste sostanze, le cellule tiroidee subiscono modificazioni tali da poter evolvere verso una forma neoplastica. Queste molecole possono trovarsi nell'aria, nell'acqua, negli alimenti e possono essere inalate, ingerite, oltre a venire in contatto con la nostra pelle", ha chiosato l'esperto. L'uso intensivo di questi prodotti negli ultimi decenni potrebbe aver contribuito all'aumento delle diagnosi nei giovani. Tra i fattori di rischio noti vi è l'esposizione durante l'infanzia a radiazioni al collo, testa e torace per altre condizioni.

Quali sono i tumori tiroidei

In genere le neoplasie che colpiscono la tiroide sono piccoli tumori che non danno sintomi nelle fasi iniziali e vengono curati agevolmente attraverso i trattamenti disponibili. Non a caso l'ISS indica che la prognosi per queste malattie è “eccezionalmente buona, con oltre il 90 per cento di probabilità di guarigione”. Solo lo 0,3 percento dei noduli rilevati sulla ghiandola è di  tipo maligno; fra essi i più diffusi sono gli adenocarcinomi papillari o papillari-follicolari “che rappresentano circa il 60 percento dei tumori maligni della tiroide”, evidenzia l'ISS. Tra gli altri tumori della tiroide figurano il carcinoma tiroideo a cellule di Hurthle; il carcinoma tiroideo scarsamente differenziato; il carcinoma anaplastico della tiroide e il cancro midollare della tiroide. Più in generale vengono suddivisi in midollari, papillari, anaplastici e follicolari. Alcuni di essi sono molto rari e più aggressivi degli altri.

Quali sono i sintomi del tumore alla tiroide

La Mayo Clinic spiega che nella maggior parte dei casi, nella fase iniziale, i tumori della tiroide sono asintomatici e non provocano alcun segno visibile, tuttavia con la progressiva crescita della massa tumorale possono emergere segnali evidenti. Fra essi figurano comparsa di noduli palpabili al tatto; cambiamenti nel tono di voce (in particolar modo raucedine); ingrossamento dei linfonodi del collo; dolore al collo e alla gola; difficoltà nella deglutizione; e la strana sensazione che i colletti delle camicie attillate siano diventati troppo fastidiosi.

Come indicato, in genere i noduli tiroidei sono benigni, ma hanno maggiori probabilità di essere maligni se presentano le seguenti caratteristiche indicate dagli autorevoli Manuali MSD per operatori sanitari: appaiono solidi invece che come cisti (ovvero pieni di liquidi); crescono rapidamente; risultano duri; sono associati a linfonodi ingrossati nel collo; e vengono rilevati negli uomini.

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