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Cos’è il rigurgito mitralico, il difetto al cuore che colpisce un milione di italiani: risponde il medico

Il rigurgito mitralico è un problema dovuto al malfunzionamento nel meccanismo di apertura e chiusura della valvola mitrale. Una condizione del genere può causare alterazioni cardiache di diverso tipo e diversa entità, ma non è sempre sintomatica. Ecco perché è fondamentale la prevenzione fin dall’adolescenza.
Intervista a Dott. Carlo de Vincentiis
Responsabile dell’Unità di Cardiochirurgia Adulti dell’IRCCS Policlinico San Donato
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A tutti sarà capitato nella vita di conoscere qualcuno che ha raccontato di avere un soffio al cuore. Si tratta infatti di una condizione piuttosto comune, ma non sempre preoccupante. A volte infatti chi ne soffre non ha bisogno di sottoporsi a un trattamento specifico, ma può limitarsi a controlli periodici per tenere sotto controllo il problema. In altri casi invece il soffio al cuore può essere una manifestazione di un difetto cardiaco più severo.

Questo problema può essere causato da diverse cause, tra questa una abbastanza comune è l'insufficienza mitralica, anche nota come "rigurgito mitralico". Solo in Italia ne soffrono 1,2 milioni di persone e ogni anno 180.000 persone vengono ricoverate per questo motivo (dati dell'Ospedale Niguarda di Milano).

A differenza di altre malattie cardiache, questo problema, dovuto a un malfunzionamento della valvola mitrale, non è quasi mai associato a stili di vita sbagliati, né tanto meno al progredire dell'età. Per questo la prevenzione punta tutto sulla diagnosi precoce. A Fanpage.it ne abbiamo parlato con il dottor Carlo de Vincentiis, responsabile dell’Unità di Cardiochirurgia Adulti dell’IRCCS Policlinico San Donato.

Che cos’è il rigurgito mitralico?

Il rigurgito mitralico, anche noto come “insufficienza mitralica”, si verifica quando c’è un malfunzionamento nel meccanismo di apertura e chiusura della valvola mitrale, ovvero la valvola del cuore che collega l’atrio di sinistra con il ventricolo di sinistra, a causa di un suo difetto strutturale.

In sostanza, quando in presenza di rigurgito o insufficienza mitralica, questa valvola, che in condizioni normali si apre e si chiude, pur aprendosi normalmente non si chiude del tutto. In concreto questo fa sì che il sangue pompato dal cuore, invece di muoversi solo in una direzione, ovvero dall’atrio al ventricolo sinistro, torna indietro, finendo nell’atrio sinistro e creando una stasi nei polmoni.

A che età tende a manifestarsi? Le probabilità aumentano con l’avanzare dell’età?

No, non si tratta di un problema legato all’età. Il rigurgito mitralico si può manifestare a qualsiasi età. Il difetto della valvola può essere congenito, quindi presente fin dalla nascita: in questi casi l’insufficienza può manifestarsi già in età neonatale o pediatrica. Oppure i meccanismi di malfunzionamento possono manifestarsi nel corso della vita, a qualsiasi età.

Cosa intende per “meccanismi di malfunzionamento”?

I meccanismi di malfunzionamento alla base dell’insufficienza possono avere cause diverse. Può esserci una causa strutturale, se il problema è causato da un difetto a livello del tessuto della valvola, in questo caso il problema può manifestarsi anche in tempi molto lunghi.

Oppure il problema all’origine dell’insufficienza può essere di natura “funzionale”: quando cioè la valvola ha una struttura normale, ma la sua funzione è alterata da una patologia del muscolo cardiaco. Infine, il malfunzionamento della valvola può essere anche conseguenza di processi infettivi che si localizzano sul tessuto della valvola stessa.

Come si può riconoscere il rigurgito mitrialico?

Il sintomo più spesso correlato a questo disturbo è la dispnea, ovvero la mancanza di fiato quando si fa uno sforzo fisico. Questa è di solito accompagnato da alterazioni a livello cardiaco, che si instaurano lentamente nel corso del tempo. Le più frequenti sono dilatazione del cuore, perdita progressiva della sua forza contrattile, aumento della pressione sui polmoni e la presenza di aritmie, che possono essere sia di carattere atriale che ventricolare.

È bene però specificare che queste aritmie non sono sempre sintomatiche. A volte la persona può avvertirle, se si manifestano come palpitazioni o battito accelerato, ma possono anche essere completamente asintomatiche e quindi non percepibili dal paziente. In questo caso l’unico modo per constatare la loro presenza è in modo strumentale attraverso un semplice elettrocardiogramma.

Queste alterazioni elettriche possono avere conseguenze?

Le aritmie ventricolari possono causare disfunzioni gravi a livello del ventricolo, quelle invece che interessano l’atrio sono meno pericolose, correlabili al sovraccarico di volume
legato all’insufficienza mitralica. Possono essere transitorie e causare le extrasistoli atriali oppure nei casi più severi si può assistere anche a episodi di fibrillazioni atriali.

Il cosiddetto soffio cardiaco è un sintomo dell’insufficienza mitralica?

La scoperta del soffio cardiaco avviene con l’auscultazione. Ne esistono di diversi tipi in base al problema da cui sono causati. L’insufficienza mitralica è una delle possibili, ma il soffio può essere dovuto anche all’alterazione del flusso di un’altra valvola, come quella aortica.

Quando è presente un soffio, generalmente si approfondisce con l’ecocardiogramma, un esame non invasivo che ci può dare tutte le informazioni necessarie per indagare lo stato di salute complessivo del cuore, compresa quindi l’eventuale presenza di anomalie nelle valvole e anche il loro grado di alterazione.

Quindi non sempre è necessario intervenire in caso di insufficienza mitralica?

Dipende dal grado del difetto riscontrato dagli esami. In genere un difetto di entità lieve o moderato è ben tollerato dal paziente: in questi casi non è quasi mai necessario intervenire, ma è comunque importante diagnosticarlo per tenere il paziente sotto controllo. Un difetto non grave potrebbe infatti evolvere nel tempo.

Se invece l’entità del rigurgito è severa bisogna procedere per gradi. Prima attraverso la valutazione clinica, per capire se il paziente presenta o meno i classici sintomi, come dispnea o affaticamento. Se i sintomi sono presenti si tende a intervenire chirurgicamente.

Se invece il paziente non mostra sintomi, si procede osservando il quadro del paziente. Un semplice ecocardiogramma permette di valutare tutte quelle alterazioni che possono manifestarsi in caso di insufficienza, come variazioni nel volume del cuore o nella pressione a cui sono sottoposti i polmoni. In base a questi valori, il medico può valutare le tempistiche da seguire nell’eventuale trattamento chirurgico.

Come si interviene chirurgicamente?

L’obiettivo primario è in genere lasciare in sede la valvola e riparare il meccanismo di disfunzione: questo intervento è definito “plastica della mitrale”, ovvero ricostruzione della valvola mitralica. Anche se nella maggior parte dei casi di insufficienza mitralica (circa il 90% dei casi), si può ricorrere a questo intervento, a volte, in presenza di difetti o danni troppi gravi, potrebbe essere necessario procedere con l’impianto di una protesi valvolare.

La diagnosi precoce è ciò che può fare la differenza nell’evoluzione del problema e quindi anche nel tipo di trattamento necessario. Dato che per scoprire la presenza di insufficienza mitralica basta semplicemente sottoporsi a un ecocardiogramma, è importante inserire questo esame nei controlli di routine che ognuno di noi dovrebbe fare nel corso della propria vita, soprattutto a partire dall’adolescenza.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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