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Cos’è il drone sottomarino Poseidon, l’arma nucleare russa che provoca uno tsunami

Si tratta veicolo subacqueo senza pilota equipaggiato con una testata nucleare capace di causare un’onda anomala tale da devastare intere città costiere.
A cura di Valeria Aiello
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Un drone sottomarino Poseidon / Twitter
Un drone sottomarino Poseidon / Twitter

Le minacce della Russia non arrivano solo dai cieli. Tra le armi che potrebbero essere utilizzate dal presidente Vladimir Putin per affermare la sua supremazia c’è un drone sottomarino nucleare noto con il nome di Poseidon, un veicolo subacqueo senza pilota capace di provocare uno tsunami in grado di devastare intere città costiere. Più propriamente si tratta di un siluro autonomo intercontinentale a propulsione nucleare precedentemente denominato Status-6 ed equipaggiato di una testata nucleare al cobalto con un potenziale esplosivo e radioattivo per produrre un’onda anomala tale di distruggere ampie porzioni di costa ed entroterra. I media di stato russi, per voce di Dmitry Kiselyov, l’uomo noto come il “portavoce di Putin”, hanno affermato che il drone sottomarino Poseidon potrebbe causare uno tsunami che “farebbe precipitare il Regno Unito nelle profondità dell’Oceano, trasformandole in un deserto “radioattivo”.

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Cos’è il drone sottomarino Poseidon con cui Putin minaccia il Regno Unito

Il drone sottomarino Poseidon della Marina russa è un enorme e terrificante siluro autonomo, dal diametro di circa 2 metri e un peso di 100 tonnellate, che trasporta un carico utile nucleare ad alto potenziale esplosivo. In confronto, il Mark 48, uno dei tipici siluri pesanti della Marina statunitense, ha un diametro di appena 50 centimetri e un peso di 1,6 tonnellate.

L’obiettivo principale di quest’arma nucleare non è necessariamente una nave di superficie o un sottomarino, in quanto l’esplosione dell’enorme carico nucleare (alcuni rapporti inziali suggeriscono una resa della testata di 100 megatoni) è in grado di contaminare ampi tratti di mare a scapito di fauna e flora acquatiche e causare uno tsunami di 500 metri d’altezza. Stime più recenti, tuttavia, ne hanno ridimensionato la potenza a 2 megatoni, per cui può comunque essere schierato come arma nucleare tattica contro obiettivi militari specifici, come navi da guerra e portaerei.

Come funziona il drone sottomarino Poseidon

Rispetto ai missili balistici intercontinentali, il drone Poseidon viaggia a velocità molto basse prima di raggiungere l’area bersaglio, per poi raggiungere velocità estremamente elevate solo nella fase finale, rendendo l’arma realisticamente inarrestabile per i siluri esistenti, nonché irraggiungibile, in quanto si ritiene che la sua profondità operativa possa essere di 1.000 metri. Gli esperti ritengono che il sistema di propulsione nucleare consenta al siluro di viaggiare per settimane verso le città portuali nemiche, a una velocità di crociera di 30 nodi (circa 55 km/h), fino a coprire distanze comprese tra i 10.000 e 11.700 km circa prima di passare in modalità attacco e raggiungere una velocità massima di 100 nodi (185 km/h). Sarebbe inoltre dotato di tecnologia stealth per ridurre ogni traccia acustica.

Trascrizione della diapositiva del Ministero della Difesa russo su Status-6 / Wikipedia
Trascrizione della diapositiva del Ministero della Difesa russo su Status-6 / Wikipedia

Sul drone Poseidon ci sono state parecchie speculazioni. La prima apparizione pubblica dell’arma risale al settembre 2015, durante un incontro avvenuto nella città russa di Sochi tra il presidente Vladimir Putin e alcuni alti funzionari della difesa. In quell’occasione, i media locali ripresero tra le mani di un generale il progetto di un segretissimo drone sottomarino con nome in codice Status-6, un sistema multiuso oceanico (Ocean Multipurpose System) il cui sviluppo venne “accidentalmente” rivelato dal canale televisivo russo NTV. Sulla fuga di notizie ci sono state diverse congetture relative al fatto che si trattasse di un segnale di avvertimento o disinformazione inteso a fuorviare i servizi di intelligence stranieri. La CIA, ad ogni modo, concluse che si trattava di informazioni rilasciate in maniera intenzionale. Nel marzo 2018, il sistema è stato ufficialmente denominato Poseidon a seguito di una votazione pubblica.

Secondo il Pentagono, la Russia ha condotto il primo lancio di prova di un drone Poseidon il 27 novembre 2016, utilizzando il sottomarino speciale Sarov B-90 nell’Oceano Artico. Nel gennaio 2019, la Marina russa ha annunciato l’intenzione di acquistare almeno 30 droni Poseidon da schierare su quattro sottomarini, due dei quali avrebbero servito la flotta settentrionale russa e due quella del Pacifico. Successivamente, nel febbraio 2019, Putin ha annunciato il completamento dell’operazione Poseidon e il Ministero della Difesa russo ha pubblicato un video che mostrava il lancio di prova.

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