Cos’è il TSO, il trattamento sanitario obbligatorio disposto per Paolo Cognetti e quando viene richiesto
Sta facendo discutere quanto accaduto allo scrittore Paolo Cognetti, che ha recentemente rivelato di essere stato sottoposto a un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) a causa di “una grave depressione sfociata in un sindrome bipolare con fasi maniacali”. Il TSO è un intervento sanitario nel quale il paziente viene sottoposto a cure mediche a prescindere dalla sua volontà, disposto principalmente in ambito psichiatrico come procedura finalizzata alla tutela della salute e della sicurezza del paziente.
Nel caso di Paolo Cognetti, 46 anni, vincitore del premio Strega nel 2017 con il romanzo “Le otto montagne”, raccontare l’esperienza del TSO – descritta come devastante (“Sei vivo, ma è come se fossi morto” sono state le sue parole in un’intervista a Repubblica) – è anche un modo per dire che “le malattie nervose non devono essere più una vergona da nascondere”. Ricoverato nel reparto di psichiatria del Fatebenefratelli di Milano e dimesso martedì, lo scrittore stava attraversando una fase maniacale del disturbo bipolare, nella quale aveva perso il senso del pudore e del denaro. “Ho inviato ad amici immagini di me nudo e ho regalato in giro un sacco di soldi. Si sono allarmati tutti”.
Il 4 dicembre il medico ha disposto il TSO per Cognetti, che ricorda: “Mi sono ritrovato sotto casa un’auto della polizia e un’ambulanza. Sono stato sedato: da inizio dicembre, causa farmaci, non ho fatto che dormire”.
Cos’è il TSO, il trattamento sanitario obbligatorio
Il trattamento sanitario obbligatorio (TSO) è un intervento sanitario che viene disposto in caso di motivata necessità e urgenza, nel quale il paziente viene sottoposto a cure mediche a prescindere dalla sua volontà. Il TSO è una misura prevista dalla legge italiana (Legge n.833/78), che si applica principalmente in ambito psichiatrico, come procedura finalizzata alla tutela della salute e della sicurezza del paziente.
Come funziona il TSO
Il TSO viene disposto con provvedimento del sindaco, in qualità di autorità sanitaria del comune di residenza o del comune dove la persona si trova momentaneamente, su proposta motivata di due medici, di cui almeno uno appartenente alla Asl di competenza territorial).
Il trattamento sanitario può essere eseguito dai presidi e servizi sanitari pubblici territoriali e, nel caso sia necessaria la degenza, nelle strutture ospedaliere pubbliche o convenzionate. La procedura richiede inoltre la convalida del provvedimento del sindaco da parte del giudice tutelare di competenza. Il trasporto del paziente nella struttura ospedaliera viene operato dal servizio di emergenza extra-ospedaliero, in collaborazione con l’organo di polizia locale del comune di riferimento.
Il trattamento può durare fino a sette giorni, ma può essere prorogato più volte, qualora vi sia la necessità.
I diritti di chi è sottoposto al TSO
Il paziente sottoposto al TSO ha diritto di essere informato sulle terapie obbligatorie ed, eventualmente, di scegliere tra una serie di terapie alternative. Il trattamento si deve svolgere nel rispetto della dignità della persona e dei diritti civili e politici, come affermato esplicitamente dall’articolo 1 della Legge n.833/78 (La tutela della salute fisica e psichica deve avvenire nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana). Nel corso del trattamento sanitario obbligatorio, il paziente ha diritto di comunicare con chi ritenga opportuno.
Il paziente può fare ricorso al sindaco avverso il provvedimento con il quale è stato disposto o prolungato il TSO, e il primo cittadino è tenuto a rispondere entro dieci giorni. Il paziente non è l’unico legittimato: l’art. 33 precisa infatti che chiunque può presentare richiesta di revoca o di modifica del provvedimento. In caso di esito negativo, la richiesta può essere presentata direttamente in Tribunale, chiedendo contemporaneamente la sospensione immediata del Tso e delegando, per rappresentarlo in giudizio davanti al Tribunale, una sua persona di fiducia (non necessariamente un avvocato). con il quale è stato disposto o prolungato il trattamento sanitario obbligatorio.